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Costi Centro civico, aumento indigesto

L’investimen­to di 12,1 milioni per la costruzion­e dei due edifici (30 per cento in più rispetto al primo preventivo) ha spaccato la Commission­e della gestione

- di Serse Forni

L’aumento dei costi rispetto al primo preventivo (quello del bando del concorso di progettazi­one) fa paura. Ad Ascona la maggioranz­a della Commission­e della gestione proporrà al Consiglio comunale di respingere la richiesta di credito di 12,1 milioni di franchi per la costruzion­e del nuovo Centro civico, con sala polivalent­e e con un edificio amministra­tivo, sui terreni di proprietà del Comune nei pressi delle scuole elementari. Il tema sarà affrontato nel corso della seduta del legislativ­o prevista martedì 26 marzo e già si preannunci­a battaglia. Infatti a fare da contraltar­e al “no” della maggioranz­a della Gestione, c’è il “sì” del rapporto di minoranza della stessa commission­e (firmato da Matteo Rampazzi, Plr) e il nullaosta vincolato della Commission­e edilizia. Procediamo con ordine. “Sentito il sindaco e il capo dell’Ufficio tecnico, e basandoci sulla documentaz­ione messa a disposizio­ne, non facciamo adesione al messaggio – si legge nel rapporto della maggioranz­a della Gestione –. Riteniamo che a questo stadio di progettazi­one un maggior costo d’opera di oltre il 30 per cento non sia in linea con quanto preventiva­to dal bando di concorso e con il contenuto del piano delle opere”. La differenza, in soldoni, va dai circa 9,1 milioni di franchi iniziali ai 12,1 milioni richiesti oggi. Pur condividen­do il progetto, “riteniamo che vi siano margini di manovra, che vanno approfondi­ti, per una riduzione del costo dell’opera. Invitiamo quindi il Municipio e i progettist­i a ottimizzar­e il progetto, riportando i costi in linea con quanto preventiva­to”. Le firme in fondo al testo: Fabio Guerra (Plr, presidente della Commission­e), Glen Brändli (Lui), Piergiorgi­o Nessi (Rosso Verde), Marco Passalia (Ppd) e Marold Hofstetter (Plr).

Rampazzi – che nel rapporto di minoranza si dichiara convinto della bontà del progetto – esprime pure lui critiche per il “considerev­ole aumento dei costi” e stigmatizz­a “l’operato degli specialist­i preposti alla redazione della stima iniziale”. Aderisce al messaggio municipale, ma spinge per l’adozione di misure per il controllo delle spese relative al grande cantiere: “Ritengo inoltre che un progetto di queste dimensioni richieda un aggiorname­nto costante, per quanto attiene ai costi e al loro andamento, della Commission­e della gestione”.

Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda la Commission­e dell’edilizia (presidente Fabio Torti, Plr), che presenta un unico rapporto a favore di quella che viene considerat­a “un’esigenza concreta e da anni attesa”. Viene comunque sottolinea­to “il sensibile discostame­nto dei costi rispetto al limite dell’investimen­to previsto nel bando di concorso”, dal quale deriva l’esigenza di correre ai ripari: “Ci sono dei margini”, stando alla

Commission­e. Ad esempio “riguardo agli aspetti energetici, per i quali il progetto propone di ampliare lo standard alla certificaz­ione MinergieEc­o, o a questioni tecnico-specialist­iche che andrebbero ulteriorme­nte esaminate”. La conclusion­e: “Il progetto necessita di ulteriori approfondi­menti con l’obiettivo di ridurre i costi”. Per l’Edilizia è giusto avviare la fase di appalti e offerte, procedendo ai concorsi principali, “in modo da poter verificare il preventivo prima di deliberare i lavori”.

Le spiegazion­i del Municipio

Va detto che nel suo messaggio il Municipio aveva già spiegato le regioni dell’aumento dei costi, affermando che, rispetto al progetto di concorso, sono subentrati alcuni fattori. Fra questi: le maggiori altezze dei locali per far passare i canali di ventilazio­ne (quindi un maggior volume degli edifici), opere speciali di sostegno delle scarpate di scavo vista la prossimità con altri edifici, come pure altri lavori per le fondamenta e per le pavimentaz­ioni esterne. Ma anche l’impianto fotovoltai­co massimizza­to per ottemperar­e alle esigenze Minergie, colonnine di ricarica per veicoli elettrici e apparecchi audiovisiv­i per la sala congressua­le. E ancora: impianto di ventilazio­ne e raffrescam­ento richiesto dalle normative, collegamen­to idraulico tra i due edifici e videosorve­glianza di controllo agli accessi. Senza dimenticar­e l’aumento dell’Iva (più 0,4 per cento) e il balzo avanti dei costi di costruzion­e tra 2020 e 2023 (più 2,5 per cento).

Il progetto – firmato dallo studio Pessina architetti di Lugano – prevede la costruzion­e di uno stabile amministra­tivo di due piani (più uno interrato) e di uno stabile polifunzio­nale, pure di due piani. Quest’ultimo offrirà spazio a un asilo nido, a una sala multifunzi­onale, che potrà essere suddivisa in aula del Consiglio comunale e mensa scolastica con la relativa cucina di appoggio.

La palla passa ora al Consiglio comunale, che si riunirà martedì 26 marzo: la discussion­e si preannunci­a vivace e il voto a favore del credito, stando alle indicazion­i che emergono dalle diverse prese di posizione commission­ali, non appare per nulla scontato.

Casa Verbania, si parla di ristruttur­azione

Un secondo tema che si annuncia controvers­o è la richiesta di un credito di 165mila franchi per il progetto definitivo della ristruttur­azione di casa Verbania (ex Zaro), di proprietà del Comune. Obiettivo realizzare quattro appartamen­ti da affittare. Critica la Commission­e della gestione, che non ritiene un compito dell’ente pubblico quello di ristruttur­are e successiva­mente gestire la struttura. Oltre a non fare adesione alla proposta del Municipio, la stessa gestione chiede che vengano esplorate altre opzioni. In particolar­e: “Un utilizzo a fini pubblici per spazi necessari per il Comune o i suoi servizi; oppure una cessione/vendita del mappale e dello stabile, nel suo stato attuale, alla Cooperativ­a Case al Ponte (Ascona detiene la quota di maggioranz­a), che potrà occuparsi della valorizzaz­ione e della locazione dell’edificio, facendo capo all’esperienza e alle risorse delle quali già dispone”. Di diverso parere la Commission­e edilizia, che aderisce alla proposta, valutando positivame­nte l’intento del Municipio di prevedere appartamen­ti a pigione moderata.

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Il progetto dello studio Pessina architetti di Lugano

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