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Il nido di Pregassona incendia il legislativ­o

Polemica di oltre un’ora fra i due fronti (Plr-Centro contro Lega-Sinistra, a grandi linee) sul progetto, che non passa: manca la maggioranz­a qualificat­a

- di Dino Stevanovic e Mirko Sebastiani

Alta tensione e un lungo dibattito. Nessuna sorpresa: la discussion­e sulla convenzion­e tra Città e Lugano Istituti Sociali (Lis) per costituire un diritto di superficie che permetta di costruire un asilo nido sul prato accanto al Capannone di Pregassona ha oscurato le numerose altre trattande all’ordine del giorno della seduta di Consiglio comunale (Cc) di lunedì. Il messaggio non è stato accolto: 28 sì, 25 no e 3 astenuti. Ci volevano 31 sì, per la maggioranz­a qualificat­a.

La seduta è partita con la richiesta della Lega di anticipare la trattanda, la sedicesima, per evitare che slittasse alla serata di martedì. L’istanza ha suscitato forti critiche, in particolar­e da parte dei liberalira­dicali, che hanno fortemente stigmatizz­ato la volontà di evitare il dibattito la sera della partita di play off tra Hc Lugano e Friborgo. La maggioranz­a del Cc ha tuttavia respinto la richiesta. Un paio d’ore dopo un secondo ostacolo è stato superato: la mozione d’ordine di Ferruccio Unternähre­r (Plr) che ha chiesto di posticipar­e all’indomani la discussion­e alla presenza del capodicast­ero Socialità Lorenzo Quadri, assente in quanto impegnato a Berna. E dunque, alle 22.45 si è cominciato a discutere del tema, mettendo a confronto le tesi del rapporto di maggioranz­a (sostenuto in particolar­e da Plr e Centro) che chiede sostanzial­mente di non accogliere il messaggio e quello di minoranza (sostenuto soprattutt­o da Lega e parte della sinistra), che chiede invece di approvarlo.

«Vogliamo dare un concreto supporto alle famiglie e alla conciliabi­lità – ha detto il relatore di minoranza Andrea Sanvido( Lega) –. La difficoltà di trovare un posto in un asilo è molto forte e le liste d’attesa sono molto lunghe. Sono molto dispiaciut­o che i colleghi del Centro non sostengano il messaggio, proprio loro che si presentano come partito della famiglia. Se non lo votiamo, passeranno dieci anni fino alla costruzion­e del prossimo asilo nido pubblico». «Non si discute della necessità della struttura, ma della sua ubicazione – la replica di Federica

Colombo Mattei (Centro) –. Da anni in Svizzera si applica il principio dello sviluppo centripeto, ossia della densificaz­ione. Quel terreno deve essere considerat­o quale superficie verde». «L’urgenza della struttura è assodata – ha detto Carlo Zoppi( Ps) –. A Pregassona sono previste opere, come il parco Viarno e la rinaturazi­one del Cassarate, e la superficie verde crescerà». «C’è un intero quartiere che sta dicendo però che lì l’asilo nido non lo vogliono, perché è uno dei pochi spazi liberi utilizzati frequentem­ente – l’opinione di Raide Bassi (Udc), alludendo alla commission­e di quartiere di Pregassona che ha lamentato il mancato coinvolgim­ento nel progetto –. Non c’è solo il pubblico che può costruire asili nido, possono farlo anche i privati».

La tensione è poi cresciuta con l’intervento di Fer

ruccio Unternähre­r (Plr): «Sono sconcertat­o e un po’risentito in merito alla proposta del Municipio. È l’esempio di quello che non si dovrebbe fare: mancanza di pianificaz­ione, improvvisa­zione, alcuna condivisio­ne, volontà di delegare ad altri proprie competenze e incapacità di ascoltare la cittadinan­za. Un vero e proprio pasticcio. Municipio che dimostra una profonda difficoltà, per non dire scollament­o, nell’essere vicino alla cittadinan­za, perché si vuole sacrificar­e l’unico spazio aggregativ­o attualment­e presente a Pregassona. Ci sono delle soluzioni alternativ­e, basta volerle: la soluzione pubblico-privato in via Maraini, il comparto ex Spohr, l’ex pozzo di captazione». E mentre Danilo Baratti

(Verdi) ha sottolinea­to che non si tratta di uno spazio verde qualsiasi, ma di uno che si trova in mezzo a un’area densamente edificata, Paolo Beltramine­lli (Centro) ha ribadito che «quel Capannone è l’unica struttura popolare che abbiamo e serve a tutti, e non solo Pregassona. È un’area preziosa, è un errore soffocare quell’area libera per costruire una struttura importanti­ssima, ma ubicata al posto sbagliato».

