‘Cessate il fuoco’ a Gaza Israele fa ostruzionismo
Netanyahu congela i negoziati e incolpa Hamas
Tel Aviv – Israele ha confermato la morte di Marwan Issa, il numero delle Brigate Qassam, ala militare di Hamas, centrato lo scorso 11 marzo in un bunker a Nesseirat nel centro della Striscia.
Intanto sui negoziati per Gaza in Qatar è sceso il gelo. Anzi, di fatto sembrano siano saltati del tutto, visto che il premier Benjamin Netanyahu ha ritirato la delegazione israeliana a Doha. I motivi, secondo lo Stato ebraico, risiedono non solo nelle richieste ribadite da Hamas al tavolo delle trattative, ma anche nella risoluzione sull’immediato cessate il fuoco nella Striscia e il rilascio degli ostaggi approvata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu con l’astensione – la prima volta in assoluto – degli Usa. Per questo il team guidato dal capo del Mossad, David Barnea, ha lasciato il tavolo negoziale, anche se il Qatar ha negato che i colloqui siano definitivamente morti. La mossa di Israele è seguita alla presa di posizione di Hamas poche ore dopo il voto all’Onu. La fazione islamica ha fatto sapere di aver informato i mediatori che “il movimento si attiene alla sua visione presentata il 14 marzo, perché l’occupazione non ha risposto a nessuna delle richieste fondamentali”. Tra queste ha confermato “un cessate il fuoco completo, il ritiro totale dalla Striscia di Gaza, il ritorno degli sfollati e un vero scambio di prigionieri”. “La posizione di Hamas – ha attaccato l’ufficio di Netanyahu – dimostra che non è interessata a continuare le trattative e rappresenta una prova dolorosa dei danni causati dalla decisione del Consiglio di sicurezza”. Gli Usa hanno contestato questa ricostruzione definendola – secondo il portavoce del dipartimento di Stato Matthew Miller – “inaccurata sotto ogni aspetto”. Ma l’ufficio del premier ha insistito che “Israele non si arrenderà alle richieste strampalate di Hamas e continuerà ad agire per raggiungere gli obiettivi della guerra”. È stato poi il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin a ribattere, ribadendo che a Gaza “il numero delle vittime civili è troppo alto e la quantità di aiuti umanitari è troppo bassa”.