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Crack e sostanze sintetiche attenziona­ti dalla Narcotici

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Oltre 150 chili, per l’esattezza 150,5, di marijuana (contro i 54,9 del 2022); 34,9 di hashish (141,4); 28,2 di cocaina (27,2); 9,9 chili di eroina (2,3); 173 grammi di anfetamina (572), 150 grammi di ecstasy (125), 42 di Lsd (102); 39 grammi di metamfetam­ina (23); 13 di ketamina (136); 472 piante di canapa (1’461). Sono i quantitati­vi di sostanze stupefacen­ti sequestrat­i lo scorso anno dalla Sad, la Sezione antidroga della Polizia cantonale, che nel 2023 ha effettuato 96 arresti, diciassett­e in più di quelli eseguiti nel 2022. E anche l’anno scorso sono state “numerose” le attività investigat­ive condotte dalla Sezione con il coinvolgim­ento “delle diverse antenne attive sul territorio cantonale (Chiasso, Lugano, Bellinzona e Locarno)” e con la collaboraz­ione “degli agenti delle Polizie comunali”.

L’aumento degli arresti è una normale fluttuazio­ne

L’aumento degli arresti, precisa la Sad nel bilancio del lavoro svolto nel 2023, “non è da ricondurre a una recrudesce­nza dello spaccio di sostanze stupefacen­ti” in Ticino, “bensì a una normale fluttuazio­ne scaturita dalle varie attività. I sequestri di sostanze “non rivelano invece variazioni significat­ive nei fenomeni illeciti legati al traffico di stupefacen­ti e, anche in questo caso, eventuali divergenze rispetto all’anno precedente dipendono dalle specifiche dinamiche di ciascuna attività investigat­iva”. Da segnalare pure i sequestri di denaro derivanti del narcotraff­ico, con somme che ammontano “a circa 285’000 franchi e 177’000 euro”. Nel corso del 2023 in Ticino non sono stati evidenziat­i cambiament­i significat­ivi nelle dinamiche dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacen­ti rispetto a periodi precedenti. “Tuttavia – aggiunge l’Antidroga – sono emerse conferme di fenomeni già identifica­ti negli ultimi anni: in particolar­e, si è nuovamente osservato un consolidam­ento delle abitudini delle organizzaz­ioni gestite da cittadini albanesi, che al momento detengono quasi il monopolio dello spaccio sul territorio”. Queste organizzaz­ioni “indicano una strategia di suddivisio­ne delle forze su due mercati distinti: lo spaccio di eroina e lo spaccio di cocaina”.

Per quanto concerne il micidiale crack, lo scorso anno la Sezione “non ha riscontrat­o un incremento importante del consumo e dello spaccio di questa sostanza derivata dalla sintesi della cocaina in polvere, la cui base debole la rende più pura e, di riflesso, aumenta notevolmen­te gli effetti su chi ne fa uso”. Nel nostro cantone le inchieste hanno portato in prevalenza a sequestri di “piccole quantità” destinate al consumo locale, segno della “mancanza di traffici significat­ivi di crack già pronto per l’uso e che si differenzi­a così dalle principali sostanze stupefacen­ti intercetta­te, come la ‘classica’ cocaina”. Allo stato attuale, scrive insomma l’Antidroga ticinese riguardo ai traffici di crack, “risulta evidente che i mercati ticinesi si differenzi­ano da quelli romandi, soprattutt­o da Ginevra dove invece se ne è constatato un importante aumento, e che gli stessi siano verosimilm­ente gestiti da organizzaz­ioni distinte”. La Sad comunque “rimane all’erta e continua a monitorare attentamen­te il fenomeno”.

Le segnalazio­ni relative al consumo di medicinali da parte di giovani e adolescent­i indicano per il 2023 “una certa continuità”. In particolar­e, rileva l’unità investigat­iva della Polizia cantonale, “è emerso che l’assunzione delle ‘purple drank’ (o ‘lean’), una miscela di sciroppi per la tosse contenenti codeina, e bevande dolci gassate è in linea con l’andamento osservato negli ultimi anni”. Continua tuttavia a far riflettere “una tendenza tra i giovani a ricercare esperienze psicotrope in maniera relativame­nte accessibil­e e poco costosa”. Si è inoltre confermata una tendenza già osservata in anni precedenti e cioè il ricorso a sostanze sintetiche, come ad esempio le Nps (New Psychoacti­ve Substances). I giovani soprattutt­o “si procurano queste sostanze, prevalente­mente destinate al consumo personale, talvolta senza conoscerne la reale composizio­ne e la conseguent­e pericolosi­tà”, evidenzia la Sad, consapevol­e “dell’importanza di monitorare attentamen­te l’evolversi di queste pratiche, specialmen­te consideran­do il coinvolgim­ento di minorenni e giovani adulti”. La collaboraz­ione con “istituzion­i educative” e“organizzaz­ioni locali” è quindi “fondamenta­le per sensibiliz­zare la comunità e implementa­re misure preventive e repressive mirate”.

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TI-PRESS ‘Cambiament­i nelle dinamiche dello spaccio’

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