Ascona, Lugano e il gioco al massacro
Locarno, una città con nuovi progetti!
“Unus pro omnibus, omnes pro uno”, vale a dire: uno per tutti, tutti per uno. Questo è un po’ il motto della Svizzera. Lo si legge sotto la cupola di Palazzo federale. Sta a indicare il principio della solidarietà tra i Cantoni.
Dovrebbe essere un valore irrinunciabile della politica federale. Purtroppo così sempre non è. Un solo esempio basterà per provarlo, quello della politica fiscale. Malgrado la perequazione finanziaria nazionale, che si regge in gran parte sui contributi della Confederazione, i Cantoni possono usare senza vincoli la leva della concorrenza fiscale intercantonale: si concedono sgravi fiscali agli alti redditi, si aboliscono tasse, con l’obiettivo di attrarre nuovi contribuenti, soprattutto quelli più facoltosi. Il risultato è quasi sempre lo stesso: magari ne arrivano anche, se ciò che li ha spinti a trasferirsi è soltanto il vantaggio fiscale, se ne vanno tuttavia appena trovano qualche lido più conveniente. Dove vada a parare questo gioco al massacro lo vediamo in Ticino e non da oggi. Il recente voto del Gran Consiglio sul preventivo del Cantone per l’anno in corso è purtroppo soltanto l’ultimo esempio.
Qualcosa del genere ora potrebbe accadere anche nei Comuni. Dal 1° gennaio del prossimo anno entrerà in vigore (a meno di ripensamenti) la modifica della Legge organica comunale. La nuova norma (art. 177 cpv. 1 bis) introduce il moltiplicatore d’imposta differenziato per persone fisiche e persone giuridiche, con la possibilità di ridurre l’imposizione fiscale delle persone giuridiche fino a un massimo di 20 punti. Nel caso del Comune di Ascona l’imposizione delle persone giuridiche potrebbe essere ridotta fino al 55%.
Non c’è chi non veda le conseguenze deleterie del moltiplicatore differenziato. Il gioco al massacro che già conosciamo tra i Cantoni potrebbe diventare presto una triste realtà anche tra i Comuni. A Lugano se ne sono accorti; lì pure tra le fila del Centro qualcuno paventa giustamente “pericolose speculazioni e dannose competizioni fiscali al ribasso tra Comuni”. Ad Ascona qualcuno che si dice al Centro, ma guarda inequivocabilmente a destra, proprio su queste pagine, ha invece proposto di “fissare il moltiplicatore fiscale per le persone giuridiche al livello più basso possibile”. Chi lo ha scritto non è solo; a destra ad Ascona anche altri coltivano il disegno.
Non è di questo che ha bisogno Ascona; non è di questo che ha bisogno il Locarnese, una regione nella quale la collaborazione intercomunale risulta già ora molto difficile e che diventerebbe impossibile se si scatenasse il gioco al massacro indotto dal moltiplicatore differenziato. Cittadine e cittadini di Ascona hanno ora però la possibilità di cambiare questa narrazione. Invece del gioco al massacro, con il loro voto possono dare senso al motto che si legge a Palazzo federale: meno concorrenza, più solidarietà tra i Comuni.
Dai cosiddetti Piani d’agglomerato, al nuovo quartiere ecosostenibile all’ex-Macello-Gas, dal nodo intermodale della stazione FFS alla la cosiddetta area di svago di prossimità che include il Delta, le golene di Maggia e Melezza, nonché Ponte Brolla, fino alla riqualifica urbanistiche di Largo Zorzi e di Piazza Grande, sono diversi i progetti previsti nei prossimi anni a Locarno. La strada è quella giusta e va sostenuta, purché non si perda di vista la filosofia che deve reggere l’intero dossier. Ovvero: progettare una città a misura di cittadino, di tutti i cittadini (ben vengano, ad esempio, l’asilo nido e la casa per anziani previsti nel futuro quartiere ecosostenibile). Se mettiamo al centro il benessere della popolazione, automaticamente andiamo incontro anche alle esigenze dei turisti. Le nuove opere dovranno fungere anche da volano economico, per le piccole e medie imprese presenti sul territorio e attirandone di nuove. Il tutto tenendo lontana la speculazione edilizia fine a sé stessa. A Locarno abbiamo un tesoro che città più ricche (ad esempio Lugano) ci invidiano: lo spazio e il verde. Basta guardare una foto panoramica della città. Ci sono ancora ampie zone libere da cemento e asfalto. Un patrimonio da conservare assolutamente. Ogni nuovo progetto che preveda di sottrarre questo spazio prezioso deve essere pesato attentamente. Meglio ancora, riqualificare. Progettualità è anche potenziare il trasporto pubblico, le reti ciclabili e i posteggi per moto e scooter: se Locarno è una città a misura d’uomo è anche perché il traffico non raggiunge i livelli di guardia di altri centri urbani.
L’hotel a torre di 60/70 metri previsto tra viale dell’Isolino e via della Posta sta facendo discutere (sarebbe l’edificio più altro del Ticino). Sì? No? Dipende: occorre valutare tenendo conto dei principi esposti sopra: se rafforza l’offerta turistica generando nuovi posti di lavoro (per i residenti!) senza dover sottrarre aree verdi, allora ben venga. Se, invece, dovesse risultare una pura speculazione edilizia senza benefici collettivi, allora no, grazie. Dare ora risposte nette su dossier complessi sarebbe un errore. Per decidere occorre informarsi, spulciare i progetti, incalzare di domande i pianificatori. Conoscere per decidere. È quello che ho sempre fatto occupandomi di politica in Consiglio comunale, e che continuerò a fare, se i cittadini mi rinnoveranno la loro fiducia.