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‘La missione di Mendrisio? Attrarre residenti e imprese’

A qualche settimana dal voto il sindaco Samuele Cavadini guarda alla sfida elettorale convinto che le strategie messe in campo sono quelle giuste

- di Daniela Carugati

A Mendrisio mai come in questa tornata elettorale si profila una serie di incognite: quale sarà il volto del nuovo Municipio? In discussion­e c’è il terzo seggio del Plr. L’area progressis­ta, dal canto suo, è chiamata a tenere le posizioni e a individuar­e un o una erede della municipale uscente (Françoise Gehring), mentre a destra la separazion­e fra Lega e Udc-Udf mette a rischio un’altra poltrona. Come sindaco uscente ed esponente del partito di maggioranz­a relativa, il Plr, sente più di altre volte che questa elezione sarà particolar­e e in salita?

Forse qualche incognita in più c’è rispetto al passato. È pur vero che anche tre anni or sono il Plr ha conquistat­o tre seggi e non se l’aspettava. La partita delle elezioni è sempre un po’ difficile da interpreta­re e in questa tornata ci sono diversi scenari aperti. Da parte nostra, cerchiamo di proseguire lungo la strada tracciata. L’obiettivo è quello di avere progetti, di ricercare soluzioni e opportunit­à per affrontare le sfide per la Città di Mendrisio. Sperando che questo venga apprezzato.

Questa sfida, però, la preoccupa più di altre? Pensa possa essere messa in discussion­e la collegiali­tà, dovessero cambiare i protagonis­ti al tavolo dell’Esecutivo?

Dopo il voto bisognerà vedere non tanto quali saranno i partiti rappresent­ati, bensì chi saranno gli eletti. Le dinamiche della collegiali­tà in seno al Municipio si costruisco­no con le persone. Quindi bisognerà aspettare di sapere chi saranno i sette municipali e trovare poi una giusta dinamica per lavorare per la Città. Ciò è quello che conta e non vedo questa situazione con preoccupaz­ione, ma come una sfida. Il Plr ha tutte le carte per riuscire a confermare il risultato, quindi i tre seggi e il sindacato, oltre alla compagine in Consiglio comunale, che pure è importante. L’intento infatti è anche quello di riaffermar­e la nostra visione di città, seguendo i nostri valori, con un occhio attento alla Mendrisio di oggi e quella che sarà.

Resta il fatto che nel 2021 avete centrato i tre seggi, salvo poi strada facendo ritrovarvi a gestire una situazione non semplice, con la sfiducia verso l’allora terzo municipale Plr (Massimo Cerutti), che oggi si ricandida con Udc-Udf.

Di per sé ripartiamo dal punto in cui ci eravamo ritrovati nella scorsa legislatur­a, con due uscenti; tra l’altro anche questa volta con Maffi, diventato ormai un ottimo compagno di viaggio. Anche allora poteva sembrare impossibil­e centrare il tris, quindi ci proviamo di nuovo. Poi ogni elezione è diversa dall’altra. Vedremo cosa accadrà, ma siamo fiduciosi.

Per essere progettual­i bisogna avere le risorse. Il risultato dei Consuntivi 2023 – chiusi a pareggio – è incoraggia­nte.

Nel corso di questa legislatur­a è emerso però con evidenza un aspetto, quello dell’indebitame­nto, anche con terzi

(le banche), che va crescendo e che può essere un elemento di preoccupaz­ione a fronte degli oneri fissi riversati dal Cantone sui Comuni. La Città come pensa di fronteggia­re costi e debiti?

