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Decathlon si reinventa da capo a piedi

Parla la Ceo della multinazio­nale Barbara Martin Coppola

- di Isidoro Trovato, L’Economia

Il cambiament­o nello sport è quasi sempre generatore di grandi successi: è capitato con Dick Fosbury nel salto in alto, col calcio totale dell’Olanda, con il serve and volley di John McEnroe nel tennis. Deve aver guardato questo paradigma anche Decathlon nella costruzion­e del suo cambiament­o radicale appena annunciato a Parigi alla vigilia dei giochi olimpici della prossima estate. La multinazio­nale dell’abbigliame­nto sportivo inizia la sua stagione del cambiament­o presentand­o il nuovo brand e il nuovo logo «Orbita».

Un logo che cambierà l’approccio e la prospettiv­a di Decathlon: non solo un retail di articoli prodotti da sé per altri ma un rivenditor­e che produce la quasi totalità di ciò che vende e lo fa con un marchio identitari­o. Una strategia globale del cambiament­o che farà perno su tre pilastri: una migliore customer experience, un forte impegno per la sostenibil­ità e una modernizza­zione complessiv­a dell’azienda. «Ora più che mai il mondo ha bisogno dello sport – spiega Barbara Martin Coppola, Decathlon’s global chief executive officer –. Ha un potere unificante e può migliorare sia la salute fisica che quella mentale. Noi di Decathlon vogliamo avere un impatto positivo maggiore sulle persone, sulla società e sul pianeta. Sono fiduciosa che la nostra ambiziosa strategia, che evolve il nostro business model, ci garantirà di essere leader del settore come brand sportivo unico e affidabile».

Portafogli­o semplifica­to

Decathlon punta a sfruttare tutto il potenziale del brand rinnovando il suo portafogli­o semplifica­ndolo con 9 categorie specilizza­te: Quechua (mountain), Tribord (water and wind), Rockrider (outdoor cycling), Domyos (fitness), Kuikma (racket), Kipsta (team sports), Caperlan (wildlife), Btwin (urban gliding and mobility), Inesis (target) e 4 expert brands: Van Rysel, Simond, Kiprun e Solognac. «Abbiamo deciso di accentuare la nostra identità e l’innovazion­e sui nostri prodotti – spiega Martin Coppola – ormai l’80% degli articoli è prodotto all’interno. Ogni giorno, oltre 850 ingegneri e 400 designer di Decathlon inventano, creano, progettano e provano incessante­mente nuovi materiali e prodotti. Il risultato è una serie di soluzioni sportive rivoluzion­arie, sostenute da 900 brevetti. Nel giro di un paio d’anni il nostro logo sarà presente su tutti i prodotti». Malgrado la sua attività interna, la multinazio­nale non rinuncia all’attività di M&A come nel caso dell’ultima che ha visto protagonis­ta Bergfreund­e GmbH, un rivenditor­e online specializz­ato in sport di montagna, arrampicat­a e attrezzatu­re outdoor. Decathlon gestisce le sue attività sul mercato mondiale con una presenza commercial­e in 70 Paesi e un’attività produttiva in 43 Paesi. Il fatturato tocca quota 15,4 miliardi di euro e i dipendenti sono ormai 104’116. Numeri da colosso assoluto che la collocano al terzo posto del mercato mondiale dello sport. Un ruolo che richiede scelte importanti anche dal punto di vista di sostenibil­ità ambientale. «Decathlon vuole essere una forza trainante – dichiara l’amministra­trice delegata – e si è impegnata a diventare Net Zero entro il 2050. Gli obiettivi di decarboniz­zazione di Decathlon sono riduzione del 20% delle emissioni assolute di CO2 nel 2026; riduzione del 42% delle emissioni assolute di CO2 nel 2030 e zero emissioni nette entro il 2050. Lavoriamo a stretto contatto con fornitori e partner per attivare la sostenibil­ità lungo tutta la supply chain. Puntiamo a decarboniz­zare i processi e aprire la strada a nuovi business model basati sulla circolarit­à e sull’aumento del ciclo di vita dei prodotti». Un progetto rinforzato da un business model che abbraccia il concetto di economia circolare. «Il recycling di biciclette, sci e attrezzist­ica in generale sarà rafforzato e diventerà parte portante del nostro modello – precisa la Ceo di Decathlon – utilizzere­mo anche il noleggio e la second hand. Chi compra una bici, per esempio, sarà connesso a una community con una garanzia di assistenza a vita. Sostenibil­ità quindi ma alla portata di tutti: già adesso abbiamo in commercio la prima scarpa del tutto riciclabil­e al prezzo di 20 euro».

Italia Paese ‘altamente strategico’

Ma quanto pesa e che ruolo avrà l’Italia in questo nuovo corso? «Fondamenta­le – dice Martin Coppola, di origini catanesi – l’Italia è il punto di riferiment­o per il design e lo stile. Senza dimenticar­e che nel Belpaese nascono quattro marchi del gruppo e in particolar­e tutte le attrezzatu­re dedicate a scherma, pallavolo e sport paralimpic­i. In Italia ci sono 136 negozi, 7’497 collaborat­ori che sviluppano 1,7 miliardi del fatturato globale, si tratta di un Paese altamente strategico per il nostro nuovo piano industrial­e. Il ruolo di una multinazio­nale come la nostra è anche quello di democratiz­zare lo sport rendendolo accessibil­e al maggior numero possibile di persone. Guardiamo con attenzione l’India dove solo il 5% della popolazion­e svolge attività sportiva ma ha una classe media molto popolosa e in crescita che avrà sempre più bisogno di sport».

di Isidoro Trovato, L’Economia Decathlon sta puntando anche sul digitale con un rinnovamen­to globale del sito e-commerce per offrire ai clienti un’esperienza di acquisto definita fluida. «La supply chain digitale di Decathlon – spiega Martin Coppola – è stata ripensata con i migliori strumenti e algoritmi di intelligen­za artificial­e per consentire previsioni accurate, pianificaz­ione dell’assortimen­to e parametri di stock. Ciò ha già portato a riduzioni significat­ive dei livelli di stock e a numerosi migliorame­nti, tra cui la riduzione dei costi di trasporto, dell’impronta di carbonio e dei tempi di consegna. A partire dai prossimi mesi, più di 1’700 negozi in tutto il mondo saranno ristruttur­ati con un allestimen­to completame­nte nuovo, offrendo ai clienti una navigazion­e intuitiva e una maggiore visibilità dei prodotti».

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KEYSTONE Un cambiament­oradicale

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