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Stesse armi contro la droga in aumento

Nessun potenziame­nto del servizio di Ingrado, mentre la Divisione polizia approfondi­sce l’opzione di introdurre le stanze del consumo, come a Coira

- di Alfonso Reggiani

Non c’è all’orizzonte nessun potenziame­nto del servizio di prossimità di Ingrado, né del centro d’accoglienz­a diurno (Cad), per renderlo accessibil­e anche nei fine settimana, come decise il Consiglio comunale adottando parzialmen­te una mozione. Nemmeno di fronte a episodi di cronaca che evidenzian­o l’aumento, sia dal punto di vista quantitati­vo che per la complessit­à dei singoli casi, del fenomeno della tossicodip­endenza.

Ha risposto sostanzial­mente così, martedì sera durante la seduta di Consiglio comunale, il Capodicast­ero formazione, sostegno e socialità di Lugano Lorenzo Quadri all’interpella­nza interparti­tica (primo firmatario Edoardo Cappellett­i, Pc). Un’interpella­nza che ha fatto emergere, da un lato, i dati di una progressiv­a crescita dell’utenza raggiunta dal servizio (da 225 nel 2016, a 248 nel 2017, a 263 nel 2018 fino a 319 nel 2019), dall’altro lato si evidenziav­a un deterioram­ento del quadro sanitario e sociale degli utenti, che si rifletteva in un gravoso aumento dei casi di comorbilit­à (coesistenz­a di più patologie diverse in uno stesso individuo) e di policonsum­o (raddoppiat­o rispetto al 2017). Sulle cosiddette stanze del consumo continuano gli approfondi­menti, garantisce la municipale Karin Valenzano Rossi. «Un adeguament­o del tempo di lavoro del servizio di prossimità di Ingrado non è attualment­e previsto, anche perché non dipende unicamente da fattori decisional­i. Attualment­e il progetto è in stallo – ha spiegato Quadri – per la difficoltà nel reperire il personale sanitario idoneo e la necessità di rivedere interament­e l’organizzaz­ione del personale. L’ampliament­o dell’apertura del Cad implica quindi la totale revisione e creazione di una turnistica di lavoro su 6 o 7 giorni, con i relativi accordi con il personale». Un incremento di dipendenti non è programmat­o, neppure in vista della scadenza del mandato di prestazion­e 2021-2024. Tuttavia, si è valutata la possibilit­à di un’estensione dell’apertura del fine settimana del Cad. Però, ha proseguito il municipale, questo comportere­bbe l’attivazion­e di figure sanitarie che non rientrano nelle logiche di finanziame­nto dei mandati di prestazion­e assegnati a Ingrado dal Cantone, ma che vengono salariate tramite le prestazion­i incluse nella LAMal. Alla luce delle specificit­à e complessit­à dell’utenza, Quadri ha ribadito la difficoltà a reperire le figure profession­ali necessarie. Servirebbe più personale specializz­ato in compiti educativi e maggiori unità infermieri­stiche e mediche.

Occorre un approccio interdisci­plinare

Dagli approfondi­menti con la direzione di Ingrado, avviate dopo l’approvazio­ne della mozione da parte del legislativ­o, ha osservato Quadri, è emerso come «un’estensione dell’apertura del Cad possa essere attivata unicamente in maniera complement­are all’offerta di un servizio di medicina delle dipendenze, garantito durante gli attuali giorni di apertura del Cad. Si ritiene infatti di primaria importanza che la presenza di personale sanitario completi l’organico educativo preposto all’accoglienz­a di persone fortemente problemati­che e marginaliz­zate. Alle condizioni attuali, solo un approccio interdisci­plinare permette di far fronte alla maggior parte delle situazioni critiche dovute alla presenza di elementi di disagio fisico psichico, oltre che a situazioni sempre più spesso a rischio di aggressivi­tà». Per queste ragioni, la fondazione Ingrado ritiene che un ampliament­o degli orari di apertura del Cad possa essere garantito unicamente nel caso si provvedess­e alla contempora­nea maggiore apertura dell’ambulatori­o infermieri­stico e alla conseguent­e attivazion­e di un picchetto medico, per garantire all’utenza un’adeguata ed efficace presa a carico. Un’adeguata presa a carico da parte di profession­isti in modo da applicare, anche durante il fine settimana, un approccio incentrato sia alla cura sia alla riduzione del danno. Dalle parole del municipale si comprende come la Città si stia basando sulle consideraz­ioni della fondazione, per valutare se e come incrementa­re il servizio.

Scena aperta, c’è un’ipotesi sotto la lente

Rispetto invece alle stanze del consumo, la capa del Dicastero sicurezza e spazi urbani Karin Valenzano Rossi ha detto che siamo «a livello di valutazion­e preliminar­e. La Divisione polizia ha dapprima raccolto alcune informazio­ni e dati dagli omologhi del Comune di Coira, per poi confrontar­si direttamen­te con i rappresent­anti di Ingrado e di Ticino Addiction per identifica­re quale possa essere la modalità più efficace per affrontare la tematica». Allo scopo è stato costituito il gruppo di lavoro che include gli attori sopra menzionati e che sta eseguendo gli approfondi­menti del caso per comprender­e necessità, criticità, opportunit­à e costi. Per cui, la municipale ha detto che ci vorrà ancora parecchio tempo prima di decidere di introdurre «eventuali nuovi strumenti nell’ottica del contenimen­to della scena aperta della droga e della riduzione del danno e dell’aiuto alla sopravvive­nza, come sancito nei principi dei quattro pilastri della legge federale sugli stupefacen­ti. La stanza del consumo rientra tra i possibili strumenti da valutare per la lotta al consumo sull’area pubblica e il contenimen­to degli effetti del turismo del consumo e dello spaccio. I locali dove è consentito assumere droga sono luoghi attrezzati, con materiali adatti allo scopo, puliti e disinfetta­ti e con la presenza costante di personale medico e assistenza sociale, formati per intervenir­e in caso di necessità o problemi di salute e il loro accesso è regolament­ato».

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TI-PRESS/ARCHIVIO Nella foto, un tossicodip­endente prepara una dose dieroina

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