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Storie di resilienza del Medio Oriente

Di quelle cui siamo pericolosa­mente abituati. È in sala ‘La Sirena’, film d’animazione di Sepideh Farsi, monumento alla speranza per le vittime della guerra

- di Tito Bacciarini

Il progressiv­o ritiro da parte delle truppe statuniten­si dal suolo afghano, iracheno, siriano e così via, sembrava suggerire l’arrivo del tanto agognato barlume di speranza per un cessate il fuoco, che è una secolare necessità, in tutto il Medio Oriente in generale. La Mesopotami­a del leggendari­o Gilgamesh e della prima poeta Enheduanna, zona d’influenza incalcolab­ile sulla cultura indoeurope­a e oggi incontro di ben sei diverse nazioni, non ha mancato di conflitti d’ogni sorta, cui siamo ormai pericolosa­mente abituati. La lotta contro questa minacciosa assuefazio­ne alla guerra diventa necessaria per i personaggi dell’ultimo film della regista iraniana Sepideh Farsi, già presente a Locarno con i documentar­i ‘Harat’ e ‘Tehran Without Permission’, dal titolo ‘La Sirena’, lungometra­ggio d’animazione che racconta i bombardame­nti di Abadan e l’inizio della guerra Iraq-Iran, nel 1980, dal punto di vista di un quattordic­enne resiliente che, con la sua fede incrollabi­le, condiziona le persone con cui entra in contatto, illuminand­o, anche solo per un po’, quel cupo teatro di rovina e morte.

Un attacco missilisti­co iracheno alla città di Abadan scatena il caos tra la popolazion­e, portando all’esodo di civili in fuga e alla chiamata alle armi dei soldati, tra cui molti arruolati volontaria­mente. Omid è un giovane che decide di non partire con la sua famiglia e di restare invece con il nonno, a causa del fratello, corso al fronte per respingere l’invasione. Mentre prosegue la sua disperata ricerca, il ragazzo consegna cibo, instaurand­o rapporti con molte persone, molte delle quali nostalgich­e, sconfitte e senza motivi per abbandonar­e la propria terra. Quando un colpo d’artiglieri­a colpisce il furgoncino delle consegne su cui viaggia, Omid salva il suo capo Farshid, con l’aiuto della bella Pari, di cui si innamora, figlia della nota cantante nonché icona del posto Elaheh. La città sembra a un passo dalla distruzion­e e Omid cerca un modo per andarsene, riparando una vecchia barca, un lej, con l’aiuto di un abile ingegnere, autore dell’importante e strategica raffineria di petrolio che domina il paesaggio, ora avvolta dalle fiamme.

Deciso a salvare le persone che ha conosciuto e con cui ha instaurato un legame quasi familiare, Omid cerca di salpare lungo il fiume, mentre la gravità della situazione si intensific­a e il rischio di essere affondati dai cannoni nemici diventa sempre più elevato.

Al di là dell’esposizion­e dei fatti, un approfondi­mento scrupoloso

‘La Sirena’ è forte di un intreccio impeccabil­e, ed è un ritratto completo, nella sua concretezz­a, del durissimo inizio degli anni 80 per l’Iran che, subito dopo la rivoluzion­e khomeinist­a, stava già soffrendo le nuove imposizion­i dettate dalla shari’a, poco prima dell’inizio degli scontri armati. Non a caso, Omid e il ferito Farshid tentano di dissuadere Pari dall’usare il velo per fermare l’emorragia alla gamba, rivelando quella terribile e nuova paura di essere perseguita­ti, sopravviss­uta nonostante le macerie e i cadaveri li circondino. Il martirio tanto agognato da soldati e patrioti ricade quindi silenziosa­mente sulle spalle di Omid, che rinuncia a imbracciar­e un’arma per dedicarsi al sostegno della comunità dei sopravviss­uti abbandonat­i.

‘La Sirena’ non è dunque solo un’esposizion­e di fatti, ma un approfondi­mento scrupoloso sulla tridimensi­onalità della psicologia di personaggi costretti a sopprimere le proprie emozioni e a rifugiarsi dietro ai propri ideali, che non possono però far loro da scudo contro i proiettili e le bombe. L’atrocità delle immagini riesce a risultare più digeribile grazie al racconto in animazione e l’impatto della violenza è sicurament­e ridotto, tuttavia non si rinuncia al fulcro tragico emotivo, anche grazie al supporto di una gestione musicale curata e riuscita.

Tra le onde travolgent­i degli eventi scivola lento il lej di Omid, carico del sogno di un avvenire migliore contro ogni pronostico, portando con sé persone di diverse età, credo e ideologia, insieme diretti verso la sopravvive­nza, una storia che si ripete, ineluttabi­le, nella realtà.

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Tra le onde travolgent­i degli eventi scivola lento il lej di Omid

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