Prima degli interventi dei municipali, che a causa dell’orario non riusciamo a riportare sull’edizione odierna, è intervenut­a anche la relatrice del rapporto di maggioranz­a Giovanna Viscardi (Plr): «La conciliabi­lità fa parte di quasi tutti i programmi elettorali e chiarament­e in un periodo di campagna questi temi vengono un po’ strumental­izzati. È bello fare discorsi alla Mulino Bianco, ma tutti teniamo alle famiglie. Quali sono le priorità del Municipio che affida a terzi l’edificazio­ne dell’asilo? Il Municipio ha posticipat­o il progetto delle scuole comunali di Viganello, che prevedeva asilo nido, talmente è un tema prioritari­o. Perché non è stato possibile prendere in consideraz­ione un’altra ubicazione? Dei 26 posti previsti, quanti saranno veramente disponibil­i per i pregassone­si?». La discussion­e è poi proseguita oltre all’orario di stampa del giornale. A parte queste polemiche, il legislativ­o cittadino ha approvato il credito da 2,3 milioni di franchi per l’acquisto di un terreno in via Carona a Pazzallo, allo scopo di trasformar­lo in un posteggio pubblico. Non è però mancata qualche voce critica, soprattutt­o da destra, perché da un lato il quartiere attende da decenni un autosilo e dall’altro perché questo messaggio potrebbe non essere la soluzione ricercata. «L’obiettivo è superare l’impasse che dura quasi quarant’anni, non è un bell’esempio di efficienza da parte dell’ente pubblico» ha detto il relatore Mi

chele Malfanti (Centro) invitando comunque ad approvare l’oggetto, mentre per Bernasconi (Lega) «gli abitanti di Pazzallo meritano qualcosa di più rispetto a una soluzione raffazzona­ta come questa, è un credito senza chiaro indirizzo». «È un cruccio del Municipio non essere riusciti a portare sin qui a termine un progetto per una vera riqualific­a del nucleo, posteggi compresi» ha detto da parte sua la capodicast­ero Immobili Cristina Zanini Barzaghi.

Piuttosto lunga è stata la discussion­e sui tre messaggi relativi al Lac, approvati poi all’unanimità. Via libera ai consuntivi per le stagioni 2020-21 e 2021-22, che hanno chiuso rispettiva­mente con un utile di 186’000 franchi e una perdita di 311’000 franchi, come anche al nuovo mandato di prestazion­e per il quadrienni­o 2024-28, che prevede contributi da parte dell’ente pubblico di 9,44 milioni di franchi all’anno. I diversi interventi, a cominciare da quello della relatrice Lara Olgiati (Plr) sul mandato, sono stati di carattere positivo. Ma non è mancata qualche critica. C’è chi ha chiesto un maggior rigore nell’esposizion­e dei conti ( Carlo Zoppi, Ps), chi una mescita potenziata in particolar­e dopo gli spettacoli ( Giovanni Albertini, Ticino&Lavoro) e chi un maggior impegno da parte dell’ente nell’autofinanz­iamento ( Maurizio Reichlin, Udc). Interventi ai quali ha replicato il capodicast­ero Cultura Roberto

Badaracco: «La cultura non vive di autofinanz­iamento, i contributi pubblici sono essenziali. Con il Lac siamo attorno al 50% e questo è un risultato eccezional­e, considerat­o che la media nel settore è attorno al 20-30% di autofinanz­iamento. Un risultato ottenuto grazie all’integrazio­ne di Lugano in Scena che ha permesso al Lac di diventare un vero e proprio centro di produzione culturale. Ma dobbiamo continuare a lavorare sodo come sinora, altrimenti si rischia di perdere gli sponsor privati che sono importanti­ssimi. Per questo, per continuare a essere così competitiv­i, abbiamo deciso di integrare Lugano Musica. Riguardo alla mescita: non è facile, la pecca di base è che non è stato pensato un ristorante nel progetto iniziale. Ma stiamo lavorando ad alcune soluzioni per venire incontro alle richieste».

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