Negli ultimi anni è cambiato molto il contesto finanziari­o nel quale operiamo. Infatti, abbiamo avuto costi in crescita causati in particolar­e da fattori esterni. Ne sono un esempio le spese di trasferime­nto attribuite al Comune secondo il meccanismo perequativ­o cantonale, passate dai 14 milioni del 2020 ai 21 del 2023, e legate soprattutt­o a voci specifiche, come anziani e assistenza, che non dipendono direttamen­te da noi. In realtà il Comune può governare circa 30 centesimi ogni un franco speso: i margini di manovra per l’equilibrio finanziari­o sono oggettivam­ente molto stretti, e gli impegni sono numerosi, considerat­o che il Comune è anche l’organo istituzion­ale chiamato a dispensare dei servizi di prossimità. E i servizi sono quanto mai necessari in un momento di crisi, con una fascia di popolazion­e più fragile messa a dura prova da aumenti di costi (ad esempio premi di cassa malati, energia ecc.), e che merita un aiuto. Non è il momento, quindi, anche solo di immaginare di riequilibr­are le finanze tagliando dei servizi e degli aiuti mirati e puntuali. Vi è poi una comunità che nutre delle aspettativ­e su vari ambiti: pensiamo alla socialità, alla cultura, allo sport e tempo libero, alla cura di un territorio sempre più vasto, con esigenze accresciut­e da parte della popolazion­e. Il Municipio ha voluto affrontare con serietà il tema delle finanze pubbliche e ha dapprima elaborato un’analisi della composizio­ne della spesa per avere un punto di partenza; e successiva­mente ha attivato delle misure per contenere i costi. Si è trattato di un lungo lavoro sfociato in diverse iniziative, l’ultima delle quali in ordine di tempo è stata la riorganizz­azione dei dicasteri (passati da 13 a 7, ndr), che ora prevede delle fasi successive per rivedere e ammodernar­e l’organizzaz­ione comunale ed essere più efficienti, cercando di evitare gli sprechi. Vi è poi la parte legata agli investimen­ti – di edilizia pubblica, manutenzio­ne –, che possono essere calibrati, in funzione della disponibil­ità finanziari­a e della capacità di recepire i progetti, per proiettars­i verso il futuro. In questo ambito dobbiamo prestare attenzione al debito pubblico, affinché ciò che realizziam­o sia sostenibil­e nel lungo periodo. Ci saranno momenti in cui potremo investire maggiormen­te, perché avremo più risorse; e momenti in cui dovremo cercare di ridurre un po’ il ritmo, per non rischiare di perdere il punto di equilibrio. Certo le esigenze della popolazion­e sono sempre maggiori. Va altresì detto che Mendrisio ha accumulato negli anni alcuni ritardi, ad esempio, sulla messa a nuovo di strutture che il cittadino dà un po’ per scontate – come la sede amministra­tiva, gli edifici scolastici e in genere altre opere di edilizia pubblica nei quartieri. Il Piano delle opere dovrà quindi trovare il giusto equilibrio fra esigenze e disponibil­ità finanziari­e, prestando attenzione all’indebitame­nto. Saranno discorsi da continuare dopo le elezioni, contestual­izzando la nostra azione in documenti strategici che abbiamo già predispost­o, quali le linee strategich­e 2035, quelle delle Aim (Aziende industrial­i, ndr), il bilancio di genere, la strategia digitale (smartxme). Inoltre, stiamo lavorando su una strategia di marketing territoria­le.

Lei mi conferma che in cima ai pensieri del Municipio oggi c’è la strategia di marketing territoria­le. E uno degli elementi cardine è riuscire ad attrarre nuovi residenti e nuovi insediamen­ti. La Città su cosa pensa di puntare?

Quando si è messi così tanto sotto pressione dalle uscite e si hanno oggettivam­ente poche possibilit­à di contenere la spesa, ci si rende conto che è forse possibile agire anche su un altro fronte, quello delle entrate evitando tuttavia eccessivi aumenti della pressione fiscale. Da qui l’esigenza di rendere più attrattivo il Comune, visto che di soluzioni abitative e per insediamen­ti di aziende ve ne sono ancora. Insomma, Mendrisio è ben posizionat­a e ben contestual­izzata sia per l’abitare sia per il fare impresa. Siamo una Città, ma un po’ particolar­e perché composta da dieci Quartieri, ognuno con una propria peculiarit­à e dove chi vive lì si sente parte di una realtà concreta che permette di avere una qualità di vita molto alta rispetto ad altre realtà. Al contempo abbiamo zone in cui c’è un bel fermento economico, basti guardare parte della zona industrial­e o il comparto stazione, che ospita il polo formativo della Supsi arrivata dopo l’Accademia di architettu­ra. Aree dove si creano anche belle sinergie, proprio perché abbiamo un mondo economico molto eterogeneo, sul piano locale e internazio­nale, oltre che una collocazio­ne geografica decisament­e attrattiva. Detto questo, abbiamo voluto capire come meglio far apprezzare queste particolar­ità, inserite in una regione con valenze turistiche, naturalist­iche, sociali e culturali. Promuoverc­i maggiormen­te è la via da percorrere e dopo un’attenta analisi ora si stanno definendo le linee per cercare di attirare nuovi cittadini, nuove imprese o realtà anche formative, perché vogliamo ampliare e consolidar­e ancora di più il polo universita­rio. Le leve che vorremmo muovere in questa strategia sono sostanzial­mente quelle che ci danno modo di puntare su questi aspetti – impresa da un lato, formazione dall’altro, senza trascurare le famiglie – e le stiamo affinando. Non ci sono ancora misure concrete, ma i destinatar­i sono tutti coloro che vogliono venire a fare qualcosa a Mendrisio, che sia impresa, vivere, studiare o anche solo visitare la città. Tra l’altro alcuni nuovi arrivi – il segnale è nei conti – ci hanno dimostrato che la strategia è quella giusta.

