laRegione

Infermieri in fuga, crescono le liste d’attesa

-

In provincia di Como si calcola che il 10% dei pazienti a fronte delle difficoltà nell’accesso alle cure – per via dei tempi sempre più lunghi per fare le visite diagnostic­he e non potendo pagare di tasca propria il ricorso alle strutture sanitarie private – rinunciano a farsi curare. Una situazione che fa a pugni con l’articolo 32 della Costituzio­ne italiana che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamenta­le diritto dell’individuo e interesse della collettivi­tà, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Una garanzia, quella delle cure gratuite, sempre più sulla carta. Non solo a Como, il fenomeno riguarda tutta infatti la penisola, dalle Alpi alla Sicilia.

213 giorni per poter fare una mammografi­a al Sant’Anna

Nel comasco l’accesso alle cure è accentuato a causa della carenza negli ospedali soprattutt­o di personale infermieri­stico, che continua a calare. Oggi negli ospedali lariani gli infermieri in servizio sono 974, lo scorso anno erano 1.063. Quelli che mancano hanno varcato il confine con il Ticino, attirati da migliori condizioni salariali. Sembra invece essersi fermata l’emorragia di medici, ma continuano però a essere insufficie­nti per rispondere ai bisogni della regione. Non bastano infatti per accorciare le liste d’attesa, come certifican­o i numeri pubblicati dagli ospedali comaschi. Sono 213 giorni per una mammografi­a bilaterale al vecchio Sant’Anna (al Valduce 388), 111 giorni per una visita ginecologi­ca al nuovo ospedale, alla pneumologi­a dell’Asst Lariana per una visita ce ne vogliono 134 a Como e 139 a Cantù, l’attesa per una spirometri­a arriva a 147 giorni in via Napoleona. Per una colonscopi­a 145 giorni a Como e 169 a Cantù (192 al Valduce) e ancora 145 giorni per una visita di controllo nefrologic­a al Sant’Anna. Altri 174 per una visita endocrinol­ogica in via Napoleona. Per una cataratta 235 giorni al Sant’Anna, mentre al Valduce bisogna aspettare 302 giorni per una visita oculistica. Sempre in via Dante 244 per un ecodoppler ai tronchi sovraortic­i, oppure 297 per una visita dermatolog­ica. A Villa Aprica le attese più lunghe si registrano per una visita oculistica, 301 giorni.

‘La situazione pare peggiorata’

Secondo l’Ordine dei medici di Como ormai il sistema sanitario riconosce solo il 50% delle visite, il 43% delle prenotazio­ni specialist­iche viene effettuato in regime di libera profession­e, ovvero a pagamento. La Regione Lombardia, superata la pandemia, confida nel 2024 di ritrovare una (quasi) normalità.

“A me la situazione pare invece peggiorare – sostiene Massimo Monti, segretario provincial­e della Fimmg, federazion­e medici di medicina generale –. Confidiamo nel nuovo Cup unico che la Regione intende costruire da quest’anno e che deve comprender­e anche l’offerta dei privati”. La promessa di un unico centro di prenotazio­ne viene ripetuta dal 2016.

 ?? TI-PRESS ?? Verso ilTicino
TI-PRESS Verso ilTicino

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland