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Il Lugano va in ferie con il broncio

Gara 7 è apertissim­a come le precedenti quattro, ma alla fine i bianconeri s’arrendono e il Friborgo va in semifinale. ‘Avessimo segnato noi per primi...’

- dagli inviati Christian Solari e Valdo Baumer

Friborgo – Mancano 53’’ alla fine e Carr ha sul bastone il gol che potrebbe riaprire per l’ennesima volta gara 7 col Friborgo. E invece, quel tiro a botta sicura del topscorer bianconero finisce nel guantone di un Berra miracolato, per una parata che farà senz’altro il giro del mondo sui social. È l’ultimissim­a immagine di un quarto di finale appassiona­nte, spettacola­re e incerto fino all’ultimo. Fino al momento del cavalleres­co abbraccio fra i giocatori a centro ghiaccio, subito dopo che Tennyson decidesse a sua volta di cominciare ad abbracciar­e alcuni dei suoi compagni di squadra a capo chino.

Del resto, per capire quanto sia stata dura basta dare un’occhiata al sospiro di Bertschy subito dopo il 4-2 a porta vuota, a 1’18’’ dalla fine. È solo a quel punto, che la squadra di Dubé crede di avercela infine fatta. Mentre il Lugano senz’altro si morde ancora le mani per aver sprecato l’occasione più ghiotta di tutte a poco più di sette minuti dalla fine, quando Jecker si fa buttar fuori per 4’ filati a causa di una bastonata al volto di un Kempe senz’altro tra i più attivi, in una serata in cui invece, rispetto al solito, brillano meno sia Joly, sia Marco Müller che Arcobello. Pur se in quel lungo powerplay è proprio l’americano ad avere l’opportunit­à più ghiotta, con il già citato Berra che si rende autore di un altro bigsave, negando ai bianconeri la gioia di un pareggio che inseguivan­o dal primo tempo. Dopo quel gol anche casuale di Mottet, al termine di un’azione che segue il principio della legge di Murphy, ovvero che se qualcosa può andar storto, senz’altro lo farà: dapprima, dietro la porta di Schlegel il disco salta sulla paletta del bastone di Alatalo a beneficio diWallmark, poi subito dopo il portiere bianconero viene involontar­iamente travolto da Peltonen, e se in un primo tempo è la traversa a respingere la conclusion­e di Jecker, quando il disco torna in gioco la retroguard­ia ticinese è fuori posizione, e Mottet deposita indisturba­to il disco in porta. E non è tutto: un paio di minuti dopo, a otto secondi dalla pausa, un primo tempo giocato in maniera intelligen­te dal Lugano si conclude con una penalità sul conto di Bertschy per una carica non altrettant­o intelligen­te ai danni di Carr, che ai più ha fatto pensare a una sanzione ancor maggiore. Come se non bastasse, allo scadere di quei due minuti, dopo uno slap di Fazzini che per poco Kempe non tramuta in rete, Sörensen rilancia immediatam­ente il gioco con un servizio per il rientrante Bertschy, che si avvia a battere Schlegel per il raddoppio, al 21’57’’. Manco a dirlo, per i ticinesi il colpo è durissimo. Tanto più che poco dopo pure Schlegel ci mette del suo, sgambettan­do Marchon dopo un tentativo in break del friborghes­e che, però, a quel punto è già sotto il controllo di Peltonen. Ma siccome in gara 7 nulla sembra andare secondo logica, con Joly al posto di Schlegel sulla panca dei cattivi, grazie a un dirompente backhand nel ‘sette’ Carr riapre la partita, segnando il 2-1 al 24’28’’. E poco dopo Marco Müller potrebbe anche pareggiare, mala sua conclusion­e a tu per tu per Berra è poco precisa. Al contrario, invece, è accuratiss­ima la sberla dalla distanza con cui DiDomenico riporta il Friborgo in vantaggio di due gol, al 30’28’’, mentre il Lugano si trova nuovamente in pista con l’uomo in meno per un ingenuo fallo in attacco di Fazzini, proprio dietro la porta di Berra. Sembra finita ma non lo è, anche perché a soli 34’’ dalla pausa numero due Thürkauf dimostra di non possedere particolar­i doti di calciatore (per fortuna), ma il suo tocco del tutto involontar­io col piede sul preciso taglio di Alatalo è un capolavoro di balistica, e vale il 32 che al 39’26’’ riapre nuovamente gara 7. Anche perché un gol di margine è tutt’altro che confortant­e per Sprunger e compagni, e nel terzo tempio il più delle volte il disco è sui bastoni dei bianconeri, che aspettano solo l’occasione buona per colpire. Poi, però, quando arriva, non riescono a sfruttarla. «In quei 4’ di powerplay abbiamo creato buone azioni, con bei tiri schermati davanti a Berra che però ha compiuto un paio di parate incredibil­i – dice Jesper Peltonen –. Alcuni rimbalzi sono stati favorevoli al Friborgo, altri a noi: ci è mancato un solo gol, le occasioni le abbiamo avute, manon sono entrate. Ma se fossimo andati in vantaggio noi sarebbe stata tutta un’altra partita». Peccato soltanto che il Lugano, nonostante i due gol nel secondo tempo, abbia pagato il 3-1 durante un’inferiorit­à numerica arrivata proprio mentre stava spingendo. «Tuttavia eravamo ancora perfettame­nte in partita dopo il 3-2 di Thürkauf nel finale di periodo, e negli ultimi 20’ abbiamo ancora avuto molte occasioni. È stata davvero una bella serie, molto equilibrat­a. Peccato, perché quest’anno abbiamo avuto degli alti e bassi dovuti anche agli infortuni, ma siamo comunque arrivati ai playoff, a una sola vittoria dalle semifinali. La speranza è di arrivarci l’anno prossimo, grazie all’esperienza accumulata in stagione e, si spera, a qualche infortunio in meno».

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KEYSTONE Non bastano né il gol calcistico del capitano, né i quattro minuti per la bastonata di Jecker in faccia a Kempe. Ed è questo, forse, il più granrammar­ico

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