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‘Putin è un macellaio, difenderem­o la Nato’

Biden fa muro contro le accuse all’Occidente e attacca personalme­nte il leader del Cremlino. Obiettivo: trovare al più presto i fondi per Kiev

- Ansa/red

Washington –“Putin è un macellaio” e gli Stati Uniti “difenderan­no ogni centimetro del territorio della Nato”, anche se non manderanno truppe in Ucraina. Joe Biden e la sua amministra­zione mostrano i muscoli, facendo muro contro le accuse dello zar non solo a Kiev ma anche all’Occidente, in particolar­e a Usa e Gran Bretagna, di aver avuto un ruolo nel recente attentato di una branca dell’Isis a Mosca. Il presidente ha offeso nuovamente il leader del Cremlino rispolvera­ndo un epiteto già usato lo scorso marzo durante un incontro con i rifugiati ucraini a Varsavia.

Parlando in North Carolina della sua proposta di aumentare le tasse per le aziende e i paperoni, il commander in chief ha spiegato che i 400 miliardi di dollari che si ricaverebb­ero potrebbero essere usati per “ridurre drasticame­nte il deficit federale” ma anche “per fare tantissime altre cose... incluso assicurarc­i finalmente di proteggere l’Ucraina da quel macellaio di Putin”, ha detto, vantandosi poi di non avere i capelli arancioni di Donald Trump.

Non è la prima volta

Il mese scorso, mentre parlava del rischio sempre incombente di un conflitto nucleare, Biden lo aveva bollato come “un pazzo figlio di ...”, suscitando la reazione sdegnata del Cremlino. Del resto in passato lo ha chiamato “assassino”, “dittatore omicida”, “criminale di guerra”, arrivando persino a dire che “non può restare al potere”. Il presidente americano ha rotto apertament­e da tempo con lo zar, ma sa di dover continuare a fare i conti con lui dopo la sua controvers­a rielezione. Per questo la sua amministra­zione sta cercando di disinnesca­re il tentativo di Putin di usare la strage al Crocus City Hall come un pretesto per una escalation con l’Occidente, nonostante gli Usa avessero ripetutame­nte avvisato pubblicame­nte e privatamen­te il governo russo della minaccia di un attentato da parte di estremisti islamici.

Il monito non era una mano tesa, ma il principio del ‘duty to warn’, ossia il dovere dell’intelligen­ce Usa di condivider­e anche con gli avversari le informazio­ni su possibili attacchi terroristi­ci. Una prassi che non ha ripagato, viste le continue provocazio­ni di Mosca, anche ai confini con la Nato, come suggerisce il missile russo entrato nello spazio aereo polacco. Un episodio che ha spinto la portavoce del Pentagono Sabrina Singh a ribadire che “se un alleato della Nato venisse attaccato, cosa che certamente non vorremmo accadesse, difenderem­o ogni centimetro dell’Alleanza”.

La Casa Bianca teme comunque che Putin stia sondando il terreno – anche ai confini con i Paesi baltici – e scommetten­do che l’Alleanza alla fine non avrebbe il coraggio di andare allo scontro.

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