laRegione

Cos’è la destra e cos’è la sinistra

Bruno Bäriswyl, candidato Udc al Municipio di Locarno, ‘affronta’ a distanza Bruno Cereghetti, l’ex Ps che torna con ‘Avanti con Ticino&Lavoro’

- di Davide Martinoni

Agli estremi dello spettro politico locarnese troviamo due candidati al Municipio che non avranno molto in comune, ma di certo il vantaggio dell’esperienza. Bruno Bäriswyl, esponente di punta dell’Udc locarnese, è nuovamente alleato della Lega dei Ticinesi nella corsa al seggio in Municipio e in questo senso potrebbe addirittur­a insidiare la poltrona occupata da Bruno Buzzini, che è tra l’altro uno dei tre soli municipali che si ripresenta­no (con Nancy Lunghi della Sinistra Unita e Nicola Pini del Plr). Se Bäriswyl è l’attuale capogruppo Udc ed è in Consiglio comunale da quasi 30 anni (dal ’95 per l’esattezza), Bruno Cereghetti non è da meno. Anzi. Già municipale a Locarno per il Ps (1992-2004), vanta anche due esperienze in Gran Consiglio: dal 1991 al ’92, anche come presidente della commission­e delle Petizioni; e dal 2011 al ’15, nel cui ambito ha assunto la presidenza della commission­e della Legislazio­ne e della commission­e della Costituzio­ne. In anni giovanili (1971) era entrato in Consiglio comunale a Rovio, mentre dall’88 al ’92 era stato consiglier­e comunale a Locarno (nel ’90 come primo cittadino). In questa tornata elettorale Cereghetti si presenta, soltanto per il Municipio, nella lista Avanti con Ticino&Lavoro. ‘laRegione’ li ha intervista­ti mettendo a confronto le rispettive visioni, speranze e preoccupaz­ioni per la Città in cui vivono. L’esponente della sinistra, oltre che come politico, come titolare di un ufficio di consulenze e rappresent­anze; quello della destra anche come impresario edile.

Dov’è secondo lei urgente intervenir­e a Locarno?

BRUNO BÄRISWYL– È quantomai urgente intervenir­e nel settore di Piazza Grande, dove deve finalmente iniziare il cantiere di un progetto di cui si parla da lungo tempo. Inoltre, abbiamo diversi edifici in attesa di restauro, a immagine del Grand Hotel di Muralto. Locarno non è povera come si vuol far credere: con l’introduzio­ne del nuovo sistema contabile sono venuti alla luce qualcosa come 30 milioni di franchi di patrimonio, prima sottostima­ti.

BRUNO CEREGHETTI – Direi che vi sono due urgenze sostanzial­i. La prima è quella legata alle finanze della Città, che devono essere solide, quindi risanate, per poter avere progettual­ità, procedere con una politica redistribu­tiva ed evitare di aumentare il carico fiscale nei confronti delle persone fisiche e giuridiche. La seconda emergenza è chiarament­e legata all’aggregazio­ne. Oggi si arranca con tanti villaggi gallici, mancando però di forza progettual­e, sia nei confronti del Cantone, sia degli altri poli che hanno già compiuto l’opera di aggregazio­ne.

Finora dove ha fallito la destra e dove la sinistra in Città?

CEREGHETTI – Per quanto riguarda la destra, devo dire sinceramen­te che non lo so. E per certi versi posso dire la stessa cosa della sinistra. Riguardo a quest’ultima, però, non si capisce dove stia andando e dove si posizioni. Per chi ha militato, come me, per diversi decenni all’interno del Partito socialista, doverlo constatare è un peccato.

BÄRISWYL – La destra non ha i numeri, purtroppo. La sinistra vuole sempre di più – e può anche essere giusto – ma pensa di essere sociale solo lei. Noi, al contrario di loro, oltre a pensare alla socialità ci preoccupia­mo anche di trovare i mezzi per finanziarl­a.

Non si ritiene troppo “maturo” per presentars­i all’elettorato come un’opportunit­à di rinnovamen­to?

BÄRISWYL – Sono d’accordo che nella politica ci voglia del ringiovani­mento, ma serve altresì qualche elemento, come il sottoscrit­to, che abbia esperienza e sappia cos’è successo in Città negli ultimi 30 anni. Ciò può oltretutto contribuir­e a evitare ai più giovani di ricadere negli errori commessi da altri in passato. Penso che una giusta combinazio­ne fra le diverse generazion­i possa solo fare gli interessi di tutti.

CEREGHETTI – Bisogna avere un grande rispetto verso le istituzion­i, che non sono un gioco. Occuparsi della cosa pubblica non è un esercizio di vanagloria e farlo non è il risultato di una corsa a chi arriva prima. È necessario impegnarsi seriamente, mettendo a disposizio­ne ciò che si ha, a partire dall’esperienza, per il bene della città e, soprattutt­o, delle persone che si devono governare.

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video: www.laregione/1743338

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