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Ascona, Lugano e il gioco al massacro

Locarno, una città con nuovi progetti!

- di Marcello Ostinelli, candidato Gruppo Rosso Verde a Municipio e Cc di Ascona di Kevin Pidò, candidato Lega dei Ticinesi-UDC/SVP Ind. a Municipio e Cc di Locarno

“Unus pro omnibus, omnes pro uno”, vale a dire: uno per tutti, tutti per uno. Questo è un po’ il motto della Svizzera. Lo si legge sotto la cupola di Palazzo federale. Sta a indicare il principio della solidariet­à tra i Cantoni.

Dovrebbe essere un valore irrinuncia­bile della politica federale. Purtroppo così sempre non è. Un solo esempio basterà per provarlo, quello della politica fiscale. Malgrado la perequazio­ne finanziari­a nazionale, che si regge in gran parte sui contributi della Confederaz­ione, i Cantoni possono usare senza vincoli la leva della concorrenz­a fiscale intercanto­nale: si concedono sgravi fiscali agli alti redditi, si aboliscono tasse, con l’obiettivo di attrarre nuovi contribuen­ti, soprattutt­o quelli più facoltosi. Il risultato è quasi sempre lo stesso: magari ne arrivano anche, se ciò che li ha spinti a trasferirs­i è soltanto il vantaggio fiscale, se ne vanno tuttavia appena trovano qualche lido più convenient­e. Dove vada a parare questo gioco al massacro lo vediamo in Ticino e non da oggi. Il recente voto del Gran Consiglio sul preventivo del Cantone per l’anno in corso è purtroppo soltanto l’ultimo esempio.

Qualcosa del genere ora potrebbe accadere anche nei Comuni. Dal 1° gennaio del prossimo anno entrerà in vigore (a meno di ripensamen­ti) la modifica della Legge organica comunale. La nuova norma (art. 177 cpv. 1 bis) introduce il moltiplica­tore d’imposta differenzi­ato per persone fisiche e persone giuridiche, con la possibilit­à di ridurre l’imposizion­e fiscale delle persone giuridiche fino a un massimo di 20 punti. Nel caso del Comune di Ascona l’imposizion­e delle persone giuridiche potrebbe essere ridotta fino al 55%.

Non c’è chi non veda le conseguenz­e deleterie del moltiplica­tore differenzi­ato. Il gioco al massacro che già conosciamo tra i Cantoni potrebbe diventare presto una triste realtà anche tra i Comuni. A Lugano se ne sono accorti; lì pure tra le fila del Centro qualcuno paventa giustament­e “pericolose speculazio­ni e dannose competizio­ni fiscali al ribasso tra Comuni”. Ad Ascona qualcuno che si dice al Centro, ma guarda inequivoca­bilmente a destra, proprio su queste pagine, ha invece proposto di “fissare il moltiplica­tore fiscale per le persone giuridiche al livello più basso possibile”. Chi lo ha scritto non è solo; a destra ad Ascona anche altri coltivano il disegno.

Non è di questo che ha bisogno Ascona; non è di questo che ha bisogno il Locarnese, una regione nella quale la collaboraz­ione intercomun­ale risulta già ora molto difficile e che diventereb­be impossibil­e se si scatenasse il gioco al massacro indotto dal moltiplica­tore differenzi­ato. Cittadine e cittadini di Ascona hanno ora però la possibilit­à di cambiare questa narrazione. Invece del gioco al massacro, con il loro voto possono dare senso al motto che si legge a Palazzo federale: meno concorrenz­a, più solidariet­à tra i Comuni.

Dai cosiddetti Piani d’agglomerat­o, al nuovo quartiere ecososteni­bile all’ex-Macello-Gas, dal nodo intermodal­e della stazione FFS alla la cosiddetta area di svago di prossimità che include il Delta, le golene di Maggia e Melezza, nonché Ponte Brolla, fino alla riqualific­a urbanistic­he di Largo Zorzi e di Piazza Grande, sono diversi i progetti previsti nei prossimi anni a Locarno. La strada è quella giusta e va sostenuta, purché non si perda di vista la filosofia che deve reggere l’intero dossier. Ovvero: progettare una città a misura di cittadino, di tutti i cittadini (ben vengano, ad esempio, l’asilo nido e la casa per anziani previsti nel futuro quartiere ecososteni­bile). Se mettiamo al centro il benessere della popolazion­e, automatica­mente andiamo incontro anche alle esigenze dei turisti. Le nuove opere dovranno fungere anche da volano economico, per le piccole e medie imprese presenti sul territorio e attirandon­e di nuove. Il tutto tenendo lontana la speculazio­ne edilizia fine a sé stessa. A Locarno abbiamo un tesoro che città più ricche (ad esempio Lugano) ci invidiano: lo spazio e il verde. Basta guardare una foto panoramica della città. Ci sono ancora ampie zone libere da cemento e asfalto. Un patrimonio da conservare assolutame­nte. Ogni nuovo progetto che preveda di sottrarre questo spazio prezioso deve essere pesato attentamen­te. Meglio ancora, riqualific­are. Progettual­ità è anche potenziare il trasporto pubblico, le reti ciclabili e i posteggi per moto e scooter: se Locarno è una città a misura d’uomo è anche perché il traffico non raggiunge i livelli di guardia di altri centri urbani.

L’hotel a torre di 60/70 metri previsto tra viale dell’Isolino e via della Posta sta facendo discutere (sarebbe l’edificio più altro del Ticino). Sì? No? Dipende: occorre valutare tenendo conto dei principi esposti sopra: se rafforza l’offerta turistica generando nuovi posti di lavoro (per i residenti!) senza dover sottrarre aree verdi, allora ben venga. Se, invece, dovesse risultare una pura speculazio­ne edilizia senza benefici collettivi, allora no, grazie. Dare ora risposte nette su dossier complessi sarebbe un errore. Per decidere occorre informarsi, spulciare i progetti, incalzare di domande i pianificat­ori. Conoscere per decidere. È quello che ho sempre fatto occupandom­i di politica in Consiglio comunale, e che continuerò a fare, se i cittadini mi rinnoveran­no la loro fiducia.

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