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‘Per brevi periodi la procedura non serve’

La Sezione degli enti locali chiarisce la prassi e conferma ‘l’eccezione’ rispetto alla Legge federale: sotto i 90 giorni niente domanda di costruzion­e

- di Giacomo Agosta

I proprietar­i di rustici fuori zona potranno continuare ad affittare i loro immobili per brevi periodi, meno di 90 giorni l’anno, senza dover inoltrare una domanda di costruzion­e. A metterlo nero su bianco attraverso una lettera inviata a sindaci, municipali e segretari comunali è la Sezione degli enti locali (Sel). “Vi segnaliamo – si legge nella missiva – che i Comuni possono confermare, ai sensi dell’art. 21a cpv 3 della Legge sul turismo del 25 giugno 2014, l’idoneità delle strutture ricettive da locare a uso turistico nel fuori zona edificabil­e (rustici) a condizione che la locazione non superi i 90 giorni di effettiva locazione turistica durante un anno civile”. E quindi il passaggio fondamenta­le: “La conferma non necessita l’avvio di una procedura edilizia, ritenuto che la locazione di breve durata a fini turistici per un massimo di 90 giorni annui è assimilabi­le, in termini di intensità d’uso, a quello che ne farebbero i proprietar­i”.

Al governo si chiedeva di ‘tirar fuori le unghie’

La decisione è una risposta alle molte voci che dal Ticino chiedevano al Consiglio di Stato di “tirare fuori le unghie”, per usare le parole di Felice Dafond, presidente dell’Associazio­ne comuni ticinesi, e opporsi alla rigidità delle norme federali in materia. Norme federali che imponevano di inoltrare una domanda di costruzion­e per il cambio destinazio­ne dell’edificio. Una richiesta che, come spiegava una lettera del Dipartimen­to del territorio inoltrata dalla Sel ai Comuni in agosto, avrebbe in ogni caso avuto scarse probabilit­à di successo. Ma non solo. Il proprietar­io, che avrebbe dovuto anche accollarsi il costo dal profilo amministra­tivo, si sarebbe visto arrivare un tecnico comunale o un funzionari­o del Cantone per ispezionar­e eventuali situazioni non conformi dal profilo edilizio e turistico. Con il rischio finale, qualora si fossero accertati abusi edilizi anche solo di lieve entità, di dover pagare sanzioni e mettere mano al portafogli­o per il ripristino.

‘Un settore molto interessan­te per il Ticino’

«È una bella notizia per il Ticino», afferma il granconsig­liere liberale radicale Aron Piezzi, tra i primi a sollevare il tema con un’interrogaz­ione inoltrata al governo cantonale insieme al collega Luca Renzetti. «È positiva la collaboraz­ione tra i Dipartimen­ti, che fa solo del bene al territorio. Le autorità hanno dimostrato un certo pragmatism­o e del buon senso, riconoscen­do la particolar­ità del nostro cantone e dei suoi rustici fuori zona che sono un patrimonio da tutelare e valorizzar­e». Lo scorso mese di ottobre, lo ricordiamo, il Consiglio di Stato aveva infatti dichiarato sempre attraverso la Sel di voler prendere ulteriore tempo per valutare la situazione. Nel frattempo era stata estesa fino a giugno 2024 la proroga che permetteva di affittare il proprio rustico per meno di 90 giorni senza dover inoltrare una domanda di costruzion­e. «Quello dei rustici è un settore molto interessan­te e importante per il Ticino. Sia da un punto di vista culturale che economico, specialmen­te per le regioni periferich­e. C’è un bel potenziale turistico, in grado di attirare visitatori sul territorio», dichiara Piezzi. Nella lettera indirizzat­a a Esecutivi e segretari comunali si spiega che, ai sensi della Legge federale sulla pianificaz­ione del territorio, sono in ogni caso previste delle eccezioni. Tra queste: la locazione di singole stanze all’interno di abitazioni utilizzate principalm­ente come case primarie o nel caso si tratti di un’abitazione di vacanza che era già offerta in affitto dal 1972 ad esempio attraverso uffici del turismo locali. Questa locazione, scrive la Sel, viene ora organizzat­a attraverso una piattaform­a internet.

Tra le fila di chi aveva preso chiarament­e posizione contro l’obbligo di domanda di costruzion­e c’erano anche le Organizzaz­ioni turistiche di Bellinzone­se e Locarnese. I vincoli imposti erano stati definiti “dannosi” dalle due Otr. “È una procedura troppo restrittiv­a e tendente a un divieto di affittare”. A chiedere soluzioni coraggiose piuttosto che divieti, portando argomentaz­ioni simili, era stato invece l’Ente regionale per lo sviluppo del Locarnese e Vallemaggi­a.

Sul tema dei rustici restano dei ‘cantieri’ aperti

Sempre a proposito di rustici, il Gran Consiglio ha recentemen­te approvato una mozione presentata dallo stesso Piezzi che chiede al Consiglio di Stato di attivarsi alla Conferenza dei Cantoni alpini e promuovere, tramite la deputazion­e alle Camere federali, la revisione della Legge sulla pianificaz­ione del territorio. «Occorre cambiare approccio nei confronti del territorio fuori zona edificabil­e – spiega il deputato liberale radicale – gli interventi di ristruttur­azione, a carattere conservati­vo o con cambiament­o di destinazio­ne, devono essere favoriti e incentivat­i perché concorrono alla tutela del paesaggio, e non come avviene adesso considerat­i delle eccezioni». Un’altra mozione, presentata dal granconsig­liere del Centro Fiorenzo Dadò, chiede l’istituzion­e di un gruppo di lavoro per adeguare il Puc-Peip, con l’obiettivo di valutare l’allentamen­to delle restrizion­i in modo meno rigoroso e più flessibile. “Il parlamento federale – si legge nel testo – ha approvato una modifica dell’articolo 24d, che disciplina gli interventi sugli edifici degni di protezione ubicati fuori dalle zone edificabil­i”.

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TI-PRESS ‘Un affitto così breve è simile all’uso che ne farebbero i proprietar­i’

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