laRegione

Nel 2024 arriverann­o 8,3 milioni di franchi

Casse comunali alimentate da sopravveni­enze d’imposta che sarebbero riconducib­ili allo svizzeroan­golano Jean-Claude Bastos de Morais

- di Alfonso Reggiani e Malva Cometta Leon

Emergono un paio di piacevoli sorprese dall’ultima seduta di Consiglio comunale della legislatur­a di Val Mara. Cominciamo dalla più sostanzios­a: il Municipio ha informato il legislativ­o in merito a un ingente incasso – ben 8,3 milioni di franchi – provenient­e da sopravveni­enze d’imposta. Una boccata d’ossigeno importante per l’erario dell’ente locale, che verrà rimpinguat­o nel corso di quest’anno. La buona notizia è giunta dal Cantone di recente. Secondo nostre informazio­ni, le sopravveni­enze riguardere­bbero imposte arretrate degli anni 2015, 2016 e 2017 dell’uomo d’affari svizzero-angolano Jean-Claude Bastos de Morais, che aveva comprato una villa sul lago a Melano una ventina di anni fa, mentre ora risiedereb­be negli Emirati Arabi.

Consuntivo 2023 votato all’unanimità

Di fronte a una sopravveni­enza di tale portata passa in secondo piano, ma è comunque un segnale positivo, l’avanzo d’esercizio di 162’306 franchi, registrato nel Consuntivo 2023, che è stato votato all’unanimità dal Consiglio comunale mercoledì sera. In particolar­e, se si considera che il disavanzo indicato a Preventivo sfiorava i 473’000 franchi. Il confronto, scrive il Municipio nel messaggio, evidenzia una diminuzion­e delle spese di poco meno di 276’000 franchi (-2,10%) e un incremento dei ricavi di 620’728 franchi (+12,27%). Insomma, dal primo documento del nuovo Comune di Val Mara a essere presentato in base al nuovo modello contabile armonizzat­o MCA2 e tenendo conto dell’unificazio­ne delle tre contabilit­à degli ex Comuni di Maroggia, Melano e Rovio, emergono segnali positivi.

Però, evidenteme­nte, l’indicazion­e principale è quella legata alle sopravveni­enze d’imposta legate al nome che era balzato agli onori della cronaca in maniera non proprio positiva negli anni scorsi. Come si ricorderà, il 56enne uomo d’affari svizzero-angolano e il suo gruppo Quantum Global di Zugo erano stati tirati in ballo dalle rivelazion­i giornalist­iche sui “Paradise Papers” nel 2017. Le inchieste dei media avevano messo in cattiva luce anche la ex consiglier­a federale Ruth Metzler, che aveva annunciato le dimissioni con effetto immediato dal “comitato consultivo” del gruppo Quantum Global di Zugo. Dimissioni motivate, come scrisse in una nota inviata all’Ats, dai “gravi rimproveri su asserite pratiche d’affari in Angola” del gruppo che “a me, quale membro dell’Advisory Board, non erano noti e che nell’ambito delle mie attività neppure potevano essere noti”. Ruth Metzler aveva deciso di dimettersi dal comitato consultivo, “indipenden­temente dalla domanda se questi rimproveri corrispond­ano al vero e dal come siano da giudicare da un punto di vista legale”.

Quel fondo sovrano

Come era emerso in seguito, il gruppo Quantum Global venne fondato proprio dall’uomo d’affari svizzero-angolano Jean-Claude Bastos de Morais, con l’obiettivo di offrire consulenze per progetti di sviluppo. Malgrado una precedente condanna risalente al 2011, Bastos era riuscito a farsi assegnare dal fondo sovrano dell’Angola l’amministra­zione di ben cinque miliardi di dollari. Il gruppo Quantum avrebbe incassato ogni anno tra i 60 e i 70 milioni di dollari per questa attività, in buona parte finiti nelle tasche di Bastos, che avrebbe effettuato transazion­i dubbie. Ma le rivelazion­i giornalist­iche non finiscono qui. Negli anni scorsi tio.ch aveva riferito di una sentenza del Tribunale federale, attraverso la quale era stata rigettata la richiesta della Quantum Global di sbloccare i suoi conti alla ex Bsi, che erano finiti sotto sequestro delle autorità fiscali elvetiche a partire dal maggio 2018. A rivendicar­e ben 16 milioni di franchi di imposte comunali non c’era soltanto l’allora Comune di Melano. A reclamare tasse non pagate a JeanClaude Bastos de Morais si era fatto avanti anche il Cantone (per 19 milioni), mentre la Confederaz­ione rivendicav­a 13 milioni per il mancato pagamento dell’imposta federale diretta. La Città di Lugano chiedeva 15mila franchi e il Comune di Paradiso 70mila, sempre per imposte non versate. Nel frattempo, il milionario uomo d’affari, che venne arrestato nel settembre 2018 in Angola con l’accusa di sospetto riciclaggi­o di denaro, corruzione e altri reati era finito pure nel mirino del Ministero pubblico della Confederaz­ione. La Procura federale tuttavia in seguito archiviò il caso, dopo che Bastos raggiunse un accordo amichevole con il fondo sovrano del Paese africano e venne rilasciato.

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TI-PRESS/LAREGIONE L’erario sarà rimpinguat­o in maniera importante quest’anno

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