Non solo emozioni ‘Mettiamoci la testa’
Dopo il prezioso successo di Friborgo, il Lugano torna in pista per una gara 4 orfana di Quenneville, Sprunger e Sörensen. Guerra: ‘Abbiamo capito cosa dobbiamo fare’
Lugano – «Ci vuole il fisico, l’intensità e la disciplina, ma non dobbiamo dimenticare la testa, per gestire bene la partita nei momenti topici». Parola di Samuel Guerra, alla vigilia di un quarto atto della serie dei quarti di finale contro il Friborgo che si preannuncia davvero infuocato, dopo il successo bianconero alla Bcf Arena, mercoledì, in epilogo dal finale arroventato da quel gestaccio di Marcus Sörensen a gioco fermo, subito dopo il gol partita all’overtime di Arttu Ruotsalainen.
Del resto, dopo che le due prime partite erano state marcate da grande intensità senza tuttavia raggiungere picchi altissimi a livello di nervosismo, sin dalle prime battute di gara 3 si era capito che sarebbe stata battaglia senza esclusioni di colpi, e le due penalità di partita a Sprunger e Quenneville più il citato brutto sgambetto di Sörensen ne sono la testimonianza. Tutti e tre i giocatori, tra l’altro, saranno squalificati stasera, ed è difficile capire quali saranno le mosse di Luca Gianinazzi per sostituire il topscorer canadese: chi tra LaLeggia e Kempe scenderà in pista? E se eventualmente Wolf non dovesse essere della partita, quali altre soluzioni adotterà il coach ticinese, fermo restando che Schlegel, dopo un’ottima gara 3, verrà confermato tra i pali, offrendo così la possibilità di poter schierare un sesto giocatore straniero di movimento? «Direi che quel clima un po’ l’hanno creato gli arbitri – dice Guerra –. Non voglio discutere di queste cose, perché succedono e succederanno ancora, ciò che è sicuro è che noi non abbiamo perso la testa, continuando a concentrarci sugli aspetti su cui noi potevamo avere un influsso. Ed è la stessa cosa che dovrà succedere questa sera: bisognerà concentrarsi unicamente su noi stessi». Dopo parecchie settimane in tribuna a causa di problemi fisici, il trentenne difensore ticinese è infine potuto tornare a giocare, e mercoledì sera ha contribuito con una solida prestazione alla vittoria dei suoi. «Ora mi sento bene, dopo essere stato fuori per sei settimane a causa di una commozione cerebrale. Non è mai evidente, ma ho subito trovato un buon feeling con il ghiaccio e con il disco, e mi accorgo che dopo ogni cambio mi sento meglio. Il coach mi dà fiducia, devo fare le cose giuste e semplici, ma non nascondo che ero davvero frustrato dopo le prime due sconfitte, in due gare in cui, siamo onesti, avevamo concesso troppo: adesso, però, mi sento ricaricato».
Al pari, v’è da scommetterci, degli oltre seimila spettatori che affolleranno stasera la Cornèr Arena. «In casa nostra abbiamo senz’altro la grande opportunità di trovare una seconda vittoria. Sappiamo che quando giochiamo come una squadra possiamo fare male a chiunque, ed è questo ad averci fatto capire quanto possiamo essere pericolosi. Poi, è ovvio, non sempre è facile realizzare in pista tutto quello che si vorrebbe fare, ma dopo la bellissima reazione dell’altra sera abbiamo capito cosa dobbiamo fare per batterli, e non vediamo l’ora che arrivi stasera». In fondo, è proprio grazie agli errori che uno impara. «Abbiamo imparato da quelli, ma ci siamo anche resi conto del fatto che nelle prime due partite non avevamo saputo rimanere costanti sull’arco dei 60 minuti. Mercoledì, invece, è stata tutt’altra storia: avevamo le emozioni giuste, ma soprattutto siamo riusciti a mantenere la necessaria calma, mettendo l’energia laddove serviva, ed è stato questo ad averci portati a vincere la partita. Nei playoff bisogna giocare sempre al limite, cercando di far innervosire la squadra che ci sta di fronte, inducendola a commettere degli errori. E stasera in casa nostra dovremo sfruttare tutto quello che potremo, a cominciare dal pubblico caldo della Corner Arena. Pur se, questo è sicuro, contro un avversario come il Friborgo dovremo sempre mettere in pista prestazioni al top, senza mai scordarci qua l’è il nostro piano di gioco, e che dovremo poi implementare sul ghiaccio».