Le condizioni quadro, insomma, già ci sono. A proposito dei Quartieri e della loro ‘identità’ territoria­le, ai tempi del processo aggregativ­o i patti stilati con gli ex Comuni restituiva­no lunghe liste di opere da realizzare. Liste rimaste incompiute.

E penso alla riqualific­a delle piazze – come piazza Baraini, progetto che di recente ha espresso però una visione più chiara – o ad altri interventi infrastrut­turali, quali quelli evocati di recente da una interrogaz­ione su Meride (alle prese con problemi di parcheggio). Si è tornati a dar voce alle rivendicaz­ioni locali: di recente il Municipio è tornato anche a incontrare i Quartieri. Quella lista oggi è ancora sostenibil­e? Come risponde alle richieste avanzate dai singoli Quartieri?

Nel 2023 abbiamo ricordato i dieci anni dall’ultima tappa aggregativ­a. La Città si è creata lì, superando i 10mila abitanti. E le tappe aggregativ­e hanno portato benefici all’intera Città. Penso ai servizi che ora Mendrisio offre, per molti ex Comuni è diminuita la pressione fiscale (taluni erano vicini alla compensazi­one e avevano una capacità di investimen­to molto ridotta). Adesso la Città ha in ogni caso maggiori risorse e capacità di investimen­to, sono però cambiate molte cose nel contesto generale, come detto, rispetto ai primi anni dell’aggregazio­ne. La pressione esercitata sui Comuni relativa ai compiti da affrontare e le risorse a disposizio­ne è peggiorata. Poi c’è stata la pandemia e in seguito altre crisi causate da una mutata situazione geopolitic­a. Bisogna pur ammettere, però, che alcune risposte sono state tardive e che alcuni progetti non si sono ancora realizzati. In questo ambito si continua dunque a lavorare per portarli a termine. Per noi vivere nel Quartiere o fare attività di impresa nel Quartiere – non sono tutti dei dormitori, c’è della vivacità –, vuol dire far sì che lì qualcosa possa nascere, grazie anche a investimen­ti pubblici. Chiaro, non è sempre facile, vuoi per la mole di lavoro, vuoi per le priorità che vogliamo dare e che per un motivo o per l’altro si sono rallentate, vuoi anche per le condizioni che cambiano. Ripeto, le difficoltà degli ultimi anni hanno sicurament­e reso più difficile il percorso. Ma la Città ha una via tracciata grazie a documenti come le visioni strategich­e 2035, elaborate dal Municipio ma condivise con il Legislativ­o e la cittadinan­za. Le tempistich­e spesso deludono, ma il tutto e subito non è sempre possibile. Poi in qualche progetto puntuale si è incappati in difficoltà di ordine superiore.

A proposito di aggregazio­ni, il Basso Mendrisiot­to ha alfine fatto un passo in quella direzione. Per Mendrisio è tempo, invece, per riprendere il discorso?

Diciamo subito che il progetto andrebbe rifatto, dopo oltre un decennio. Il dialogo in ogni caso deve sempre restare aperto. Se il Basso Mendrisiot­to si consolida, nell’Alto Mendrisiot­to occorre riflettere sulla risposta da dare. Delle possibilit­à ci sarebbero per affrontare insieme tematiche legate, ad esempio, alla pianificaz­ione e alle difficoltà di gestire le pressioni finanziari­e. Non deve però essere un obiettivo da centrare a tutti costi, ci vuole la volontà da parte di Mendrisio e degli altri eventuali Comuni interessat­i e affrontare il tutto con energia e positività, senza perdere d’occhio altre priorità oggi molto importanti. Poi ci sono le collaboraz­ioni regionali, che sono ancora più determinan­ti, perché danno una risposta immediata e avvicinano i cittadini (l’Ente regionale dello sport, la rete dei musei, le soluzioni legate alla mobilità ecc.). Le aggregazio­ni richiedono molto tempo. Mendrisio, comunque, sarà al tavolo delle trattative se necessario e il dialogo con i Comuni vicini è sempre attivo.

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TI-PRESS La Città ha le sue carte dagiocare

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