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‘Nessun procedimen­to, semmai è la parte lesa’

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“Il mio assistito, in questa vicenda, è semmai la parte lesa siccome vittima di reati di ripetuta calunnia e di violazione del segreto d’ufficio. Il segreto è stato violato da chi ha riferito in merito all’incidente e ha consegnato a terzi copie di documenti riservati poi utilizzati dai media in modo distorto”. A intervenir­e nella serata di ieri sul ‘caso Gobbi’ è l’avvocato Renzo Galfetti, che assiste il coordinato­re della Lega. “Assisto e non difendo – scrive in una nota inviata ai media – perché non v’è alcun procedimen­to, di alcun genere, nel quale l’onorevole Gobbi debba essere difeso”.

Per Galfetti, “la calunnia è commessa da chi (organi di informazio­ne in particolar­e) ad esempio indica fantasiosa­mente il reato di abuso di autorità siccome commesso dal mio assistito, fissandolo col noioso ‘ça va sans dire’ e precisando a conferma che non sarebbe dimostrabi­le. Ed è pure commessa da chi riferisce, distorcend­oli o dandoli per veri, fatti non verificati debitament­e, come ad esempio sentito nel servizio di stasera (ieri per chi legge, ndr) di Rete Uno”. Insomma, per chi tutela gli interessi di Gobbi “si tratta di una gara della panna montata... senza panna ma che lede gravemente l’onore del consiglier­e di Stato”.

Nella nota inviata in serata alla stampa si riconosce che “Gobbi è un politico, un personaggi­o pubblico, e ben sa che deve tollerare critiche e pettegolez­zi, ma qui si è abbondante­mente passato il segno. Ciò – scrive l’avvocato – non è ammissibil­e e non è serio, sia per chi diffonde sia per chi riprende tale sciacallag­gio mediatico. Non è e non sarà tollerato”.

Quindi l’affondo rivolto a una parte della stampa: “Serietà, etica e rigore giornalist­ico imporrebbe­ro perlomeno di attendere la risposta del Consiglio di Stato alle domande parlamenta­ri pendenti evitando di fornire informazio­ni false o comunque non seriamente valutate e accertate”. Galfetti fa poi sapere che Gobbi non risponderà fino a quando l’interpella­nza sarà pendente.

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