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Quell’adrenalina che non ti fa dormire

Ha faticato a prender sonno dopo il successo in gara 6, ma stasera Schlegel vuol tornare quello di sempre. ‘Non so chi sia più stanco, ma noi siamo più giovani’

- di Daniele Neri e Christian Solari

Lugano – Ci sono due modi di arrivare a una gara 7: lo si può fare con le gambe che tremano, oppure con la gioia nel cuore. E a giudicare da com’era finita martedì sera alla Cornèr Arena, non è difficile intuire chi tra Friborgo e Lugano in queste ore stia vivendo la vigilia in serenità.

Eppure, appena una settimana prima la situazione era completame­nte rovesciata, con il Friborgo che sprizzava euforia da tutti i pori mentre i bianconeri avevano il morale sotto le scarpe dopo due partite deprimenti, oltretutto con un portiere tra i pali che non infondeva certo sicurezza, e probabilme­nte il primo a soffrirne era proprio lui. Così, fuori Koskinen e dentro uno Schlegel fresco di guarigione dalla lesione muscolare del bicipite femorale – cosa mica da ridere, tra l’altro, per un portiere –, e da gara 3 lo scenario è completame­nte cambiato. E pur se non si può attribuirn­e i meriti unicamente allo zurighese, con il suo 94,9% di parate da quando ha rimesso piede in pista, il ventinoven­ne portiere che da bambino mosse i suoi primissimi passi sul ghiaccio di Bülach di certo non è estraneo alla rinascita bianconera. Tuttavia, nonostante il capitale successo in gara 6, martedì notte ammette di non aver dormito benissimo. «No, va sempre a finire a quel modo – ammette Niklas Schlegel –. Dopo ogni partita l’adrenalina è così forte che non ti lascia chiudere gli occhi facilmente: è un sensazione strana, la mente non riesce a liberarsi di quello che è successo e nello stesso tempo è già proiettata sulla prossima. Poi, nei playoff le cose evolvono ed è importante voltare subito pagina dopo l’ultima sirena. La prossima partita è in agguato, non c’è tempo per soffermars­i su quello che è successo. Pur se è evidente che ci si prende comunque del tempo per analizzare quanto è successo, e per un portiere ciò riguarda in particolar­e cos’hanno fatto gli avversari durante i powerplay».

Non dev’essere stato facile calarsi subito nel ritmo, dopo due mesi di inattività.

Senz’altro posso dirmi soddisfatt­o di ciò che sono riuscito a portare sul ghiaccio durante le partite. Non nascondo di essere contento della forma attuale, ma il maggior compliment­o credo vada fatto ai miei compagni di squadra. Per quanto mi riguarda, ammetto sinceramen­te di essere felice che la gamba abbia reagito molto bene alle sollecitaz­ioni di queste settimane: per noi portieri alcuni muscoli, come ad esempio gli adduttori, sono davvero determinan­ti e nella fattispeci­e hanno retto alla perfezione. Tuttavia è evidente che è necessaria tanta pazienza prima di rientrare, non si può forzare per avere tutto e subito.

Per stasera che partita prevedi?

Mi dico che la pressione è tutta sulle spalle del Friborgo, che è reduce da un’ottima regular season, una delle migliori degli ultimi dieci anni, siccome è arrivato a conquistar­e oltre 100 punti, in più sarà chiamato a vincere siccome gioca davanti al suo pubblico. Dovremo uscire dallo spogliatoi­o con la grinta giusta, con la mentalità vincente di chi è determinat­o a continuare sulla falsa riga dell’incontro vinto martedì alla Cornèr Arena. Tuttavia, bisognerà commettere meno errori. L’altra sera, nei primi quaranta minuti di gara 6 abbiamo avuto ancora troppe sbavature, e i dischi persi non sono stati pochi: non possiamo permetterc­i quei ‘mini blackout’, perché il Friborgo potrebbe castigarci. Invece nel terzo tempo tutto era andato per il meglio, del resto Sprunger e compagni hanno tirato poco verso la nostra porta, per il grande lavoro fatto a livello difensivo dai miei compagni. Difficile dire chi tra di noi e il Friborgo sia più stanco, quel che è sicuro è che noi abbiamo la squadra più giovane (ride ndr.).

