Marzo si chiude a +2 gradi
Zurigo-Berna – La temperatura media in Svizzera in marzo è stata di “circa 2 gradi” superiore alla media del periodo 1991-2020 per il terzo mese dell’anno, riferisce il servizio meteorologico privato MeteoNews in un comunicato. Il dato non si discosta dalle statistiche relative ai singoli mesi, pressoché sempre più miti nel raffronto alla norma pluriennale. Secondo l’Ufficio federale di meteorologia e climatologia (MeteoSvizzera) che, poco dopo gli esperti zurighesi, ha pubblicato un contributo sul proprio blog, la temperatura media di marzo a livello nazionale dovrebbe raggiungere i 3,2 gradi, ovvero 1,9 gradi in più rispetto alla norma del trentennio considerato. Il condizionale è d’obbligo poiché la statistica viene pubblicata oltre tre giorni prima della fine del mese. Questo dovrebbe essere il settimo marzo più caldo dall’inizio delle misurazioni nel 1864.
L’ultimo mese più freddo rispetto al periodo 1991-2020 è stato aprile 2023, scrive MeteoNews. In quello che gli specialisti zurighesi designano come un bilancio provvisorio (poiché come per MeteoSvizzera stilato ben prima della fine del mese), la deviazione della temperatura è leggermente maggiore al nord rispetto al sud delle Alpi. L’eccesso è superiore nella Svizzera orientale, con oltre 2,5 gradi in alcune località.
La ‘Quinta Elvezia’ si fa sempre più grande
Neuchâtel – Gli svizzeri sono una popolazione migrante. Lo confermano le cifre in costante aumento della statistica degli svizzeri all’estero pubblicata dall’Ufficio federale di statistica. Nel 2023 la cosiddetta ‘Quinta Svizzera’ è aumentata dell’1,7%. Quasi due terzi di questi cittadini elvetici vivono in Europa, di cui più di un terzo risiede in Francia.
A fine 2023 erano ben 813’400 gli elvetici registrati presso una rappresentanza estera. Nel 2022 il numero era già salito dell’1,5%. L’incremento ha interessato in particolare l’Asia (3,1%), seguita dall’Europa (1,9%), dall’Oceania (1,2%), dal Nord America (1%) e dall’America Latina e Caraibi (0,4%). Un calo, dello 0,2%, si è registrato soltanto in Africa.
Una tendenza caratterizzata non solo dalla migrazione stretta, ma anche dalla variazione tra nascite e decessi, così come dalle naturalizzazioni. Tre quarti degli svizzeri all’estero hanno, infatti, più di una nazionalità.
L’auto era di cortesia, la velocità un po’ meno
San Gallo – Un 34enne è stato pizzicato a 102 km/h (dopo deduzione di un margine di 4 km/h che si applica alle misure effettuate con luce laser) sulla strada, dove il limite è di 50 km/h, che scorre a margine di un abitato nelle immediate vicinanze della città di San Gallo.
L’uomo era alla guida di un veicolo di cortesia. Dovrà rispondere di una grave violazione del diritto relativo a ‘Via sicura’. La Legge federale sulla circolazione stradale prevede una pena privativa della libertà compresa tra uno e quattro anni per “chiunque, violando intenzionalmente norme elementari della circolazione, corre il forte rischio di causare un incidente della circolazione con feriti gravi o morti, segnatamente attraverso la grave inosservanza di un limite di velocità”.
Quarantamila ore in fila
Berna – Gli ingorghi hanno continuato ad aumentare sulle strade nazionali svizzere nel 2022, raggiungendo circa 40’000 ore. Lo ha comunicato la Federazione stradale svizzera (strasseschweiz, routesuisse), aggiungendo che si tratta di un nuovo triste record. Nell’anno in rassegna, il trasporto individuale motorizzato ha rappresentato oltre 90 miliardi di persone-chilometro, ossia una crescita di oltre il 5%, mentre il trasporto su strada di merci è rimasto stabile, con oltre 17 miliardi di tonnellate-chilometro.
“Queste cifre – sottolinea Olivier Fantino, direttore della Federazione stradale svizzera – testimoniano sia la resilienza che l’importanza della rete stradale nazionale per il buon funzionamento del Paese. Tuttavia è urgente eliminare le strozzature sulle strade nazionali, per evitare un aumento del rischio di incidenti e un trasferimento del traffico sulle reti cantonali o comunali”. Parallelamente sono aumentate ulteriormente le riserve del Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato: al 1° gennaio 2023 ammontavano a circa 3,8 miliardi di franchi. Queste risorse sono utilizzate in particolare per eliminare gli ingorghi e completare la rete autostradale. I mezzi, che provengono esclusivamente dagli utenti della strada, permetteranno di finanziare la fase di ammodernamento delle autostrade nazionali del 2023 senza alcun aumento di tasse o di imposte. Al netto delle misure di compensazione obbligatorie, nel 2022 il traffico stradale privato ha emesso circa 11,73 milioni di tonnellate di CO2, pari a un calo del 40% delle emissioni per veicolo-km rispetto al 1990.