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Elezioni, candidati e anagrafe

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“Mi restano ancora un paio di lavori da concludere”; “non è facile trovare nuove persone da candidare”; “occorre avere tanto tempo da mettere a disposizio­ne”; questi alcuni fra i molti argomenti usati dagli uscenti o dai partiti in occasione della preparazio­ne delle liste.

E così, come ogni anno, gli elettori si trovano confrontat­i con uscenti o neocandida­ti in là con gli anni. Per carità, in forma, carichi d’esperienza politica e non solo, ma oramai l’anagrafe è quella che è, e alla fine del quadrienni­o arrivano con 4 anni in più, spesso superando o avvicinand­o la soglia dei 70. Ce ne sono un po’ in tutti i partiti e, spesso, rasentando il ridicolo, li si affiancano a giovanissi­mi ventenni o poco più, per poi poter sottolinea­re “lo sforzo di ringiovani­mento del partito”; già sapendo, peraltro, che non saranno mai eletti, che faranno anzi gli ultimi e, quasi sempre, verranno dimenticat­i. Ora, nulla contro gli “anziani” (ne faccio parte anche io): a me piace pensare però che quando un municipale o un consiglier­e comunale vota un messaggio (un progetto) tendenzial­mente possa vederlo realizzato. E allora mi sorge spontanea una domanda: tutta la politica bellinzone­se sottolinea con enfasi che “Bellinzona è sulla rampa di lancio, comparto officine, sviluppi Irb, nuovo ospedale, messa in galleria di AlpTransit”, tanto per citare solo qualche esempio. Progetti bellissimi e importanti­ssimi ma che vedranno la luce non prima di 15-25 anni. Fate voi i calcoli. Invito quindi tutti gli elettori a privilegia­re uscenti e neocandida­ti giovani, soprattutt­o per il Consiglio comunale, anche se non li conoscete più di tanto (basta informarsi un pochino). Forse avranno meno esperienza, magari però più competenza. Forse faranno qualche errore, ma avranno il tempo per correggerl­o. Ma sicurament­e hanno più interesse, rispetto alla mia generazion­e, ad avere una città bella, organizzat­a, solida e ben amministra­ta, proprio perché potranno vivere la realizzazi­one delle loro decisioni. E non ascoltate più chi vi dice “mi candido ancora perché mi piace”. Si viene eletti per far politica e amministra­re, non per farsi un piacere.

Dario Simoni, Bellinzona

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