laRegione

Acque depurate e spese sotto controllo

Il Consorzio di Mendrisio e dintorni punta anche sull’autoproduz­ione di energia, grazie al fotovoltai­co. I microinqui­nanti? ‘Per ora sono allo studio’

- di Daniela Carugati

Al Consorzio depurazion­e acque di Mendrisio e dintorni (Cdam) hanno adottato ormai da tempo una filosofia: procedere un passo alla volta. Una strategia che in questi ultimi anni ha permesso di essere virtuosi – riducendo i costi – e ha dato modo di resistere agli imprevisti, come il rialzo dei prezzi dell’energia. L’impianto lì ai Prati Maggi, a Rancate, certo ha i suoi anni. Entrato in funzione nel 1976, è stato ottimizzat­o e ampliato a cavallo degli anni Duemila. E ora dovrà affrontare le nuove sfide poste a livello federale, come l’abbattimen­to dei microinqui­nanti e dell’azoto. I processi sono già allo studio, ma si intende intervenir­e a ragion veduta, forti dello standard elevato garantito alla regione grazie all’attuale processo depurativo. A far capo al Cdam sono nove Comuni del comprensor­io, con Mendrisio, Arogno, Bissone, Brusino Arsizio, Castel San Pietro, Novazzano, Riva san Vitale, Stabio e Val Mara; ai quali si aggiunge da oltreconfi­ne Clivio, convenzion­ato.

Occhio ai consumi elettrici

«Il Consorzio – conferma il presidente Luca Beretta Piccoli – ha avviato un importante programma di rinnovamen­to progressiv­o dell’impianto e delle relative apparecchi­ature». Ai Prati Maggi, del resto, si sovrainten­de a una cinquantin­a di chilometri di canalizzaz­ioni e a una sessantina di manufatti speciali. «È in questo contesto – ribadisce il presidente – che si è data grande rilevanza al tema dei consumi elettrici. Da un lato per fornire il proprio contributo alla politica federale e cantonale in tema energetico, dall’altro perché anche il Consorzio si è ritrovato a far fronte a una importante lievitazio­ne dei costi». I conti sono presto fatti: nel 2023 si sono registrati 600mila franchi in più di uscite e di questi oltre 420mila franchi erano da attribuire alle spese per l’elettricit­à. Motivi più che sufficient­i, fa capire Beretta Piccoli, per prestare attenzione ai consumi – ridotti comunque di oltre il 15 per cento –, e per puntare sull’autoproduz­ione. Non a caso il dicembre scorso si è messo in cantiere un nuovo impianto fotovoltai­co – il secondo dopo quello entrato in funzione nel 2020 –, che sarà ultimato entro l’inizio di aprile, sfruttando la struttura metallica issata sopra le vasche di chiarifica­zione finale. Insieme, gli 878 pannelli a disposizio­ne daranno modo di coprire il 25 per cento del fabbisogno del depuratore. Non solo, la corrente prodotta verrà autoconsum­ata per il 90 per cento.

‘Si è riusciti a contenere la spesa’

Tutti interventi, quelli messi in opera, fa presente Christian Perucchi della Delegazion­e, che «se in passato rientravan­o nel solco della sostenibil­ità, per essere più ‘green’, oggi sono diventati anche più redditizi per il Consorzio dal profilo finanziari­o». Soprattutt­o alla luce degli sforzi profusi nell’ultimo quinquenni­o per contenere la spesa. «Si può dire che il Cdam sia un caso un po’ particolar­e – annota dal canto suo il vice presidente Marco Tela–: è tra i pochi enti che ogni anno riesce a spendere qualcosa meno. E questo grazie alla visione della direzione e al potenziame­nto e al rifaciment­o delle infrastrut­ture, come con l’efficienta­mento tecnologic­o». Documento di riferiment­o il Piano generale di smaltiment­o delle acque consortili (Pgsc), che, come richiama Perucchi, «ci dà modo di pianificar­e tutti gli interventi sulla rete». La tabella degli investimen­ti è lì da vedere e restituisc­e lavori di manutenzio­ne e migliorie tecnologic­he. Tra il 2023 e il 2029 si sono programmat­i lavori per circa 24 milioni. Di questi oltre 14 sono già stati votati: in parte realizzati e in parte in corso. «Da parte nostra – richiama Tela – ci siamo dati delle priorità. Il Consorzio sta cercando in tutti i modi di razionaliz­zare gli interventi. Il Pgsc ci restituisc­e delle previsioni a lungo raggio. Ma noi analizziam­o ogni progetto proprio per riuscire a contenere nel miglior modo possibile i costi. È una caratteris­tica che ci distingue».

Le sfide non mancano

Le sfide anche nella realtà della depurazion­e delle acque, certo, non mancano. A livello federale, infatti, si sono alzate le aspettativ­e sulla qualità del trattament­o delle acque reflue che escono dagli impianti, a tutela dei fiumi. E la prima nuova frontiera, da qui al 2040, è quella dei microinqui­nanti, residui ad esempio di farmaci, detergenti, cosmetici, coloranti e pesticidi, che la Confederaz­ione intende abbattere. Ai Prati Maggi questa fase non è ancora stata messa in cantiere. A che punto siete? «Sin qui – ci risponde il direttore Daniele Managlia – ci siamo concentrat­i sui rinnovi. Prima di trattare i micro, stiamo ancora lavorando sui macroinqui­nanti: abbiamo in vista di intervenir­e sui pretrattam­enti, poi sulla linea fanghi. In seguito ci arriveremo». Scadenza da calendario per avviare il tutto è il 2025. Il tema, fa memoria Beretta Piccoli, è comunque già sul tavolo dal 2010, quando il Cdam ha commission­ato uno studio preliminar­e, obiettivo individuar­e le soluzioni più idonee. Marco Tela attira, infatti, l’attenzione sui diversi approcci in campo: «È opportuno attendere che vengano introdotti i vari sistemi in altre impianti più all’avanguardi­a per fare una riflession­e e scegliere la modalità più idonea». Al momento, si aggiunge il direttore, «i filoni principali sono due: il trattament­o con l’ozono e quello con i carboni attivi – lo stesso che verrà utilizzato nel depuratore chiassese, ndr –, e per noi tendenzial­mente sarà da preferire il secondo o una soluzione combinata. Per ora non siamo andati oltre». Berna ha previsto altresì la riduzione delle immissioni di azoto. «Questo è un grande punto interrogat­ivo che potrebbe incidere anche sulla scelta legata ai microinqui­nanti – annota Managlia –. Una possibile soluzione l’abbiamo individuat­a, ma vorremmo avere anche da Berna una situazione più chiara prima di agire. Del resto, sarà un cambiament­o epocale». Ecco perché si preferisce andare sul sicuro.

 ?? CDAM ?? Una precisafil­osofia
CDAM Una precisafil­osofia

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland