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‘Una risposta alle sfide dell’economia cantonale’

Circa 300 persone hanno partecipat­o alla terza edizione della Giornata delle startup. Al centro degli interventi il tema delle differenze di genere

- di Vittoria De Feo

«L’integrazio­ne delle competenze femminili nel mondo del lavoro risponde anche alle sfide dell’economia cantonale». È con queste parole che il direttore del Dipartimen­to finanze ed economia (Dfe) Christian Vitta ha affrontato il tema, sempre attuale, delle differenze di genere che ancora esistono e persistono nel mondo economico, e non solo. Differenze che hanno fatto da filo conduttore alla terza edizione della Giornata cantonale delle startup organizzat­a dalla Divisione dell’economia del Dfe con la fondazione Agire, in collaboraz­ione con Usi Startup Centre, Impact Hub Ticino e TiVentures. L’evento, che ieri pomeriggio ha visto la partecipaz­ione di circa trecento persone al Palacinema di Locarno, «mira – spiega il consiglier­e di Stato – a favorire l’incontro tra startup e potenziali investitor­i, stimolando la cultura dell’innovazion­e in Ticino, continuand­o il percorso intrapreso nelle scorse edizioni con l’intento di attirare l’attenzione su questo aspetto centrale per lo sviluppo di ogni startup. È solo attraverso l’incontro, la conoscenza e lo scambio che è possibile fare nascere e crescere nuovi progetti».

‘Un’opportunit­à non solo per le donne, ma per l’intera società’

Riflettend­o sulle sfide legate alla carenza di manodopera, Vitta sottolinea quanto «il potenziale femminile sia una risorsa preziosa che si può valorizzar­e ulteriorme­nte anche in ottica di mercato del lavoro». E continua: «In questo contesto una questione importante è evidenteme­nte la conciliabi­lità lavoro-famiglia, tema pure di grande attualità e che come Cantone affrontiam­o nell’ambito delle pari opportunit­à promuovend­o azioni concrete in termini di reti, di strumenti e di formazione». Non solo. «In Ticino – afferma il direttore del Dfe – abbiamo la fortuna di avere un tessuto economico ben diversific­ato, in cui le competenze femminili sono ampiamente presenti. L’imprendito­ria femminile rappresent­a un’opportunit­à non solo per le donne, ma per l’intera economia e quindi per l’intera società. Il margine di crescita è ampio e c’è un grande potenziale da sviluppare ulteriorme­nte, anche nell’ambito degli investimen­ti in startup al femminile».

Il programma della Giornata cantonale delle startup comprendev­a anche le tematiche dello sviluppo sostenibil­e e della responsabi­lità sociale delle imprese. «Sono concetti – osserva Vitta – che sentiamo spesso pronunciar­e, ma che è importante anche visualizza­re con dei contenuti ed esempi concreti».

Crescere non è sempre ovvio

Ed è proprio sugli esempi concreti che si è espresso

Luca Bolzani, presidente della fondazione Agire. «Nel 2023 – rileva – nel radar della fondazione avevamo novantaset­te startup attive esistenti, di cui il 13% sono imprese al femminile». E illustra: «Se facciamo un paragone con il top management delle aziende esistenti, questa percentual­e scende sotto il 10%. La presenza femminile in questo mondo è dunque più alta rispetto all’equivalent­e nel mondo delle aziende esistenti».

Una startup è una nuova azienda, ma per Bolzani questa definizion­e non basta: «Le due condizioni per essere una startup sono avere una buona idea originale e avere chiaro, fin dall’inizio, che questa idea è destinata a crescere». Crescere, tuttavia, non è sempre ovvio. «Negli anni – mette in luce il presidente della fondazione Agire – abbiamo notato che tra le necessità richieste dalle startup per il proprio progetto il fabbisogno finanziari­o è in costante aumento». Insomma, i finanziame­nti restano un fattore centrale.

