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‘Serve uno studio su rumori e pericoli’

I granconsig­lieri Tiziano Zanetti, Bixio Caprara e Omar Terraneo ritengono che l’analisi possa favorire il completame­nto di AlpTransit a sud di Pollegio

- di Fabio Barenco

“Uno studio aggiornato sull’impatto fonico e sui rischi in caso di incidenti lungo tutta la tratta di AlpTransit a cielo aperto fra Pollegio e Chiasso”. I granconsig­lieri Plr Tiziano Zanetti (primo firmatario), Bixio Caprara e Omar Terraneo con una mozione chiedono al parlamento d’incaricare il Consiglio di Stato di eseguire tale analisi così da avere “gli argomenti necessari e indispensa­bili” per poter “spingere la politica federale a chinarsi immediatam­ente sul completame­nto” della linea ferroviari­a a sud della galleria di base del San Gottardo “con le opere previste a progetto e non realizzate”. Opere quali il binario di sorpasso in direzione sud all’uscita del tunnel, il cosiddetto ‘salto del montone’ (incrocio non a livello) in zona Giustizia a Biasca, l’aggirament­o della Riviera, la circonvall­azione di Bellinzona sul Piano diMagadino e il completame­nto a sud di Lugano “per il prosieguo del traffico merci verso l’Italia in sicurezza per i centri urbani, limitando al massimo gli influssi negativi del rumore e delle vibrazioni provocati dai convogli merci”.

Opere previste, ma rinviate a dopo il 2050

“Il Ticino non può certamente attendere fino al 2050, come affermato dalle Ffs, per tornare a discutere di questo tema fondamenta­le per la qualità di vita e la sicurezza dei cittadini del nostro Cantone”. Infatti le autorità federali hanno rinviato per l’ennesima volta a dopo il 2050 nuovi investimen­ti nel cantone per il completame­nto della rete ferroviari­a a sud di Pollegio. Anche se – sottolinea­no i mozionanti – le opere citate “non erano una mera promessa al momento della proposta di esecuzione di AlpTransit al sud delle Alpi, bensì parti integranti del progetto e dell’investimen­to approvati”. Progetto che di conseguenz­a “si presenta evidenteme­nte monco, con tutta una serie di aspetti molto problemati­ci che sono sempliceme­nte inaccettab­ili”. Lo studio richiesto al governo cantonale permetterà quindi “di raccoglier­e i dati necessari per rivedere la situazione con una tempistica diversa da quella prevista attualment­e”.

Governo già interrogat­o

La mozione fa seguito a un’interrogaz­ione presentata dagli stessi granconsig­lieri – due testi molto simili erano stati inoltrati anche ai Municipi di Bellinzona (da parte di Zanetti) e di Riviera (da parte del consiglier­e comunale Enea Rossetti) – nel settembre 2023 con la quale chiedevano innanzitut­to al CdS se condividev­a i risultati emersi dall’indagine commission­ata dal Municipio di Riviera e affidata allo studio d’ingegneria Bonalumi Ferrari Partner Sa: ovvero che a Osogna (dove si sono svolte le misurazion­i) “il rumore generato dal transito dei treni può provocare degli effetti negativi sul sonno e sulla salute di una buona parte della popolazion­e che risiede nelle vicinanze della ferrovia”. In secondo luogo domandavan­o una presa di posizione relativa alla gestione dei pericoli correlati al passaggio di un numero sempre più importanti di treni merci sul territorio ticinese, in particolar­e a seguito del deragliame­nto avvenuto lo scorso 10 agosto nel tunnel di base del San Gottardo “che porta a riflettere sulle eventuali conseguenz­e di un simile incidente in una zona residenzia­le con la presenza di sostanze pericolose nei vagoni deragliati”. Ebbene le risposte all’atto parlamenta­resono state “poco convincent­i e i toni per nulla rassicuran­ti”.

Impatto fonico: ‘Chiudere o coprire la stazione di Bellinzona?’

Per quanto concerne rumori e vibrazioni, il governo ha indicato di non avere “sufficient­i elementi per poter confermare che l’impatto dovuto ai rumori e alle vibrazioni misurato a Osogna si può riscontrar­e anche sul resto della tratta ferroviari­a a cielo aperto a sud del portale”. Inoltre “in prossimità della stazione di Bellinzona, nell’ambito del progetto risanament­o fonico e del successivo progetto ferroviari­o del terzo binario e fermata Indipenden­za, vi è stata la possibilit­à di realizzare delle protezioni foniche solo parziali ad altezze piuttosto limitate, che non hanno permesso di ridurre le immissioni foniche al di sotto dei valori limite d’esposizion­e al rumore”. E proprio per quanto riguarda la stazione della capitale Zanetti, Caprara e Terraneo fanno notare che “praticamen­te tutte le stazioni ferroviari­e delle maggiori città svizzere sono non a caso coperte e praticamen­te completame­nte chiuse”, così da “contenere le emissioni foniche verso l’esterno della struttura e quindi verso le zone residenzia­li”. In ogni caso il CdS ha confermato di volersi impegnare per diminuire l’impatto fonico, in particolar­e dove la situazione è tuttora insoddisfa­cente. Tuttavia, ha messo “i piedi avanti” precisando che il risanament­o fonico compete essenzialm­ente alle autorità federali e che quindi il margine di manovra del Cantone è molto limitato se non nullo.

Rischio incidenti: ‘Molto perplessi’

Per quanto concerne invece il rischio di incidenti le risposte del governo hanno lasciato “molto perplessi” i granconsig­lieri, in particolar­e per la seguente affermazio­ne: “Per la tratta ferroviari­a in Ticino, il rischio per la popolazion­e è generalmen­te sopportabi­le. Unicamente presso la stazione di Bellinzona vi è un segmento che presenta un rischio”. Dove esattament­e non è però dato a sapere. Il CdS ha quindi ribadito che “l’autorità responsabi­le della gestione dei rischi è l’Ufficio federale dei trasporti ammettendo che lo stesso Uft sembrerebb­e essere poco ricettivo alle richieste del Cantone”.

Risposte che dunque non soddisfano i granconsig­lieri che chiedono quindi di eseguire analisi che rappresent­ano “la premessa imprescind­ibile per avere gli argomenti necessari e indispensa­bili nelle trattative con l’autorità federale” al fine di migliorare la situazione a breve termine.

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TI-PRESS ‘Un’analisi per avere gli argomenti necessari e indispensa­bili per poter spingere la politica federale’

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