La Svizzera vince ma convince poco
Decisivo il gol di Shaqiri su punizione al 23’. Una discreta prima mezz’ora, poi il resto della partita in calando. Per Euro 2024 occorre altro
Mancava da cinque partite e il fatto che la Svizzera sia tornata dall’Irlanda con una vittoria è di per sé una constatazione positiva. Per la seconda partita consecutiva, dopo lo 0-0 di sabato in Danimarca, la difesa rossocrociata non ha subito reti, mentre sul fronte offensivo ha messo fine a un digiuno di 246’. A rompere l’incantesimo è stato Xherdan Shaqiri, preciso con il suo sinistro su una punizione dal limite scaturita da un’infrazione commessa ai danni di Amdouni.
Rispetto a Copenaghen, Yakin ha applicato un pesante turnover, tanto che solamente Schär, Xhaka, Widmer e Ndoye sono partiti titolari in entrambe le sfide. Al di là della vittoria e del gol di Shaqiri, la partita di Dublino ha messo in mostra una Svizzera ancora sotto tono. Dopo una discreta prima mezz’ora, durante la quale è andata vicina al gol in un paio di circostanze, è visibilmente calata, in particolare nel corso di una ripresa nella quale il gioco è stato quasi interamente in mani irlandesi, per quanto i padroni di casa non siano praticamente mai riusciti a impegnare sul serio Mvogo.
Shaqiri, luci e ombre
Se Yakin doveva trarre indicazioni interessanti sulle condizioni di Shaqiri, partito dalla panchina contro la Danimarca, i 90’ di Dublino hanno lanciato segnali contraddittori. Da un lato hanno ribadito come il piede del centrocampista dei Chicago Fire sia sempre delicato, dall’altro hanno però evidenziato l’attuale fragilità fisica del numero 23. Come tutta la squadra, dopo una prima mezz’ora nella quale ha corso, si è inserito nella manovra e ha cercato di essere decisivo (riuscendoci su palla ferma), il basilese è andato spegnendosi e nella ripresa non ha praticamente più toccato palla, fin quando al 76’ Yakin ha deciso di toglierlo per far spazio a Okafor. Per la Nazionale rossocrociata sarebbe vitale ritrovare da qui a giungo uno Shaqiri con una migliore condizione fisica. Purtroppo il campionato statunitense è ripreso da poco e, soprattutto, quello giocato negli States non è un calcio particolarmente esigente dal profilo fisico, ragion per cui è difficile supporre di ritrovare per Euro 2024 uno Shaqiri in grado di reggere ad alti livelli, se non proprio 90’, per lo meno un’ora.
E se l’uomo immagine dei Fire ha comunque firmato un punto a suo favore, altri giocatori hanno approfittato dell’opportunità offerta loro da Yakin. In particolare Vincent Sierro. Il vallesano, al suo esordio in Nazionale, ha disputato un ottimo primo tempo al fianco di Xhaka, recuperando molti palloni in copertura e smistando il gioco con precisione, anche a favore delle punte. Un suo eventuale inserimento nella lista dei 23 per gli Europei rimane un sogno, ma la prestazione di ieri sera ha dimostrato che un pensierino lo può fare.
Attacco sterile
Dove la Svizzera deve ancora migliorare (e molto) è nella fase offensiva. Certo, con il cambio di modulo (difesa a tre) che sembra voler prediligere una manovra più incentrata sull’aspetto difensivo, l’attacco potrebbe risultare un po’ penalizzato. Ma proprio per questo motivo occorre trovare maggiore capacità di sfruttare le occasioni favorevoli e, soprattutto, maggiore cattiveria una volta nei trenta metri avversari. In attesa di un eventuale recupero di Breel Embolo, questa Svizzera si ritrova senza una vera punta centrale. Ieri il ruolo lo ha ricoperto Zeki Amdouni, il quale però molto spesso torna nella sua metà campo per cercare palloni giocabili, svuotando di fatto la zona a ridosso dei centrali avversari. Purtroppo, al momento il convento questo passa e Yakin è costretto a fare di necessità virtù, ma nel corso dei mesi che ci separano dall’Europeo in Germania occorrerà trovare qualche soluzione alternativa, in modo da sfruttare l’indubbia capacità del ginevrino del Burnley, il quale è però soprattutto una punta d’appoggio.
«Con Yakin ho un ottimo rapporto – ha affermato Shaqiri a fine partita –. Era stato concordato che sarei rimasto in panchina in Danimarca, per poi giocare qui a Dublino. Sono felice di aver proposto una buona prestazione e aiutato la squadra con un bel gol. La vittoria è importante per il morale, l’ultima risale a settembre. Adesso dobbiamo sfruttare questo 1-0 in proiezione degli Europei». «Nel primo tempo abbiamo avuto molto possesso palla – ha sottolineato Granit Xhaka –. Ma alla fine l’1-0 rimane sempre un risultato pericoloso, nel complesso la vittoria è meritata. Nelle qualificazioni abbiamo segnato tanto, ma abbiamo pure subito molto. Se riusciamo a mantenere inviolata la nostra porta, sappiamo di essere in grado di andare in gol almeno una o due volte. L’importante è vincere, non giocare bene: in questo senso abbiamo fatto enormi progressi e possiamo tornare a casa con un buon feeling».
Murat Yakin ha posto l’accento sui numerosi cambi effettuati rispetto a Copenaghen... «Abbiamo inserito giocatori freschi ed è logico che il ritmo non poteva essere il medesimo. L’assenza di Xhaka, elemento che porta sempre grande tranquillità alla squadra, nella ripresa si è fatto sentire in negativo. Per me il risultato è secondario: se si vogliono provare soluzioni alternative, non lo si può fare pensando al risultato. Dal punto di vista positivo non abbiamo subito reti in due partite, il che è molto positivo. A livello offensivo, per contro, dobbiamo ancora migliorare».