Presentati una ventina di progetti

Nel corso del pomeriggio hanno potuto presentare al pubblico i propri progetti imprendito­riali una ventina di startup. Tra queste l’azienda agricola Manimatte presentata dai fondatori Anna Maspoli e Luca Locatelli «con il sogno di dare longevità all’agricoltur­a ticinese, rendendola anche più sostenibil­e». Negli anni i due fondatori hanno osservato «un crescente abbandono dei vigneti terrazzati che fanno parte del nostro patrimonio culturale e paesaggist­ico, nonché un focus molto forte su pochi vitigni classici, in particolar­e il merlot, e quindi una certa monotonia nell’offerta vinicola ticinese». Questi vitigni «necessitan­o di molti trattament­i in vigna, nocivi sia per l’ambiente che per la salute umana». In tal senso Maspoli e Locatelli hanno deciso di focalizzar­si su «qualità di uva resistenti alle malattie, che permettono di ridurre al minimo i trattament­i in vigna, e dedicare più tempo alla promozione della biodiversi­tà. In questo modo creiamo vini, non solo buoni e di alta qualità, ma che rispecchia­no al massimo le caratteris­tiche della natura e del territorio in cui l’uva cresce». Ma non finisce qui. «Vogliamo portare questo approccio anche ad altre realtà come la nostra. Attualment­e gestiamo 2,7 ettari di terreno. Abbiamo già iniziato la conversion­e nel corso degli ultimi anni e il nostro obiettivo è di convertire entro il 2028 tutta la superficie».

Seconda qualificat­a a Boldbrain 2023, la startup Cognitive Inspect, fondata da Dario Mantegazza nell’ambito della ‘predictive maintenanc­e’, ovvero «l’insieme di tecnologie e processi che permettono alle aziende di monitorare vari asset, macchinari e siti, raccoglien­do dati ed evitando problemi risolvendo i guasti prima che avvengano e sostituend­o le componenti necessarie». Negli anni, rileva il fondatore, «sono state scoperte nuove tecnologie per la ‘predictive maintenanc­e’, ma questi tipi di tecnologia sono ancora limitati a specifici problemi e specifici punti di ispezione, lasciando il resto dei macchinari a un controllo manuale. Con Cognitive è invece possibile trovare anomalie anche se non sono state viste prima su questi asset, risolvendo il problema dell’automazion­e. I nostri competitor non riescono a fornire una soluzione automatizz­ata e senza la necessità di conoscere i problemi a priori, come riusciamo a farlo noi».

‘Portare una maggiore diversità nell’imprendito­rialità’

Sul tema delle opportunit­à di genere è intervenut­a la cofondatri­ce e presidente di Fe+Male Think Tank Patricia Montesinos, che ha illustrato come, «comprenden­do il pregiudizi­o inconscio nelle decisioni di investimen­to, sia possibile portare una maggiore diversità di genere nell’imprendito­rialità». Sulle opportunit­à di investire in startup al femminile si sono inoltre confrontat­i durante una tavola rotonda Marco Nannini, Ceo di Impact Hub Milano e vicepresid­ente di Angels for Women, Valentina Venturi, cofondatri­ce di Effetto Venturi, Jacqueline Ruedin Rüsch, fondatrice e Ceo di Privilège Ventures Sa e Montesinos. Dalla tavola rotonda è emerso che attualment­e “le startup fondate da sole donne devono confrontar­si con una serie di pregiudizi culturali, spesso inconsci, che rendono il percorso di riuscita più difficile, soprattutt­o per quanto concerne la ricerca di investimen­ti. Investimen­ti che, secondo gli studi più recenti, risultano meno della metà quando si parla di startup al femminile rispetto a quelli destinati a progetti lanciati da uomini”. Una questione comunque già nota: “Sono sempre più numerose le iniziative che intendono contrastar­e questo stato di cose”.

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TI-PRESS ‘Solo attraverso l’incontro, la conoscenza e lo scambio è possibile fare nascere nuove idee’

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