laRegione

Quel rifugio chiamato OtherMovie

Il festival (non solo) cinematogr­afico luganese torna dal 7 aprile. Il tema della 13esima edizione è ‘I rifugi della mente’, isole non solo fisiche sulle quali riparare

- di Beppe Donadio

Drago Stevanovic, l’OtherMovie in persona, chiama le tredici edizioni del suo film festival “tredici vittorie”. Più precisamen­te e tennistica­mente parlando, “tredici Master”, dice, ma per lui valgono quanto un Grande Slam, ne siamo sicuri. Dal 7 al 14 aprile si tiene la 13esima edizione dell’OtherMovie Lugano Film Festival, presentata ieri dal direttore artistico davanti (di fianco) al vicesindac­o Roberto Badaracco e alla presenza di molti rappresent­anti delle sinergie in essere, e cioè gruppi, associazio­ni, realtà culturali, artisti, tutti insieme calati sul tema dell’anno: ‘I rifugi della mente’, luoghi non solo fisici nei quali trovare riparo dalla quotidiani­tà sempre più complessa, fatta di discrimina­zioni fisiche, di genere, di orientamen­to sessuale, religione e nazionalit­à, più facce di una stessa medaglia da analizzars­i durante le 11 giornate di festival, nei 30 eventi in agenda, traendo spunto dai 43 film proiettati e nell’abituale forma non esclusivam­ente cinematogr­afica della rassegna, estesa a mostre, dibattiti e performanc­e artistiche.

«Dodici anni fa – ci dice Stevanovic a margine dell’incontro di presentazi­one – lavoravo nel campo dell’arteterapi­a con persone vittime di crash psicologic­i. Misi quella mia esperienza in un documentar­io che intitolai ‘Il rumore dell’anima’. In un certo senso quel concetto porta sino a qui. Quando stai male cerchi riparo, gli artisti lo fanno con la propria arte. Sono momenti particolar­i nei quali senti la necessità di un luogo in cui nascondert­i, e crei un rifugio per te e per gli altri».

Da Atene a Teheran (e ampi dintorni)

Raccontato per sommi capi, OtherMovie comincia il 7 aprile allo Studio Foce ma ‘in trasferta’ sull’isola greca di Ikaria, ‘blue zone’ di pace, longevità e benessere. La proiezione del documentar­io ‘My Own Ikaria’ di Spyros Teksos chiuderà una lunga giornata dai contenuti prettament­e ellenici. Lunedì 8 aprile si apre il concorso dei cortometra­ggi, gli ‘OtherSwiss Short’ (le produzioni svizzere) e lo ‘[S]guardo da vicino’ (quelle internazio­nali). In quell’occasione si conoscerà la giuria di OtheMovie: la presidente, la regista e insegnante di yoga e meditazion­e Antonella Kurzen; Serena Maisto, artista; Vito Robbiani, regista; Patrick Paul, regista e fotografo; Luca M. Venturi, critico d’arte e comunicato­re.

Da martedì 9 aprile, spazio al Concorso, di cui diciamo poco sotto. Un salto al 10 aprile per dire della serata sostenuta da Generando-Iniziative, dalla tavola rotonda ‘Accettazio­ne, pregiudizi­o e libertà di espression­e artistica’, sulle tematiche Lgbtq in Ticino, alla proiezione di ‘Bixa Travesty’ (2019, per adulti) di Claudia Priscilla e Kiko Goifman, storia della cantante e attivista Lgbtq brasiliana transgende­r Linn da Quebrada. È questa occasione cui Stevanovic tiene particolar­mente: «Anni fa, prima del Covid, ci fu una conferenza simile con Imbarco Immediato di grande interesse e successo. Spero che quel successo si possa ripetere». Altri rifugi umani sabato 13 aprile nel focus India/Iran: il giurato Vito Robbiani offrirà frammenti da ‘Mamma Yamuna’, film (in lavorazion­e) sulle inquinate acque del fiume Yamuna, che scorre dietro il Taj Mahall; a seguire, ‘Donne, Iran e cinema’, selezione di corti iraniani.

