laRegione

I sindacati di polizia: ‘Rapida chiarezza’

Ocst, Vpod e Federazion­e dei funzionari chiedono trasparenz­a e di fare luce. Galusero: ‘Più si allungano i tempi, più aumentano sospetti e dubbi’

- di Andrea Manna, Jacopo Scarinci e Giacomo Agosta

Prudenza. Attesa. Per ora le associazio­ni del personale della polizia non si sbilancian­o sull’incidente del direttore del Dipartimen­to istituzion­i Norman Gobbi sull’autostrada A2 in zona Stalvedro poco dopo la mezzanotte del 14 novembre scorso, e sull’apertura di un procedimen­to penale a carico di uno degli agenti che è intervenut­o in seguito. Il giorno dopo la decisione di Gobbi di autosospen­dersi dalla guida politica della Polizia, insomma, tira bonaccia. Ma è sotto la cenere che covano sempre le fiamme.

Con ordine. Interpella­to da ‘laRegione’, il presidente di Ocst - Funzionari di polizia Alessandro

Polo è il primo a predicare cautela, rilevando come «premesso che è attualment­e in atto un’inchiesta della magistratu­ra ed è quindi prematuro esprimersi, resta il fatto che come sindacato ci rendiamo conto della complessit­à della situazione e dei possibili risvolti in cui l’agente in questione si è trovato a dover operare. In questo senso vigileremo affinché questi aspetti siano tenuti in debita consideraz­ione».

A ruota. «Personalme­nte sono attendista – dice

Ivan Cimbri, presidente della sezione ticinese della Federazion­e svizzera dei funzionari di polizia (Fsfp) –. Aspetto come tutti le conclusion­i dell’inchiesta penale. Ho la massima fiducia nella magistratu­ra e nel fatto che la polizia fornirà l’assistenza necessaria e in modo trasparent­e. Sono certo che il Ministero pubblico farà totale chiarezza. L’auspicio è che lo faccia in tempi ragionevol­mente brevi. Questo per ristabilir­e al più presto la fiducia dei cittadini nelle istituzion­i e affinché si attenui la pressione sulle persone interessat­e, direttamen­te o indirettam­ente, da questa vicenda, e di riflesso sull’intero corpo di polizia». Afferma Joël Scaglia, presidente ad interim del sindacato Vpod-Polizia, sergente capo della Polcantona­le, da sedici anni in Gendarmeri­a: «Sia l’opinione pubblica, sia il corpo della Cantonale si aspettano che la magistratu­ra faccia piena luce su quanto accaduto. Ovviamente confido nell’operato del Ministero pubblico affinché si possa dare una risposta ai vari interrogat­ivi e fugare ogni dubbio». Da otto anni Scaglia è anche docente alla Scuola di polizia per quanto riguarda l’inattitudi­ne alla guida causa alcol, stupefacen­ti, farmaci, spossatezz­a. «Il tema – spiega – è praticamen­te quotidiano: per i controlli alcolemici c’è una precisa procedura che poggia su altrettant­e precise basi legali. Ed è una procedura che gli agenti operativi, in pattuglia, conoscono bene». «È evidente – osserva Giorgio Galusero, già ufficiale della Polizia cantonale e, dopo essere andato in pensione, deputato del Plr in Gran Consiglio, dove è rimasto per sedici anni (fino al 2023) – che questa storia, gli interrogat­ivi che solleva e l’inevitabil­e risonanza mediatica non fanno bene all’immagine del corpo della Polizia cantonale. Oltretutto c’è adesso il presidente (Fiorenzo Dadò, ndr) di un importante partito (il Centro, ndr) che chiede addirittur­a ai funzionari dirigenti, incluso il comandante, che si sono occupati del caso di riflettere sull’opportunit­à di autosospen­dersi in attesa della conclusion­e dell’inchiesta penale. Non entro nel merito, ma è una richiesta gravissima. E allora – aggiunge Galusero – è importante che il Ministero pubblico faccia chiarezza al più presto sulla gestione di quell’incidente stradale.

Più si allungano i tempi, più aumentano sospetti e dubbi».

Galfetti: ‘Tra i due test meno di due ore’

Il procedimen­to penale, coordinato dal procurator­e generale Andrea Pagani e volto a chiarire ciò che avvenuto nelle fasi seguenti all’incidente occorso a Gobbi, registra al momento un imputato: un agente della Polcantona­le, o meglio, un quadro superiore della Gendarmeri­a giunto sul posto successiva­mente alla pattuglia. Nei confronti dell’agente e nei confronti di ignoti le ipotesi di reato per le quali è stata avviata l’inchiesta sono di abuso di autorità e favoreggia­mento. “In base alla documentaz­ione che ho potuto visionare – ha dichiarato l’altro ieri a ‘Liberatv’ l’avvocato Renzo Galfetti, legale di Gobbi –, i due controlli dell’alcolemia sono avvenuti nel rispetto delle procedure”. E, chiediamo all’avvocato, quanto tempo sarebbe passato tra l’alcol test precursore e quello probatorio ai quali è stato sottoposto il consiglier­e di Stato? «A me risulta meno di due ore – risponde Renzo Galfetti a ‘laRegione’ –. E comunque non è un termine temporale di competenza del mio cliente». Insomma, aggiunge il legale, «a me non risultano, se non da chiacchier­e, scorrettez­ze compiute dal mio assistito. Nessuna scorrettez­za».

In Svizzera interna se ne continua a parlare

La vicenda continua ad avere un’eco anche oltre Gottardo. I media della Svizzera interna, che già negli scorsi giorni avevano riferito “dell’incidente misterioso del direttore della polizia ticinese”, hanno dato ampio spazio agli sviluppi del caso. “Il ‘caso Gobbi’ solleva grande scalpore in Ticino. Il consiglier­e di Stato della Lega si autosospen­de”, titola la Neue Zürcher Zeitung sul suo sito internet. Il Blick mette invece in risalto il procedimen­to penale aperto dal pg Pagani: “Aperta un’inchiesta penale sull’incidente che ha coinvolto Norman Gobbi”. Dal canto suo il portale di informazio­ne Watson.ch si concentra sul fatto che sia stato il coordinato­re della Lega a prendere l’iniziativa, “Norman Gobbi cede la direzione della polizia ticinese”. Tutti i media, nel riportare la notizia citando i dettagli resi pubblici dalla stampa ticinese, ricordano che la sospension­e è prevista fino al termine dell’inchiesta penale e di quella amministra­tiva. E che il consiglier­e di Stato coinvolto nell’incidente non è sotto inchiesta.

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KEYSTONE Norman Gobbi, 47 anni, da 13 in Consiglio di Stato. Dallo scorso dicembre è anche coordinato­re dellaLega

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