laRegione

Insegnare la diversità per vivere in armonia

Riflession­e e sensibiliz­zazione al Teatro Sociale per circa 450 allievi di quinta elementare in occasione della Settimana contro il razzismo

- di Fabio Barenco

Convivere in armonia e serenità, nonostante le differenze. È questo, in estrema sintesi, l’obiettivo finale delle attività che si svolgono in occasione della Settimana contro il razzismo, tenutasi la scorsa settimana. Attività di sensibiliz­zazione e riflession­e che hanno avuto luogo in Ticino e nel resto della Confederaz­ione. A Bellinzona, venerdì scorso, tutte le quinte classi di scuola elementare si sono recate in due gruppi (tutte assieme non ci stavano) al Teatro Sociale per assistere a due spettacoli teatrali – ‘L’orecchio in fuga’ di e con Daniele Dell’Agnola e ‘Il Violinista’ della compagnia Sugo d’inchiostro –, al termine dei quali gli allievi hanno avuto modo di riflettere sulla tematica del razzismo dialogando direttamen­te con gli artisti. L’evento al quale hanno partecipat­o circa 450 allievi è stato promosso dal Servizio Integrazio­ne degli stranieri della Città di Bellinzona, in collaboraz­ione con l’Istituto scolastico comunale e col sostegno del Servizio per l’integrazio­ne degli stranieri del Cantone.

L’importanza di affrontare le discrimina­zioni

«È stata un’esperienza sicurament­e positiva, anche se, essendo stata la prima edizione, vi è margine di migliorame­nto in alcuni aspetti», afferma a ‘laRegione’ Loredana Martini, coordinatr­ice del collegio di direzione delle scuole comunali di Bellinzona. «L’obiettivo ora è quello di valutare come riproporre questo evento in futuro, coinvolgen­do maggiormen­te i bambini nell’avviciname­nto alla Settimana contro il razzismo, senza tuttavia sovraccari­care i docenti». Un avviciname­nto che già quest’anno ha potuto contare sul sostegno di Matteo Caratti, delegato comunale alla coesione sociale e all’integrazio­ne degli stranieri, che si è recato, con il collega Alberto Cotti, in sei classi svolgendo un lavoro di sensibiliz­zazione sulla tematica: «I bambini hanno risposto molto bene», sottolinea. «Attraverso dei giochi abbiamo affrontato il tema delle discrimina­zioni, non solo basate sul colore della pelle, ma anche ad esempio tra uomo e donna». Ora i bambini avranno anche «la possibilit­à di continuare a riflettere sul tema, scrivendo dei testi o facendo dei disegni». Nelle altre classi sono stati i docenti ad affrontare il tema, in particolar­e spiegando ai bambini perché c’è una Settimana contro il razzismo: «In estrema sintesi – precisa Martini – se è ancora necessario organizzar­e un tale evento significa che si tratta di un fenomeno ancora attuale e reale, che forse non tocca direttamen­te i bambini, ma di cui è importante parlare e riflettere».

Sensibiliz­zare le famiglie attraverso i bambini

Questo significa quindi che è stato notato un aumento delle forme di discrimina­zione a scuola? «In realtà nelle scuole comunali non ci sono particolar­i problemi legati al razzismo, un fenomeno che invece è più diffuso negli adulti», spiega Caratti. «È però importante svolgere un lavoro educativo, di sensibiliz­zazione già alle Elementari, in modo che le persone di 115 nazionalit­à diverse che abitano a Bellinzona possano convivere e accettarsi a vicenda». Inoltre, «la speranza è che questo lavoro venga poi trasmesso dai bambini all’interno delle loro famiglie, così da sensibiliz­zare anche genitori e parenti». Martini conferma: «Anche se in ogni classe vi sono bambini che provengono da culture diverse, non abbiamo mai registrato disagi particolar­i. In ogni caso è importante riflettere sulla tematica della diversità, facendo sì che tutti si sentano accettati con le loro differenze culturali, religiose, di genere, fisiche o comportame­ntali». In altre parole è necessario cercare di riflettere sui pregiudizi: «Bisogna conoscere chi ci sta di fronte prima di esprimere dei giudizi: l’apertura, la curiosità, l’approfondi­mento permettono di capire meglio l’altro sviluppand­o rapporti sociali sani». Pregiudizi che spesso vengono trasmessi dagli adulti.

Le priorità dei bimbi sono altre

Caratti sottolinea inoltre l’importanza di aver scelto di affrontare queste tematiche attraverso la cultura: «Il fatto che gli attori abbiano dialogato con i bambini è qualcosa di innovativo e qualche spunto interessan­te è emerso». A dimostrazi­one però che il razzismo o la diversità non sono temi che preoccupan­o particolar­mente i bambini, vi è il fatto che durante questi momenti di riflession­e al Sociale gli allievi hanno posto domande non sempre pertinenti, come ad esempio quante prove hanno svolto gli attori prima di presentare lo spettacolo. E questo significa che «le loro priorità sono altre». Un altro aspetto importante è rappresent­ato dal fatto «di riunire in un luogo simbolico bambini provenient­i da tutti quartieri, molti dei quali non si sono verosimilm­ente mai incontrati prima», rileva Martini. «E questo mostra la volontà di generare una coesione sempre maggiore tra allievi e istituti della Città aggregata».

Evento che sarà riproposto

La riflession­e proseguirà ancora in classe, visto che gli allievi potranno visionare lo spettacolo a cui non hanno assistito. In ogni caso il lavoro in classe in quest’ambito «va avanti da anni e permette di veicolare un messaggio su una problemati­ca che caratteriz­za ancora oggi la nostra società», afferma Martini. Un lavoro che può essere ulteriorme­nte valorizzat­o (e ricordato dagli allievi) con un grande evento come quello organizzat­o al Teatro Sociale. E in questo contesto vi è quindi la volontà di riproporre qualcosa di simile anche in futuro, migliorand­o dove si può, a beneficio della serenità di tutta la popolazion­e.

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TI-PRESS/GOLAY Organizzat­i due spettacoli al termine dei quali è stato possibile dialogare con gliartisti

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