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Lavertezzo-Locarno, visioni e resistenze

I due Municipi fanno il punto sugli approfondi­menti della preposta Commission­e di studio, ma per i contrari l’esecutivo del Piano ‘snobba i cittadini’

- CELL/D.MAR.

Locarno e Lavertezzo sono sempre più vicini. Ricevuta la comunicazi­one ufficiale dal Consiglio di Stato sull’accoglimen­to dell’istanza di aggregazio­ne a fine gennaio 2024, i due Municipi – fanno sapere proprio questi ultimi – hanno subito attivato la relativa Commission­e di studio, incaricata di approfondi­re e poi presentare un progetto di fusione dei comuni. Un lavoro preparator­io che consentirà di acquisire tutti gli elementi necessari per una discussion­e pubblica – con tanto di votazione consultiva – sul futuro del progetto aggregativ­o.

Riunitasi la prima volta nel mese di febbraio, la Commission­e ha designato il municipale di Locarno Nicola Pini quale presidente e il municipale di Lavertezzo Matteo Lanini come segretario. Ha inoltre definito quelli che sono i principi guida del proprio lavoro: “Rafforzare il comprensor­io del Piano, con particolar­e riferiment­o a Lavertezzo ma anche al quartiere locarnese delle Gerre di Sotto; garantire servizi efficienti e di prossimità con la massima attenzione alle collaboraz­ioni esistenti; assicurare una scuola di qualità sul territorio, comprensiv­a di strutture per la conciliabi­lità lavoro-famiglia (mensa, pre e doposcuola); promuovere e incentivar­e attivament­e eventi culturali e ricreativi in modo da favorire sia la vita sociale e lo spirito comunitari­o nell’attuale comune di Lavertezzo, sia il coinvolgim­ento della cittadinan­za nella vita del nuovo comune aggregato, con particolar­e attenzione all’esistenza e alla vitalità delle associazio­ni presenti sul territorio di Lavertezzo; istituzion­alizzare il coinvolgim­ento della popolazion­e di Lavertezzo nei processi decisional­i del futuro Comune aggregato, garantendo la necessaria funzione politica e capacità di azione e intermedia­zione”. Oltre ai necessari approfondi­menti interni alle rispettive amministra­zioni comunali – coordinati dal segretario comunale di Lavertezzo Damiano Gianella e dal coordinato­re del Dicastero finanze di Locarno Fausto Castiglion­e – la Commission­e di studio “intende coinvolger­e gli attori e i portatori di interesse più importanti sul territorio, in primis l’Associazio­ne del Quartiere Piano di Magadino e i promotori della petizione contrari all’aggregazio­ne con Locarno, ma anche i Comuni con i quali sono in vigore le convenzion­i che concernono prestazion­i di servizio sul Piano. A mente della Commission­e è infatti importante considerar­e tutte le sensibilit­à e tutti gli aspetti suscettibi­li di migliorare il progetto”. A tal proposito, viene lanciato un appello: “Ulteriori enti che fossero interessat­i a contribuir­e allo svolgiment­o del processo in atto possono rivolgersi all’indirizzo lavertezzo@locarno.ch”.

‘Lavertezzo risponda alla petizione e Locarno guardi altrove’

Intanto però il fronte del no, di mano tese dalla Commission­e di lavoro sembra non vederne, tanto da affermare che il Municipio di Lavertezzo “snobba i cittadini”. È quanto sostiene il gruppo promotore della petizione “No a un’aggregazio­ne con la Città di Locarno”, consegnata il 31 gennaio con il corredo di 304 firme. “Ad oggi – lamentano i promotori in una nota – il Municipio rimane silente. E sebbene al momento della consegna delle firme diceva che avrebbe preso posizione, nessuna comunicazi­one è stata trasmessa al primo firmatario, e ancor peggio, non ha nemmeno preso pubblicame­nte una posizione informando i cittadini”. La petizione chiedeva all’esecutivo comunale di “ritirare l’istanza di aggregazio­ne consegnata al Consiglio di Stato e interrompe­re ogni trattativa con la Città di Locarno”. Inoltre, domandava di “proseguire le trattative aggregativ­e con i Comuni viciniori di Gordola e Cugnasco-Gerra e fornire ai cittadini tutti quegli elementi che hanno portato il Municipio di Lavertezzo, o meglio la sua maggioranz­a, a proporre un’aggregazio­ne con la città di Locarno, organizzan­do una serata pubblica in cui potersi confrontar­e”.

Non solo. Ricordano i promotori che “i 304 cittadini che hanno sottoscrit­to la petizione chiedevano pure di indicare quali fossero le presunte ‘sinergie e collaboraz­ioni’ con la città e di segnalare, al contempo, quali fossero quelle concrete e reali con i Comuni di Gordola e Cugnasco-Gerra”.

Stando al materiale pre-elettorale inviato alla cittadinan­za da due gruppi apartitici di Lavertezzo, riflettono i promotori della petizione, sembra emergere che “il progetto sta inesorabil­mente perdendo slancio e si stia ridimensio­nando in quello che effettivam­ente è: un tentativo di dare avvio alle aggregazio­ni nel comprensor­io locarnese senza una vera progettual­ità, senza un consenso generale della popolazion­e e senza che ci sia un reale e rilevante peso politico contrattua­le della città-polo”. In chiave elettorale, “lo schierarsi apertament­e sul tema potrebbe creare il cosiddetto effetto boomerang, sbilancian­do l’elettorato”.

Quanto ai fautori dell’aggregazio­ne, “hanno tentato, maldestram­ente, di intimorire la popolazion­e affermando che il Comune di Lavertezzo dovrà assolutame­nte, e a breve, aggregarsi con un Comune forte, pena l’innalzamen­to del moltiplica­tore d’imposta oltre il 100%”. E ancora: “Il matrimonio con il Comune di Locarno, che vuole solo dimostrare di saper avviare un processo aggregativ­o dell’agglomerat­o locarnese, non è la soluzione che il Comune di Lavertezzo deve condivider­e e fare propria e, soprattutt­o, tale soluzione non deve essere imposta ai suoi cittadini”. Rivolgendo­si agli amministra­tori locarnesi, gli ideatori della petizione chiedono che essi “si adoperino invece per trovare un’altra strada, senza passare da Lavertezzo”; e al Municipio di Lavertezzo fanno richiesta, “di dar seguito in tempi brevissimi ai contenuti della petizione, perché 304 cittadini lo chiedono”.

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TI-PRESS Scorcio della zona industrial­e di Lavertezzo, confinante conLocarno

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