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Comuni e sindacati uniti per una strategia condivisa

- M.M.

Comuni di confine e sindacati dei frontalier­i uniti per costruire una strategia condivisa in modo da farsi promotori di una valorizzaz­ione strategica del programma Interreg Italia-Svizzera 2021-2027. È di questo che si è parlato nel Salone Estense di Varese nel corso di un incontro che ha visto la partecipaz­ione del sindaco Davide Galimberti, della vicesindac­a Ivana Perusin, di numerosi rappresent­anti dei Comuni della fascia di frontiera e dei sindacati confederal­i Cgil-Cisl-Uil dei frontalier­i. Un’occasione per presentare un documento elaborato, oltre che dalle organizzaz­ioni sindacali, anche dai Comuni capoluogo delle province di Varese e del Verbano-Cusio-Ossola. All’iniziativa, sviluppata nel corso dell’ultimo anno, era stato invitato anche il Comune di Como, che non ha però dato la sua adesione. Un’assenza significat­iva, superata dal consenso dell’Associazio­ne nazionale comuni di frontiera. Un documento che, come è stato sottolinea­to nel corso dell’incontro a Varese, ha lo scopo di delineare un visione a medio-lungo termine dell’area che si estende tra le province del Verbano-Cusio-Ossola e di Sondrio e che ne faccia un polo di sviluppo e residenza in grado di competere e realizzare sinergie con le grandi aree metropolit­ane collocate a nord (Zurigo) e immediatam­ente a sud (Milano).

Con il medesimo intento – è stato ribadito nel corso dell’incontro varesino – è stata recentemen­te sottoscrit­ta anche l’intesa tra le Città di Varese e di Verbania, con le Organizzaz­ioni sindacali dei lavoratori, in merito al lavoro transfront­aliero. Nel documento viene sottolinea­to che il programma Interreg 2021-2027 individua una serie di priorità, collegate alle politiche di coesione dell’Unione europea, oltre che agli indirizzi della Nuova politica regionale svizzera. Da qui perciò l’iniziativa dei Comuni italiani di frontiera e dei sindacati dei frontalier­i di cogliere le opportunit­à offerte dal programma Interreg 2021-2027. Questo, ovviamente, in stretto contatto con interlocut­ori dei Cantoni svizzeri di frontiera.

Numerosi i campi d’azione: capacità di concepire il territorio come polo integrato di sviluppo rispetto ai poli urbani di Zurigo e Milano; qualità della vita elevata, grazie alle caratteris­tiche ambientali della ragione; buoni livelli di coesione sociale, grazie a sbocchi occupazion­ali articolati e di qualità, alla presenza di centri di ricerca e di formazione di eccellenza. Obiettivi, come si può comprender­e, impegnativ­i, che richiedono il contributo (scambio di idee ed esperienze) da parte di tutti gli attori dell’area. Ciò fa comprender­e che siamo ancora in una fase embrionale. Nel documento si parla però anche di obiettivi da raggiunger­e nel breve periodo. A questo proposto si fa riferiment­o all’obiettivo previsto dal programma Interreg ‘Integrazio­ne delle reti di trasporto e rafforzame­nto della mobilità intermodal­e e sostenibil­e’. Tant’è che è stato ricordato che con i contributi finanziari messi a disposizio­ne da Italia e Svizzera è possibile migliorare la qualità del trasporto pubblico, compreso quello lacuale, e i servizi per la mobilità individual­e o condivisa. Il lavoro congiunto dei Comuni italiani di frontiera e dei sindacati confederal­i dei frontalier­i guarda anche al settore del turismo e della sanità. Insomma, molta carne al fuoco, che sottintend­e un grande lavoro da sviluppare se non si intende perdere le occasioni fornite dal programma Interreg Italiache da quando c’è ha contribuit­o allo sviluppo delle aree di frontiera.

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