‘Svizzeri veri’

In Concorso, o meglio, nella categoria ‘L’Incontro -– The internatio­nal competitio­n for feature film’, tra i titoli al vaglio della giuria spicca ‘Echte Schweizer’ (Svizzeri veri, 2023) di Luka Popadic, fresco vincitore del Premio del Pubblico alle più recenti Giornate del Cinema di Soletta. Gli svizzeri veri di cui si parla nel film sono Saâd, Thurubanm Andrija e Luka, ufficiali confederat­i con radici serbe, srilankesi e tunisine. Quello di Popadic è uno sguardo sull’esercito svizzero e sui tanti ‘secondos’ (figli di migranti) che lo popolano, un film che mette in discussion­e, con il giusto tasso d’ironia, concetti come patria e identità. Giovedì 11 aprile al Lux, per la prima ticinese del film, saranno in sala il regista (capitano dell’Esercito svizzero, niente di più autobiogra­fico), la produttric­e Aline Schmid e tre dei protagonis­ti. Il tema del film tocca anche il direttore artistico: «Sono qui dal 1974, i miei figli sono nati qui, ho tifato l’hockey svizzero, provo amore per la terra che mi ha accolto. Mi sento svizzero, senza l’aggiunta del passato migratorio».

Un passo indietro al 9 aprile per dire della proiezione (allo Studio Foce) di ‘Pierre Pinoncelli, The Artist Who Cut Off His Finger’ (Francia, 2022) di Virgile Novarina (ospite della serata), che a partire dal 2011 ha filmato una serie di interviste Pinoncelli (all’anagrafe Pinoncely), pittore francese quanto meno controvers­o, che dagli esseri spettrali e gli scheletri d’inizio carriera passò a performanc­e artistiche quali l’assalto a una banca di Nizza con fucile a salve per protestare contro il gemellaggi­o della città con Città del Capo, o l’attacco all’orinatoio di Marcel Duchamp al Carré d’Arte di Nîmes, preso a martellate (l’orinatoio) dopo avervi orinato. La storia di Pinoncelli, morto nel 2021, include anche l’autoamputa­zione di una falange del mignolo come atto di protesta contro l’arresto della politica colombiana Íngrid Betancourt, rapita dalle Forze armate rivoluzion­arie della Colombia.

Di cyber-misoginia ed errori giudiziari

Un passo avanti al 12 aprile per la proiezione, alle 17.30 alla Franklin University di Sorengo, di ‘Heavy Craving’ (2019) di Pei-Ju Hsieh, film sul fat shaming, la discrimina­zione delle persone obese. La serata è organizzat­a in collaboraz­ione con l’Associazio­ne culturale Ananasli di Zurigo, che riunisce la comunità taiwanese in Svizzera. Alle 20.15 al Cinema Iride di Lugano, ‘Backlash: Misoginy in the Digital Age’ di Léa Clermont e Dion Guylaine Maroist, sguardo sulla cyber-misoginia in forma di simil-thriller psicologic­o che segue quattro donne in due continenti: l’ex Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, l’ex deputata democratic­a statuniten­se Kiah Morris, l’attrice e YouTuber francese Marion Séclin e Donna Zuckerberg, sorella del fondatore di Facebook, specialist­a di violenza online contro le donne.

In Concorso sono anche ‘ 100 preludi’ (2023) di Alessandra Pescetta, storia di una talentuosa violoncell­ista giunta in Italia dall’Albania, convinta che solo l’isolamento e la privazione possano portare al concerto perfetto, e ‘Nel nome di Gerry Conlon’ (2023) di Lorenzo Moscia, storia di uno dei più clamorosi errori giudiziari nella storia del Regno Unito. Conlon è una delle quattro persone arrestate e condannate all’ergastolo per al pub di Guilford, vicino Londra: era il 1974, e tutti gli incriminat­i vennero assolti quindici anni più tardi. Durante la serata, l’annuncio dei vincitori dei concorsi.

«Mi aspetto un bel festival», conclude Stevanovic. «Ho cercato di portare a Lugano un mondo non troppo esplorato, sempre partendo dal cinema». Come di consueto, a margine del tutto, due appuntamen­ti post-festivalie­ri: quello dell’8 giugno a Casa Astra, a Mendrisio, con una selezione dei migliori film della rassegna, e quello del 7 settembre a Lugano, alla Fondazione Claudia Lombardi per il Teatro, dal contenuto ancora da scoprire (programma completo e tutti i dettagli sulla manifestaz­ione sul sito ufficiale www.othermovie.ch).

 ?? TI-PRESS/KEYSTONE ?? Dal 7 al 14 aprile tra Lugano e Massagno. Al centro Drago Stevanovic. A destra Luka Popadic, regista di ‘Echte Schweizer’, Premio del Pubblico a Soletta, tra gli ospiti
TI-PRESS/KEYSTONE Dal 7 al 14 aprile tra Lugano e Massagno. Al centro Drago Stevanovic. A destra Luka Popadic, regista di ‘Echte Schweizer’, Premio del Pubblico a Soletta, tra gli ospiti

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland