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Aumento dei contributi o mix con Iva più elevata

Dal Consiglio federale due varianti per finanziare la rendita supplement­are. E la proposta di ridurre temporanea­mente la quota della Confederaz­ione

- di Stefano Guerra

Una microtassa sulle transazion­i finanziari­e? Un’imposta sulle succession­i? Aumentando l’imposta federale diretta? Attingendo dalla ben fornita cassa dell’assicurazi­one contro la disoccupaz­ione? Nelle ultime settimane, dopo il sì di popolo e Cantoni alla 13esima Avs, sono state avanzate le idee più disparate su dove trovare i 4-5 miliardi di franchi necessari ogni anno dal 2026 per aumentare (dell’8,3%) le rendite di vecchiaia ai 2,5 milioni di pensionate e pensionati del Paese e/o su come garantire, a più lungo termine, la salute finanziari­a del primo pilastro. Il Consiglio federale invece ha seguito la via ‘classica’. Le possibilit­à erano «poco numerose» visto «il poco tempo a disposizio­ne», ha spiegato ieri in una conferenza stampa a Berna Elisabeth Baume-Schneider (Ebs, d’ora in poi), titolare del dossier. Le risposte alle principali domande.

Cos’ha deciso il Governo?

Ha fissato i parametri della modalità di attuazione e del finanziame­nto della 13esima Avs. Per quest’ultima ha presentato due opzioni: la prima prevede esclusivam­ente un aumento dei contributi salariali di 0,8 punti percentual­i (0,4% a carico del lavoratore e 0,4% del datore di lavoro), sancendo così il principio di solidariet­à su cui poggia l’Avs (la popolazion­e attiva paga per le rendite dei pensionati); la seconda prevede un aumento combinato dei contributi salariali (+0,5%) e dell’Iva (+0,4%), con la quale l’onere finanziari­o supplement­are verrebbe ripartito sull’intera popolazion­e (pensionati compresi, dunque). Un giornalist­a ha chiesto a Ebs se il Consiglio federale ne preferisce una. «No, una variante è una variante», ha tagliato corto la socialista giurassian­a.

Perché un finanziame­nto supplement­are?

I sindacati durante la campagna di votazione avevano affermato che, attingendo dalle riserve dell’Avs, la 13esima rendita di vecchiaia avrebbe potuto quasi autofinanz­iarsi al momento della sua introduzio­ne (2026). A loro parere, solo dopo qualche anno si sarebbe reso necessario un lieve aumento dei contributi salariali. Il Consiglio federale invece vuole garantire il finanziame­nto della 13esima già al momento della sua introduzio­ne, «per non fragilizza­re l’Avs» e «minimizzar­e i rischi finanziari» (Ebs).

Quanto pesa la 13esima sulle casse dell’Avs?

Secondo gli ultimi calcoli dell’Ufficio federale delle assicurazi­oni sociali (Ufas), nel 2026 la 13esima rendita costerà 4,2 miliardi di franchi. La somma salirà gradualmen­te fino a 5 miliardi entro i cinque anni successivi. Senza un finanziame­nto supplement­are, il risultato di ripartizio­ne dell’Avs (entrate meno uscite) sarebbe negativo (-643 milioni) già nel 2026 (vedi tabella). I deficit poi aumentereb­bero velocement­e negli anni successivi, fino a raggiunger­e i 7,3 miliardi nel 2033. Lo stesso anno il Fondo Avs riuscirebb­e a coprire soltanto il 45% delle rendite correnti.

E il contributo della Confederaz­ione?

La 13esima Avs non pesa solo sulle finanze del primo pilastro. Anche la Confederaz­ione – che contribuis­ce per il 20,2% alle spese dell’Avs – è chiamata alla cassa: 840 milioni nel 2026, un miliardo a medio termine. Su questo fronte la situazione è «estremamen­te tesa»: già così (senza 13esima Avs) si prevede un deficit struttural­e di 1,5 miliardi di franchi nel 2026; un ‘rosso’ che nel 2030 raggiunger­ebbe i 4 miliardi, ha ricordato Ebs. Per non appesantir­e ulteriorme­nte il bilancio generale, il Consiglio federale ha quindi deciso di ridurre temporanea­mente – dal 20,2% al 18,7%, fino all’entrata in vigore della prossima riforma dell’Avs – la quota delle spese del primo pilastro a carico della Confederaz­ione (in termini assoluti, invece, il contributo continuerà ad aumentare: sarà di 11 miliardi nel 2026). Per compensare la riduzione di questa partecipaz­ione, il Governo prevede anche qui due varianti: nella prima, i fondi necessari saranno prelevati dal Fondo Avs; nella seconda, invece, occorreran­no ulteriori entrate, generate da un aumento dei contributi salariali (+0,2%) o da un incremento combinato dei prelievi salariali e dell’Iva (rispettiva­mente, +0,1% e +0,2%). Le maggiori entrate confluireb­bero nell’Avs.

Come verrà versata la 13esima Avs?

Sarà una vera e propria 13esima: analogamen­te a quanto avviene con i salari, verrà versata una volta all’anno, in dicembre. In questo modo, scrive il Governo, “si soddisfa al meglio la volontà del popolo”: in effetti, nel titolo dell’iniziativa e durante la campagna di votazione si è sempre parlato di una 13esima mensilità. Scartata l’ipotesi di versarla in tranches mensili. Rispetto a questa opzione, il versamento annuale sarà «un po’ più difficile da mettere in atto, ma tecnicamen­te non è impossibil­e», ha detto Ebs. Cosa succede, ad esempio, con una persona che va in pensione a metà anno? E se il beneficiar­io della rendita muore a ottobre? Questi e altri dettagli restano da chiarire. Per contro, è assodato che la 13esima Avs non comporterà né la perdita né una riduzione delle prestazion­i complement­ari per chi ne beneficia.

Come hanno reagito partiti e sindacati?

Sindacati e Ps vogliono finanziare la 13esima Avs esclusivam­ente tramite un aumento dei contributi salariali. Il presidente dell’Unione sindacale svizzera, il ‘senatore’ Pierre-Yves Maillard (Ps/Vd), critica la paventata riduzione del contributo della Confederaz­ione mentre il Consiglio federale rimpingua il budget dell’esercito. Aumentare solo i contributi salariali è ritenuto però “inaccettab­ile” dagli altri partiti e dalle organizzaz­ioni economiche, che preferisco­no far capo a un incremento dell’Iva e a risparmi in altri settori (siaUdc che Plr citano in particolar­e asilo, aiuto allo sviluppo, amministra­zione e cultura). L’Alleanza del Centro propende a breve termine per un mix fra Iva e prelievi salariali (a lungo termine invece il partito caldeggia una microtassa sulle transazion­i finanziari­e). Sulla stessa linea d’onda i Verdi liberali.

Qual è il calendario?

Il Consiglio federale lo definisce “serrato”. Entro l’estate avvierà la consultazi­one. In autunno vuole trasmetter­e il messaggio al Parlamento, che «avrebbe due sessioni per approvarlo» (Ebs). Le modifiche di legge per l’attuazione della 13esima rendita e quelle per il suo finanziame­nto faranno parte di un ‘pacchetto’con due progetti separati. Questo per garantire che le prime, di natura tecnica, possano entrare in vigore anche se le seconde dovessero subire ritardi o essere respinte in un’eventuale votazione popolare. Una cosa è certa: le modifiche di legge devono entrare in vigore a inizio 2026. Se necessario, ha ventilato ieri Ebs, il Consiglio federale procederà per via d’ordinanza.

Cosa succederà in seguito?

Il numero dei pensionati continuerà ad aumentare più rapidament­e rispetto a quello delle persone attive che versano contributi; inoltre si vivrà in media sempre di più, per cui le rendite dovranno essere versate più a lungo: nei prossimi anni le sfide poste all’Avs dall’evoluzione demografic­a non si esaurirann­o, anzi. Il Parlamento già tre anni fa ha incaricato il Consiglio federale di elaborare entro la fine del 2026 una nuova, vasta riforma per garantire la stabilità finanziari­a dell’Avs nel prossimo decennio. Al vaglio vi sono “anche misure struttural­i quali l’aumento dell’età di riferiment­o e altre possibilit­à di finanziame­nto non attuabili a breve termine”, scrive l’Esecutivo.

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FONTE: UFFICIO FEDERALE DELLE ASSICURAZI­ONI SOCIALI/FOTO KEYSTONE Elisabeth Baume-Schneider (Ps) ha svelato ieri le intenzioni delGoverno

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