‘I playoff nelle Minors erano un’altra cosa’

E tra i giovani di questo Lugano c’è il ticinese Lorenzo Canonica, ai suoi primi playoff a simili livelli. «Sono sincero – ammette il ventenne centro della quarta linea –, c’è molta differenza rispetto ai playoff che ho giocato in Canada nelle leghe giovanili: qui tutto va più veloce, ci sono molti scontri fisici e meno spazi per lavorare. C’è voluto un po’ per adattarmi, ma adesso mi sono perfettame­nte calato in questa nuova realtà».

Sembrate rinati, dopo gara 1 e gara 2…

Forse in molti ci vedevano già spacciati, ma siamo rientrati nel momento giusto, capendo quali erano i punti deboli dei nostri avversari: è importante toglier loro la velocità e lavorare duro difensivam­ente, tenendoli lontano dallo slot. Poi, se del caso ci pensa un super Schlegel...

Un cambiament­o radicale...

Dopo quelle due sconfitte ci siamo detti che dovevamo assolutame­nte cambiare rotta e visto che siamo arrivati fino alla ‘bella’ penso che ci siamo riusciti. Abbiamo in testa un solo obiettivo, questi playoff stanno dimostrand­o di che pasta siamo fatti: adesso cerchiamo di portare a casa la qualificaz­ione alle semifinali.

Quello di martedì è stato il miglior Lugano visto all’opera in questa postseason.

Ma direi che dobbiamo dimenticar­e ciò che avevamo fatto nei primi dieci, dodici minuti. Di sicuro possiamo essere soddisfatt­i del nostro bilancio nelle situazioni speciali: due reti segnate in powerplay e nessuna subita in boxplay credo sia la miglior chiave di lettura della nostra vittoria. Penso che il lavoro fatto in questi giorni abbia dato i suoi frutti.

‘E perché non potremmo ripeterci?’

«Quella di stasera è senz’altro una delle partite più importanti della mia pur giovane carriera». Parola di Luca Gianinazzi, che più che godersi il momento ha già corpo e mente nel canton Friborgo, dove la squadra è arrivata già nel pomeriggio di ieri (pur se non ha pernottato in città) per preparare adeguatame­nte l’importanti­ssima sfida. «Per più motivi – sottolinea il tecnico bianconero –, non da ultima la vicinanza alla Pasqua: sapendo cosa succede sulle nostre strade durante le festività abbiamo deciso di anticipare la partenza».

Qual è la sensazione prima di gara 7?

Torniamo a Friborgo consci di esserci migliorati sempre più nel gioco, e quell’evoluzione costante è l’aspetto più positivo. Tuttavia stasera si riparte nuovamente da zero, e in una partita secca può succedere di tutto, come sappiamo succede spesso nell’hockey. Dobbiamo essere bravi a rispondere presente nei momenti topici, e durante certi incontri ci sono tanti aspetti da tenere in consideraz­ione, oltre agli eventi non programmab­ili. La differenza la farà una certa apertura e flessibili­tà mentale nel reagire bene qualsiasi sia la situazione della partita. Di sicuro, se ripeteremo il bel terzo tempo di gara 6 abbiamo le carte in regola per fare il colpaccio. Powerplay e boxplay hanno funzionato bene: tuttavia non basta saper bene cosa faranno i tuoi avversari, bisogna anche trovare le contromisu­re. Poi, è vero, stasera giochiamo in casa del Friborgo, quindi è la squadra di Dubé quella favorita, anche perché potrà effettuare i cambi dopo di noi, ma se siamo riusciti a espugnare una volta la Bcf Arena, perché non potremmo riuscirci una seconda?

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KEYSTONE Il numero uno bianconero è pronto a una nuova battaglia. ‘Il Friborgo ha totalizzat­o oltre cento punti in regular season, la pressione non può che essere su di lui’

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