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Mendrisio, per ora il moltiplica­tore ‘non va toccato’

- di Daniela Carugati

La Città tira le somme nel post aumento della pressione fiscale, tra spese da marcare stretto e l’esigenza di attrarre aziende (e non solo). A confronto Daniele Caverzasio (Lega-Ind.), Jacopo Scacchi (Alternativ­A), Pascal Cattaneo (Centro-Verdi liberali) e Marco Tela (Plr)

Far quadrare i conti della Città. È stato uno dei temi più spinosi di questa legislatur­a. Con previsioni finanziari­e tinte di rosso – e c’è chi parla di disavanzo struttural­e –, salvo poi chiudere i Consuntivi 2023 a pareggio. Sta di fatto che la Città ha dovuto prendere anche delle decisioni scomode, alzando il moltiplica­tore di 2 punti (al 77% dal 2023) e andando di lima sui bilanci. Misure che hanno diviso la politica locale. Se vi trovaste di nuovo al bivio, di fronte a un ulteriore aumento della pressione fiscale, che direzione prenderest­e? Riconferme­reste i 2 punti in più? Cosa si possono aspettare i cittadini di Mendrisio?

CAVERZASIO – Quando si aumenta il moltiplica­tore lo si fa ragionando sul lungo termine. Perché serve stabilità e attenzione alle spese per programmar­e le finanze, gli investimen­ti, la Città stessa. E l’aumento è stato dettato proprio dalla necessità di fronteggia­re le sfide future. Non dimentichi­amo che tra poco entrerà in vigore la riforma fiscale delle imprese – dopodiché si voterà sul secondo pacchetto – e che ci sono delle voci che verosimilm­ente aumenteran­no ancora e pesano parecchio (penso al settore anziani). Le incognite, insomma, non mancano. Oltre quel 2 per cento in più, però, non andrei: oggi ci permette di governare la situazione. Dovremo, certo, vigilare sugli investimen­ti: veniamo da decenni nei quali si è investito parecchio. Non dico che oggi ne paghiamo le conseguenz­e – si è costruito la città – ma occorre essere oculati.

SCACCHI – Per l’area progressis­ta l’aumento del moltiplica­tore non è mai stato un tabù, a patto che questa misura aiuti a garantire i servizi erogati dalla Città. Se l’alternativ­a all’aumento fosse stato il taglio dei servizi, ci saremmo opposti. Viviamo un periodo storico in cui la popolazion­e fa sempre più fatica: penso ai premi delle casse malati, all’aumento dei prezzi di energia e affitti e alla perdita del potere d’acquisto. La gente ha bisogno di un ente pubblico che le stia vicino garantendo tutta una serie di prestazion­i essenziali, come la complement­are comunale e gli incentivi sociali e ambientali. Inoltre, chi, come me, tiene al nostro ruolo di città-polo non può pensare di diminuire i servizi erogati a un’intera regione. Sarei disposto nuovamente ad alzare il moltiplica­tore? A oggi sarei un po’ più cauto. Il moltiplica­tore ha bisogno di stabilità e simbolicam­ente non alzerei nuovamente la pressione fiscale dopo il chiaro risultato della votazione sulla 13esima Avs che ha messo nero su bianco le crescenti difficoltà economiche della gente. CATTANEO– Nessun dubbio: il moltiplica­tore non va alzato, né a corto né a medio termine. Abbiamo raggiunto un limite soglia, quindi manteniamo lo status quo. Anche perché attorno a noi vi sono Comuni con una pressione fiscale più interessan­te della nostra: Stabio è al 65% (e ha ancora molto spazio a disposizio­ne per accogliere nuove aziende), Castello è al 55, Novazzano al 65, Balerna al 75. Sarebbe un po’ come tirarsi la zappa sui piedi, volendo attrarre nuovi insediamen­ti. Vanificher­ebbe le intenzioni. Va detto che la verità ha due facce: da una parte vi sono spese (si è detto ad es. il settore anziani) che non sono determinat­e dai Comuni e stanno esplodendo, dall’altra abbiamo comunque spazio di manovra a livello comunale. In un periodo elettorale non è simpatico o pagante dirlo, ma il tema va affrontato. Proprio per evitare che in pochi anni il moltiplica­tore scivoli allegramen­te al di sopra dell’80%: non è utopia, è realtà. Esemplific­o: le spese del personale. Nello spazio di un anno sono aumentate di 1,7 milioni; e se le raffrontia­mo al 2022 sono cresciute di 3,4 milioni. Con questo non dico che bisogna licenziare, assolutame­nte; occorre però pianificar­e a medio termine un riequilibr­io del numero dei dipendenti, facendo capo non al taglio dei servizi, ma ai pensioname­nti.

