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Da Battiato ai Måneskin, sognando i Red Hot

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Aspettando la musica, noi inganniamo l’attesa con l’organizzat­ore. «Non è facile ed è motivo di orgoglio, per un festival ticinese come il nostro, esserci ancora dopo dieci anni, una volta superate le problemati­che Covid, e riuscire a crescere. I cinque giorni di musica, l’entrata gratuita per i Nomadi, il day party, le novità non mancano». I dieci anni di Gabriele Censi alla guida di Castle On Air, per uno dei motivi appena detti, oggi sarebbero undici, ma è la pallina che manca al pallottoli­ere di più o meno tutti gli open air usciti dal tunnel pandemico. Nei giorni, recentissi­mi, in cui l’elettronic­a berlinese è patrimonio immaterial­e Unesco, Castle On Air apre all’elettronic­a che nel profondo Nord, in forma di party all’aria aperta, è appuntamen­to consolidat­o da tempo: «Cose di questo tipo da noi sono più sporadiche – commenta Gabriele – ed è per questo che vogliamo inserire in Castle On Air il concetto ‘The Castle’, per ampliarlo negli anni. Ascona già fa qualcosa di questo tipo, credo che il Ticino si adatterà presto alla formula».

Dieci anni di festival, tempo di bilanci, tempo di ‘bello e brutto’: «L’anno del Covid è stato duro, e questo è un primo ricordo brutto. L’altro brutto ricordo sono gli artisti che hanno suonato da noi e non ci sono più, Franco Battiato e Pau Donés, il cantante degli Jarabe De Palo. Un gran bel ricordo invece è l’avere avuto una band come i Måneskin quando ancora non erano il fenomeno mondiale che sono oggi, ma ci metto tutte le belle serate di musica in una cornice che, se il bel tempo lo consente, non ha eguali».

Dieci anni dopo, il bilancio diventa anche personale: «Il mio è un mestiere ricco di imprevisti, che presuppone il reinventar­si continuame­nte e l’avere grande, grandissim­a pazienza: ho trattato alcuni nomi a marzo 2023 per chiuderli solo la scorsa settimana. A volte le risposte non arrivano, altre volte gli artisti possono cambiare idea, o nascono problemi per via della capienza o di tante altre infinite variabili». Questo era il brutto dell’organizzar­e concerti. «Il bello? Tutto quello che ho appena detto». Guardando al futuro. Per questione di gusto personale, Gabriele vorrebbe tanto portare in Ticino gli AC/DC, «ma sono irrealizza­bili per una questione innanzitut­to logistica», e i suoi eroi dell’adolescenz­a, i Red Hot Chili Peppers e i Green Day: «Con capienze contenute è quasi impossibil­e averli come ospiti, ma nuove opportunit­à nascono di giorno in giorno: tutto può succedere».

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Il cartellone. Info: www.castleonai­r.ch, www.gcevents.ch. Biglietti: www.ticketcorn­er.ch

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