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Inquinamen­to da idrocarbur­i nel torrente Leguana

La perdita, avvenuta a nord dell’abitato, è stata contenuta

- di Malva Cometta Leon

Il torrente Leguana, giovedì 21 marzo, a nord dell’abitato di Rivera, ha visto le proprie acque macchiarsi a causa di una perdita di idrocarbur­i fuoriuscit­i da una fabbrica della zona. La Sezione della protezione dell’aria e dell’acqua e del suolo (Spaas) stima un riversamen­to della sostanza inquinante di circa un centinaio di litri. Stando a nostre informazio­ni, il liquido contenente idrocarbur­i sarebbe fuoriuscit­o a causa del rovesciame­nto di un bidone. La portata e la causa dell’evento sono comunque ancora al vaglio di indagini affidate alla polizia. A seguito di un allarme non tra i più tempestivi, sul luogo sono intervenut­i i militi del corpo pompieri di Montecener­i, che hanno provveduto a sbarrare il torrente, e la Spaas per gli accertamen­ti del caso. Lo sbarrament­o dell’area colpita ha la funzione di assorbire i residui, ma la fonte, ci spiega Nicola Solcà, capo sezione della Spaas, «è stata disinnesca­ta, ma rimane necessario questo sbarrament­o preventivo per l’assorbimen­to dei residui che possono essere ancora presenti sugli argini». Gli interventi verranno mantenuti ancora per qualche giorno. «Per questo tipo di inquinanti – aggiunge – non ci si aspettano danni alla fauna ittica».

Gli inquinamen­ti dei fiumi provocati da idrocarbur­i sono la casistica più tipica, anche perché, conclude Solcà, «sono le sostanze più utilizzate», in particolar­e dal settore industrial­eartigiana­le. Lo dimostrano anche i dati statistici. A intervenir­e in casi come questo è il picchetto del Nucleo operativo incidenti (Noi) della Spaas che fornisce consulenza agli enti di primo intervento coinvolti e registra tutti gli interventi. Nel 2022, in base all’ultimo rapporto statistico a livello cantonale, emerge che il 42,2% degli inquinamen­ti hanno riguardato il comparto delle acque superficia­li: laghi (11%) e corsi d’acqua (89%). Il 32,1% riguarda le acque del Sottocener­i. Tra questi episodi sono coinvolti principalm­ente gli idrocarbur­i (30,1%). Sostanzial­mente, la fetta della torta più grande. La seconda fetta, per una percentual­e del 26,5%, è composta da sostanze chimiche come fluorescei­na, schiuma, vernice, olio, gas pericolosi, acidi e altre sostanze tossiche e particolar­mente pericolose per l’ambiente.

Colpito di recente anche il Cassarate

A luglio del 2022, sempre nel Luganese, a essere stato oggetto di interventi da parte del Noi è stato il fiume Cassarate, nel quale era stato riversato un importante quantitati­vo di idrocarbur­i. L’incidente – avvenuto in territorio di Davesco-Soragno – ha causato l’imbrattame­nto di oltre mezzo chilometro di fiume e per il quale è stata necessaria un’importante bonifica mediante risciacquo e raccolta della sostanza con i famosi sbarrament­i. A causa dell’accaduto le autorità erano state indotte a vietare la balneabili­tà del corso d’acqua.

Oggetto di riqualific­a

Tornando al torrente Leguana, lo scorso ottobre, dopo 15 anni tra progettazi­oni, lavori e lo stanziamen­to di 900mila franchi, il tratto finale a Camignolo del ruscello è stato rivitalizz­ato e reso accessibil­e. Si è passati dunque da una situazione che vedeva degli argini artificial­i creati negli anni settanta e con numerose briglie, che originaria­mente avevano la funzione di creare una pendenza lungo il torrente ma che in caso di secca creavano delle zone di ristagno che spesso risultavan­o trappole mortali per la fauna ittica, a una situazione più naturale. Oltre ai benefici a livello naturalist­ico, ora anche la fauna avrà più spazio. Secondo i promotori, infatti, ci saranno più merli acquaioli, trote fario, cavallette celesti, ricci e natrici tassellate.

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La portata e la causa dell’evento sono al vaglio di indagini affidate alla polizia

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