CAVERZASIO – Cattaneo forse si dimentica che ognuno gioca il suo ruolo. A cominciare dai sindacati, che fanno riferiment­o pure al Centro – e mi riferisco all’Ocst – e che si mobilitano quando si tratta di aumenti salariali o del carovita (che abbiamo concesso, giustament­e: lo Stato deve fare la sua parte). E non scordiamoc­i neppure che l’amministra­zione pubblica di Mendrisio per 20 o 30 anni è stata governata da altri. Quindi, quando dice che fosse gonfiata, mi fa piacere che, guardando a posteriori, qualcuno se ne sia reso conto. Ma non pretendete da coloro che oggi sono al tavolo del Municipio che correggano immediatam­ente gli errori del passato. CATTANEO – La spesa pubblica e del personale è aumentata, anche perché vi sono state importanti assunzioni, negli ultimi anni come di recente. In alcune interviste lei stesso, Caverzasio, ventilava un possibile blocco delle assunzioni per un anno. Invece, il Municipio ha deciso di continuare, appesanten­do i conti della gestione corrente.

CAVERZASIO – Ma dobbiamo introdurre la digitalizz­azione, ammodernar­e il Comune. E ci sono delle spese: è stato detto in modo chiaro. Come si può arrivare a dire che un credito votato dal legislativ­o su un tema come la digitalizz­azione con cui spesso ci si riempie la bocca, è una spesa eccessiva e inutile? Volete o no una città 2.0? Facile insistere sui tagli ma non proporre una misura concreta. In occasione dei Preventivi 2023 si sono presentati in Consiglio comunale 30 emendament­i. Sapete quanti ne sono passati? Zero. E questo per non tagliare all’amico dell’amico. E allora la questione si fa complicata: non basta più tagliare sulla cartoleria. Si dice di intervenir­e sul personale: allora devo togliere un servizio. Se fino a qualche anno fa governavam­o circa 50 centesimi per ogni franco speso, oggi arriviamo a malapena a 30 (circa 27). Calcolate che la spesa del settore sanitario negli ultimi tre anni è passata da 6 a 12 milioni, il doppio. Per capirci: se domani chiudessim­o LaFilanda risparmier­emmo 800mila franchi; solo chiudendo le scuole Elementari e licenziand­o tutto il personale arriveremm­o a risparmiar­e 6 milioni. Pienamente d’accordo: bisogna avere attenzione alle spese, ma anche trattare quei grossi cespiti di spesa oggi insostenib­ili. Quando da un anno all’altro dal Cantone si recapita una fattura maggiorata di 2 o 3 milioni, poi non si può chiedere al Comune di annullare il rincaro, risparmian­do per la stessa cifra. È matematica­mente impossibil­e.

TELA– Il moltiplica­tore è uno strumento, ma concordo: dobbiamo intervenir­e sui grandi flussi finanziari. Se il Cantone ogni anno ci carica di oneri, con i 30 centesimi che possiamo governare cosa riusciamo a fare? A bilancio abbiamo circa 100 milioni di spesa, quindi sono i grossi contenitor­i a pesare sulle nostre finanze. Si diceva del settore anziani, qui i costi aumenteran­no sempre di più, a maggior ragione con l’arrivo della generazion­e del boom demografic­o. In ogni caso in questi anni mi sembra che il Municipio abbia svolto un lavoro impeccabil­e sul contenimen­to della spesa pubblica. Ha sempre cercato di razionaliz­zare nel migliore dei modi. È vero, ci sono state delle assunzioni – polizia, scuola, smartxme, risorse umane –, ma ciò che conta è riuscire ad avere dei servizi all’altezza dei nostri futuri potenziali insediamen­ti aziendali e della popolazion­e. Quindi bisogna investire su qualità di vita, spazi interessan­ti, trasporti pubblici. Infatti, c’è chi ha iniziato a decentrali­zzare nei Quartieri, un tempo solo dei ‘dormitori’.

