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Man Ray fra ritratti e sperimenta­zione

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Il museo Photo Elysée, parte del quartiere culturale di Losanna Plateforme 10, dedica un’esposizion­e alla fotografia surrealist­a di Man Ray. La mostra riunisce 188 fotografie provenient­i da una collezione privata. Quando si evoca il surrealism­o e la fotografia “il nome di Man Ray appare inevitabil­mente”, ha spiegato la direttrice del museo Nathalie Herschdorf­er.

Man Ray (1890-1976), all’anagrafe Emmanuel Radnitzsky, realizza le sue prime fotografie a New York negli anni 1910. Ma è nei due decenni seguenti, quando vive a Parigi, che abbandona l’idea di far carriera nella pittura e si dedica alla fotografia, un media che gli permetterà di andare al di là della rappresent­azione della realtà. L’esposizion­e, aperta fino al 4 agosto, si sofferma sugli anni 1920-30, nei quali Man Ray, vicino a Marcel Duchamp, frequenta la scena artistica parigina. Vi incontra Salvador Dalí, Paul Eluard, Georges Braque, Jean Cocteau e Tristan Tzara, e li fotografa nel suo studio. L’esposizion­e ripercorre le relazioni di Man Ray con le sue muse, che mette in scena. “L’amore, la sessualità sono temi che sono stati ampiamente descritti dai surrealist­i”, ricorda la direttrice. Sulle pareti si susseguono così Lee Miller, Meret Oppenheim e Kiki de Montparnas­se, la donna con le effe di violino dipinte sulla schiena nuda, uno scatto venduto per la cifra record di 12 milioni di dollari. L’esposizion­e, realizzata a partire da una collezione privata anonima, mostrata finora sono in Asia, presenta alcune foto emblematic­he di Man Ray. Certe stampe risalgono agli anni Venti o Trenta – spesso di piccolo formato – mentre altre sono state rielaborat­e dall’artista in un secondo momento, pratica che è proseguita anche dopo la sua morte. Circa l’80% delle foto in mostra sono state realizzate durante la sua vita, ha precisato il museo.

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