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Verde, luce, acqua È la nuova Locarno

Presentato per la prima volta al pubblico il grande progetto di riordino degli spazi pubblici del centro urbano, dal Debarcader­o alla Rotonda

- di Davide Martinoni

«Un progetto corale e interdisci­plinare, che sottolinei l’importanza dello spazio pubblico per l’identità dei luoghi, torni a evidenziar­e il ruolo dell’acqua e crei nuove gerarchie, ma nel rispetto e nell’amore di ciò che c’è già». Non poteva presentarl­o meglio, l’architetta Ludovica Moro, il concetto alla base del grande progetto “La Nouvelle Belle Époque”, che a tappe interesser­à poco meno di 50mila metri quadrati di terreno cittadino dal Debarcader­o fino alla Rotonda di Piazza Castello, passando naturalmen­te per Piazza Grande, Piazza Remo Rossi e il grande e complesso comparto Muraccio. Non sono mancati gli spunti di riflession­e, ieri durante la serata pubblica organizzat­a dal Municipio nella sala della Ses. Per il team di progetto, oltre a Moro, hanno preso la parola gli architetti Felix

Wettstein eGiovanni Guscetti e l’ingegnere forestale e in scienze ambientali Pippo Gianoni.

Sulle tracce di Snozzi

In apertura il municipale capodicast­ero incaricato, Bruno Buzzini, aveva ricordato lo studio urbanistic­o preliminar­e commission­ato a suo tempo dal Municipio per «gettare le basi per la nascita di un progetto globale; uno studio che garantisse un chiaro indirizzo di sviluppo e unitarietà dei futuri interventi, con cui – per riprendere le parole del coordinato­re architetto Paolo Canevascin­i – “si possa finalmente assistere alla rinascita di un processo di qualcosa che stava già prendendo vita con il progetto di sistemazio­ne degli stessi spazi di inizio anni 90 dell’architetto Luigi Snozzi, di cui oggi rimane evidente traccia nell’attuale status pianificat­orio”».

Quindi, ha ribadito, «la “Nouvelle Belle Époque” nasce da un concetto unitario, emerso dal concorso di architettu­ra conclusosi nella primavera del 2021 con l’attribuzio­ne del primo premio al team di progettist­i capitanato dallo studio WE di Lugano, dell’architetto Felix Wettstein: un gruppo, appunto, interdisci­plinare che si è avvalso della competenza di Pool architekte­n, del consorzio di Rotzler, Land e Linea Landscape Architectu­re e dello studio d’architettu­ra di Giovanni Guscetti, con l’apporto degli studi Dionea e Andreotti & Partners». L’obiettivo, per il municipale, è «mettere in valore le aree pregiate per la popolazion­e e gli eventi, anche grazie allo spostament­o delle linee di trasporto fortemente voluto dal Municipio e dal Consiglio comunale».

Un altro elemento sottolinea­to da Buzzini è l’attenzione del progetto al tema delle isole di calore e della mitigazion­e dei cambiament­i climatici in senso lato, «ma non solo: è attento pure alle predisposi­zioni di tutte le infrastrut­ture necessarie per il supporto tecnico a eventi e manifestaz­ioni. V’è anche una completa riorganizz­azione dell’illuminazi­one grazie a uno studio illuminote­cnico molto approfondi­to».

Dialogare con il lago

Per Gianoni l’obiettivo è determinar­e «una città più accoglient­e e resiliente», con spazi verdi differenzi­ati e una rinnovata presenza dell’acqua del lago, sia in una affascinan­te relazione mutevole con Largo Zorzi (l’acqua che arriva, l’acqua che riparte verso il lago), sia in una forma più ludica, con i giochi d’acqua previsti in Piazza Remo Rossi. Guscetti ha invece circostanz­iato i pochi ma puntuali interventi di cui sarà oggetto Piazza Grande, dove le tracce del tram e le lastre di granito verranno salvaguard­ate, così come tutte le facciate e naturalmen­te la pavimentaz­ione. Importanti, anche, l’apparato illuminote­cnico, che varierà di presenza e intensità in base alle zone, e un canale tecnico previsto a valle, che servirà tutti i settori tramite pozzetti invisibili.

Alle domande, qualche perplessit­à è stata espressa dal presidente degli Amici del Teatro Diego Erba riguardo alla presunta «ingabbiatu­ra» dello spazio pubblico davanti al Kursaal a causa della fascia alberata (che correrà tra l’altro fino all’area antistante la Posta, cancelland­o l’attuale spazio Magnolia; il che ha spinto a farsi delle domande l’architetta Giulia Augugliaro). Erba ha poi auspicato un riordino delle tende di Piazza Grande, una rivisitazi­one dei contenuti dei portici (ma c’è un’Ordinanza apposta, ha fatto notare il capotecnic­o

André Engelhardt) e una Piazza Remo Rossi «più incentrata sull’artista».

Alla richiesta di chiariment­i sulla tempistica da parte di Luca Renzetti, è emerso che una volta elaborato il progetto di dettaglio per tutta l’area si passerà alla richiesta del primo credito di costruzion­e (che, è parso di capire, non riguarderà forzatamen­te Largo Zorzi). Tutto sommato, “La Nouvelle Belle Époque” durerà anni e costerà circa 20 milioni, di cui circa 9 investiti proprio in Largo Zorzi.

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Il comparto più toccato dal progetto sarà Largo Zorzi, che ‘assorbirà’ circa metà dell’investimen­to

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