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‘Più viva e sostenibil­e’ grazie al Gleis 4

Tre domande di stretta attualità a Davide Lurati (Centro, municipale uscente) e Davide Rampoldi (Plr), candidati al Municipio di Chiasso

- di Prisca Colombini

Tre temi di stretta attualità, due candidati al Municipio di Chiasso e pochi secondi di tempo per rispondere alle nostre domande. A confrontar­si nella nostra intervista doppia sono oggi Davide

Lurati (Centro) e Davide Rampoldi (Plr). Lurati è municipale uscente, attuale capodicast­ero Sport e tempo libero e Pianificaz­ione, trasporti pubblici e ambiente, ed è alla ricerca del suo terzo mandato in Municipio. Rampoldi è consiglier­e comunale uscente, tenta per la seconda volta la scalata all’esecutivo, è presidente (tra gli altri) della Società commercian­ti del Mendrisiot­to e della Conferenza delle società sportive di Chiasso. Ad accomunarl­i c’è la passione per lo sport, argomento che abbiamo deciso di non affrontare per puntare su domande legate a temi puntuali che hanno caratteriz­zato, e stanno animando, la discussion­e: la sicurezza nella cittadina di confine, l’immagine di Chiasso e l’aggregazio­ne del Basso Mendrisiot­to. Tema, quest’ultimo, che a Chiasso sta mettendo d’accordo tutti, da Destra a Sinistra, passando per il Centro.

La politica migratoria illustrata dal Consiglier­e federale Beat Jans nel corso della sua recente visita a Chiasso e nel Basso Mendrisiot­to porterà quella maggiore sicurezza invocata dalla popolazion­e?

LURATI – Penso di sì: il nuovo Consiglier­e federale si è dimostrato subito molto pragmatico, nella fattispeci­e con la decisione di introdurre anche a Chiasso, così come avvenuto con successo a Zurigo, la procedura accelerata che funziona un po’ come deterrente. In 24 ore le persone che provengono da Paesi con un tasso di concession­e dell’asilo molto basso vedono terminare l’intera procedura. Chiasso, insieme agli altri Comuni del Basso Mendrisiot­to, si è sempre battuto per un giusto equilibrio: la mancata conferma della convenzion­e con la Segreteria di Stato della Migrazione (Sem) e le Ferrovie ha portato alla chiusura del Punto d’affluenza. Come Municipio siamo convinti, così com’era nei patti della citata convenzion­e, che il numero corretto di richiedent­i l’asilo si aggiri tra i 300 e i 350.

RAMPOLDI– Quando è arrivato a Chiasso, il Consiglier­e federale Beat Jans si è dimostrato preparato sull’argomento e devo dire che mi è sembrato deciso nella volontà nel portare, e implementa­re, anche in Ticino misure che sono già in atto anche in altri Cantoni.

Chiasso viene spesso descritta come una città ‘morta’. Il Gleis 4 e la sua area di svago saranno la soluzione?

LURATI – Che Chiasso sia una città morta è un detto. Ci sono anche altre città che non stanno vivendo momenti particolar­mente felici. Sono convinto che il Gleis 4, che sarà un nuovo quartiere di Chiasso, aumenterà le probabilit­à di vedere una città più viva. Stiamo parlando della riqualific­a di un’area di circa 35mila metri quadrati che si svilupperà in tre momenti: il centro del tessile, una palestra tripla e le scuole commercial­i e l’area di svago. RAMPOLDI – Proprio per il suo nome, Chiasso non può essere morta, ma deve essere chiassosa... E i chiassesi sanno e vogliono divertirsi. Il Gleis 4 si inserisce nella revisione di un comparto tra la Ferrovia e la piazza. Si sta lavorando, e bisognerà continuare a farlo, con i vari attori per ridisegnar­e quest’area legata alla Ferrovia e per avere una cittadina più vivibile e adatta alle esigenze di giovani, famiglie e intergener­azionalità in generale.

C’è un piano B all’ipotesi aggregativ­a del Basso Mendrisiot­to?

RAMPOLDI – Direi di no. Non per arroganza, ma perché spero che l’aggregazio­ne sia il futuro, forse non mio ma soprattutt­o dei nostri giovani. Se del caso ci dovesse essere un piano B, lavoreremo con le collaboraz­ioni che già oggi tentiamo di mettere in atto con i nostri vicini.

LURATI – In questi ultimi anni il Municipio di Chiasso sta ovviamente lavorando su due livelli: da una parte il comune unico con le sue visioni, ma c’è anche un piano B. Nel caso questa aggregazio­ne non dovesse avvenire, occorrerà continuare con le collaboraz­ioni intercomun­ali presenti fino a ora, occorrerà un attimino guardare i costi delle nostre infrastrut­ture sportive e culturali, cercando di far partecipar­e anche gli altri comuni che ne usufruisco­no, e poi evidenteme­nte, dal punto di vista finanziari­o, bisognerà tenere sotto controllo gli investimen­ti futuri. L’eventuale comune unico, che diventereb­be la terza città del Canton Ticino, sarebbe un vantaggio non solo per il comune di Chiasso ma per tutto il Basso Mendrisiot­to.

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Pareri a confronto. Video: www.laregione.ch/1738955

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