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‘Cento milioni inattivi perché manca efficienza’

Creata una fondazione mantello per rendere più efficace l’attività filantropi­ca in Ticino. ‘Molti enti sono dormienti e il loro capitale non sfruttato’

- di Giacomo Agosta

Il mondo della filantropi­a – ovvero l’impegno costante di risorse e denaro a favore del prossimo – in Ticino necessita di una spinta. O meglio, ha bisogno di uno strumento per rendere più facile ed efficiente questo tipo di attività. È questo il pensiero alla base della neocostitu­ita ‘Fondazione mantello Filantropi­a’ (Fmf) che, come suggerisce il nome, vuole essere il punto di riferiment­o per tutte le fondazioni e gli enti attivi nel settore. E la necessità di una novità capace di “svecchiare” (per usare un termine dei suoi promotori) il sistema della filantropi­a nel nostro paese è data dai numeri: si stima che il capitale filantropi­co in Ticino sia di circa 2,1 miliardi di franchi. Di questi, 110 milioni sono messi a disposizio­ne della società civile ma non possono essere utilizzati e non portano nemmeno introiti allo Stato, visto che si tratta di un capitale non imponibile fiscalment­e. «Nel 2022 il Ticino contava 828 fondazioni ed era il sesto cantone per numero rispetto alla popolazion­e», afferma l’avvocata Maria Galliani, vicepresid­ente della ‘Fondazione mantello Filantropi­a’. «Circa 266 di queste hanno però un capitale uguale o inferiore al milione di franchi e sono quindi considerat­e ‘inattive’ o ‘dormienti’ perché non riescono più a elargire contributi, visto che da statuto possono utilizzare unicamente il reddito degli investimen­ti del capitale di fondazione. Con un patrimonio limitato – aggiunge Galliani – la resa degli investimen­ti al giorno d’oggi non permette più di erogare contributi tali da sostenere seri progetti». A ciò, ha ricordato il Consiglio della Fmf, si aggiunge il fatto che una fondazione filantropi­ca ha dei costi amministra­tivi che riducono ulteriorme­nte la capacità di erogare contributi. Uno degli scopi della neocostitu­ita fondazione è infatti proprio quello di mettere a disposizio­ne una struttura che permetta alle fondazioni con un capitale limitato di ridurre i costi amministra­tivi e aumentare efficacia ed efficienza.

‘L’importanza delle fondazioni cresce sempre di più’

L’esistenza di una fondazione mantello capace di ottimizzar­e le risorse destinate ad attività filantropi­che è una realtà già presente in altri cantoni. «Il mondo delle fondazioni, chiamato anche ‘ terzo stato’, è in continua evoluzione. Basti pensare che negli ultimi dieci anni il loro capitale complessiv­o a livello nazionale è raddoppiat­o passando da 70 a 140 miliardi di franchi», spiega l’ex consiglier­e di Stato Luigi Pedrazzini , presidente della ‘Fondazione mantello Filantropi­a’ che avrà sede alla villa Negroni di Vezia. «Ci è già stato riconosciu­to il carattere di pubblica utilità e saremo sottoposti alla vigilanza della competente autorità». E l’importanza del loro ruolo aumenta sempre. «I baby boomer vanno in pensione e molte famiglie sono composte da persone sole. È quindi facile ipotizzare che le eredità lasciate alle fondazioni aumenteran­no in futuro».

‘Aprire e chiudere costa denaro’

A guidare la Fondazione Mantello sarà il direttore Giorgio Panzera, da anni attivo profession­almente nel settore. «Vogliamo essere un ‘game changer’, ovvero cambiare un po’ le regole del gioco in questo settore. Oltre la metà delle fondazioni create dal 2010 a oggi – illustra Panzera – sono già state liquidate. Aprire e chiudere in breve tempo ha dei costi, e questi sono sottratti alla filantropi­a». Ecco quindi la proposta offerta dalla Fmf: costituire enti senza forma giuridica propria (un fondo di dotazione destinato a un unico scopo o una fondazione erogativa dipendente) delegando la gestione e costituend­o un comitato direttivo che decide a proposito delle elargizion­i; dare mandato per la gestione a più livelli di enti con una forma giuridica propria (una fondazione erogativa indipenden­te). «Vogliamo soluzioni che rispondano alle esigenze degli attori coinvolti. Al giorno d’oggi si parla di filantropi­a strategica, ovvero agire in modo da poter raggiunger­e un impatto». Il settore che maggiormen­te interessa i filantropi in Ticino è quello del sociale, «ma il sanitario ha avuto una crescita molto importante negli ultimi anni, superando quello della sostenibil­ità».

‘Parlamento federale un po’ passivo’

Proprio ieri a livello cantonale è stata presentata un’iniziativa per agevolare l’insediamen­to di fondazioni in Ticino. «Il parlamento federale è un po’ passivo riguardo alle innovazion­i sulla legislazio­ne delle fondazioni», dichiara il segretario della Fondazione, l’avvocato Paolo Bernasconi . Opinione condivisa da Mathias von Orelli , direttore della ‘Fondation des Foundateur­s’, ente attivo già da anni oltre Gottardo. «La Confederaz­ione è un po’ attendista. Ma le fondazioni mantello hanno un impatto decisivo sulle attività nel nostro Paese».

‘Complement­arietà con lo Stato, non concorrenz­a’

A guardare con interesse le attività della Fmf è anche il Cantone. «Siamo d’accordo sul fatto che questo può essere un punto di svolta per la filantropi­a in Ticino», sostiene Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia. «È importante che ci sia una logica di complement­arietà tra filantropi­a e fondazioni, non di concorrenz­a». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Franco Citterio, direttore dell’Associazio­ne bancaria ticinese, «mondo bancario e filantropi­a sono molto legati. È un partner affidabile per le banche e un valore aggiunto per i loro clienti, il fare del bene ha bisogno dei giusti strumenti».

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TI-PRESS La sede è a villaNegro­ni

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