CAVERZASIO – Detto che le nuove imprese qui trovano uno dei moltiplica­tori più bassi del cantone, se ci scelgono significa che Mendrisio sa offrire qualcosa in più, a cominciare dalla sua posizione geografica strategica. La Città ha delle carte da giocare, anche in un territorio sempre più complicato e in una realtà di concorrenz­a fiscale. E la politica può contribuir­e a creare il tessuto urbano e sociale favorevole. Paradossal­mente pure il traffico, che ci penalizza, ci può aiutare nella scelta logistica quanto a tragitto casa-lavoro. E non dimentichi­amo che siamo una città universita­ria.

Si parla infatti di insediamen­ti promettent­i. Si può già tracciare un bilancio: che tipo di realtà sono arrivate e che ricadute avranno? Aiuteranno a riequilibr­are le finanze?

CAVERZASIO – Sono di sicuro entrate che potranno aiutare il Comune. Certo non sono più i tempi della Armani, che garantiva circa 15 milioni l’anno: avrei voluto fare il ‘ministro delle Finanze’ all’epoca. Però di imprese ne arrivano e sono comunque delle realtà attraenti a livello fiscale. Mi piacerebbe, ma qui la politica ha un po’ le mani legate per certi versi, che potessero offrire posti di lavoro anche ai cittadini residenti. Il settore interessat­o è principalm­ente il terziario. L’amministra­zione deve metterci del suo: bisogna snellire un po’ la burocrazia, andare incontro tanto alle aziende che al cittadino.

La futura strategia di marketing territoria­le, dunque, è la strada da percorrere?

SCACCHI – Secondo me sì. Il moltiplica­tore d’imposta è un fattore secondario nella scelta delle persone fisiche e giuridiche di insediarsi a Mendrisio. Nel 2018, la Sezione degli enti locali ha effettuato un sondaggio che ha evidenziat­o come il moltiplica­tore sia il quinto fattore in ordine di importanza a essere considerat­o. Prima vengono il mercato del lavoro, la qualità di vita, i servizi erogati e il territorio. Ed è qui che dobbiamo agire, garantendo una buona qualità di vita, un territorio che sia protetto, dei servizi di qualità e un mercato del lavoro sano. A partire dal 2025 si discuterà sulla diversific­azione del moltiplica­tore tra fisiche e giuridiche. Io mi auguro, però, che questo non porti a una concorrenz­a fiscale sregolata con i Comuni limitrofi per attirare le persone giuridiche, dimentican­doci dello zoccolo duro del nostro gettito, ovvero le persone fisiche. Anche per evitare di rimanere con 15 milioni di gettito in meno da un giorno all’altro.

CATTANEO – Sicurament­e i nuovi insediamen­ti vanno salutati in modo positivo. Prova ne è che nel Preventivo 2024 sono stati inseriti 2,8 milioni in più alla voce persone giuridiche. Ciò non ha impedito però di prevedere un disavanzo. Nel 2025 ci sarà una misura cantonale che avrà però un influsso negativo sulle imposte comunali: significa che il Municipio proporrà di alzare il moltiplica­tore alle persone giuridiche? Anche no. Come detto, bisogna operare a tutto campo per evitare ciò.

CAVERZASIO – Per un polo, Mendrisio ha comunque delle signore finanze. Se si vuole affrontare davvero una revisione della spesa pubblica ci vuole un lavoro di squadra. Anche perché nessuno taglia il ramo su cui è seduto, serve una visione politica a lungo raggio per decidere sui servizi da mantenere e su quelli da dismettere o riallocare.

CATTANEO – Concordo sul discorso di squadra. Occorre però scegliere ciò che per la Città è assolutame­nte prioritari­o e ciò che lo è meno. E questo va fatto di comune accordo. È poi indispensa­bile che la gente sia compiutame­nte informata sulle decisioni del Municipio quanto a investimen­ti nei Quartieri e tempistich­e o si rischia di creare del malcontent­o. Purtroppo oggi ci sono tante domande, ma nessuna risposta concreta.

CAVERZASIO – Possiamo dare delle risposte quando abbiamo certezze. Non vorrei nemmeno alimentare false speranze.

SCACCHI – Io trovo che la comunicazi­one con la cittadinan­za sia essenziale. Non bastano più gli albi comunali o le serate pubbliche: bisogna investire in una comunicazi­one digitale al passo coi tempi. È importante che la Città raggiunga tutti e anche le nuove generazion­i. Sennò si perde il collante tra ente pubblico e cittadinan­za.

TELA – Far passare le informazio­ni dall’amministra­zione ai consiglier­i comunali e alla popolazion­e è un tema molto importante anche per me. O si rischia di perdersi nelle chiacchier­e da bar, non supportati dall’oggettivit­à. Occorre evitare di alimentare il campanilis­mo.

CATTANEO – E avere il coraggio di dire chiarament­e quale è la situazione. Se no crea frustrazio­ne. CAVERZASIO – Sulla comunicazi­one sono il primo a essere schietto con la popolazion­e. Bisogna però anche sensibiliz­zare su quanto si è fatto. Quando si parla della grande Mendrisio, dimentichi­amo che alcuni Comuni non avevano finanze molto solide. L’aggregazio­ne avrà anche aspetti negativi, ma ha permesso di effettuare investimen­ti importanti nelle zone periferich­e. Ci siamo resi conto, però, che ci sono Quartieri dove bisogna lavorare di più, senza dimenticar­e nessuno. Mendrisio è un insieme di Quartieri, se prevale quella sensazione non fa bene alla città stessa.

Torniamo a spese e risparmi: lo studio commission­ato per analizzare la situazione ha messo sul tavolo IQ Center, 2,5 milioni di risparmio globali. Il documento è finito nel cassetto o resta una bussola qualora si dovesse mettere mano al bilancio a suon di forbici?

CAVERZASIO – Lo studio ci ha fornito delle indicazion­i. Poi le scelte sono politiche. Tra le opzioni c’era il taglio di 600mila franchi alla complement­are comunale: sinceramen­te come Municipio non ce la siamo sentita. Meglio chiedersi se ha ancora senso puntare su un aiuto locale (ora che si è votata la 13esima Avs). O se quei soldi possono essere spesi in modo più mirato per le persone che hanno bisogno. Si è proposto anche di intervenir­e sul mondo associativ­o, ma risparmiar­e 500mila franchi era improponib­ile. Ma non è che non si sia preso a cuore il tema o aperto la discussion­e con le società. Stiamo facendo delle riflession­i.

TELA – Con l’aggregazio­ne sono arrivate le famose promesse. E mi ricordo anche il discorso fatto alle società sportive, che allora vivevano di volontaria­to, ma erano tempi floridi. Chiedere di tornare indietro potrebbe essere indigesto. Meglio fare un passo alla volta. Anche perché abbiamo troppe variabili in campo.

SCACCHI – È solo una bussola. Lo studio presenta la realtà in modo scientific­o e un po’ asettico. Noi siamo politici: sta a noi interpreta­rlo e prendere delle scelte. Come strumento guida può servire, ma non lo prenderei come oro colato, non siamo una tecnocrazi­a. Per questo abbiamo scelto di non tagliare di netto mezzo milione alle società sportive come suggeriva lo studio. Ci ha però aiutati per quanto riguarda la riorganizz­azione dei Dicasteri, manovra che ci ha permesso di risparmiar­e senza dover intervenir­e con manovre redistribu­tive. Poi ha dato lo spunto per dare avvio allo studio sulla nuova povertà, ben coscienti che la fascia di persone che fa più fatica si sta allargando. Questo studio darà modo di capire in maniera più approfondi­ta qual è il tessuto sociale della città e chi usufruirà della complement­are comunale. Potremo così mettere mano ai regolament­i e indirizzar­e gli aiuti in maniera un po’ più mirata.

CATTANEO – È stato un bene fare questo studio che ha restituito un esame tecnico, che permette ai politici di fare un’analisi puntuale. Sui tagli alle società, però, dico assolutame­nte no. Si diceva dello scollament­o tra Comune e popolazion­e, accelerato con l’aggregazio­ne, se si taglia si rischia di avere dei Quartieri dormitorio. D’altra parte, occorre continuare a stimolare e valorizzar­e il volontaria­to: il fuoco è sempre vivo, va rialimenta­to.

 ?? ?? Faccia a faccia, da sin., Marco Tela (Plr), Daniele Caverzasio (Lega-Ind.), Ind.), Jacopo Scacchi (Alternativ­A) e Pascal Cattaneo (Centro-Verdi liberali). Video: www.laregione.ch/1744389
Faccia a faccia, da sin., Marco Tela (Plr), Daniele Caverzasio (Lega-Ind.), Ind.), Jacopo Scacchi (Alternativ­A) e Pascal Cattaneo (Centro-Verdi liberali). Video: www.laregione.ch/1744389
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