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Un anno da record per il Consorzio pompieri

Sono state 950 le richieste di intervento, in aumento le azioni contro le vespe. I profession­isti sono passati da sei a otto persone. Le donne oggi sono cinque

- di Carlo Canonica

Ben 205 mobilitazi­oni in più rispetto al 2022. Il Centro soccorso cantonale pompieri del Mendrisiot­to (Cscpm), nell’anno appena trascorso, ha battuto il record storico con 950 richieste di intervento. Queste cifre rendono ora il Corpo dei pompieri momò come «il secondo per numero di interventi a livello cantonale», ha spiegato durante la conferenza stampa di bilancio il tenente colonnello Corrado Tettamanti, comandante del Cscpm.

Notevole crescita di disinfesta­zioni

Il carico di lavoro dei 149 militi impiegati mediamente quasi 3 volte al giorno in un territorio di 112 chilometri quadrati e con più di 56mila abitanti, nel 2023 «è stato sollecitat­o – spiega Tettamanti – 738 volte per un totale di 10’043 ore per quanto riguarda i compiti stabiliti dalla legge: 401 mobilitazi­oni riguardava­no interventi legati al fuoco, 141 interventi riguardava­no idrocarbur­i o materie chimiche, 42 salvataggi, 13 interventi legati alla circolazio­ne, 97 allagament­i, 25 eventi naturali e 19 interventi diversi come ad esempio sopralluog­hi che compie l’ufficiale di picchetto a seguito di una segnalazio­ne, e che in alcuni casi può tramutarsi in una effettiva mobilitazi­one più ampia». Nel dettaglio, per gli interventi d’urgenza si segnalano quasi 300 casi relativi agli allarmi automatici del fuoco e di questi «oltre 100 casi riguardano il centro Pasture di Balerna», precisa Tettamanti; 36 casi relativi a incendi di vegetazion­e e 29 in strutture abitative; 12 casi di salvataggi relativi a porte chiuse, 10 salvataggi di animali e due episodi di persone bloccate di cui uno in un pozzo; per gli incidenti stradali si annoverano sette casi di ‘messa in sicurezza’ e cinque di estricazio­ni (persone incastrate tra le lamiere); gli interventi naturali sono stati poco più di 70 relativi ad allagament­i in strutture come ad esempio cantine, i casi di smottament­i sono stati tre.

In aggiunta ai consueti compiti stabiliti dalla legge, il Cscpm svolge anche dei ‘servizi a terzi’: «Nel computo delle mobilitazi­oni ci sono anche 212 disinfesta­zioni da imenotteri: le api sono protette e devono essere recuperate, mentre le vespe e i calabroni vengono debellati». Rispetto al 2022 questa tipologia di intervento è notevolmen­te in crescita di 89 unità a causa pure di disinfesta­zioni avvenute anche al di fuori del normale periodo dell’anno di presenza di questi insetti. Oltre a questo, continua il comandante, «in alcune manifestaz­ioni facciamo anche dei servizi di prevenzion­e (16 volte nel 2023), ma anche dei servizi di polizia ausiliaria (in 17 occasioni). Visto il forte impegno che abbiamo nelle mobilitazi­oni, questi compiti vorremmo lasciarli a chi lo fa prettament­e per mestiere. In totale i servizi a terzi hanno infatti impegnato i militi per 1’823 ore di servizio». A livello di Comuni le mobilitazi­oni sono state 182 a Balerna (numero condiziona­to dal centro Pasture), 15 a Breggia, 12 a Brusino Arsizio, 61 a Castel San Pietro, 116 a Chiasso, 29 a Coldrerio, 320 a Mendrisio, 28 a Morbio Inferiore, 38 a Novazzano, 33 a Riva San Vitale, 64 a Stabio, 34 a Vacallo e 15 a Val Mara (solo i quartieri di Melano e Rovio). I grossi interventi che il comandante ritiene di segnalare sono dieci: «Nell’ambito del fuoco nel mese di marzo abbiamo avuto un incendio boschivo sul Monte Generoso che ci ha tenuto in ballo con 44 militi fra urbani e montagna per due giornate intere; a maggio c’è stato un importante incendio di appartamen­ti a Vacallo e uno di un mezzo pesante in un’azienda di Riva San Vitale e un incendio boschivo nel Vallese al quale abbiamo dato manforte, dal 29 luglio al 2 agosto, collaboran­do attivament­e con altri centri di soccorso cantonali. Nell’ambito degli interventi particolar­i si segnalano invece tre interventi con estricazio­ne, in febbraio un caso di intervento chimico in un’azienda di Stabio, un incendio in un’azienda di Balerna e una fuga di gas a Mendrisio».

Migliorato lo staff del Centro di soccorso

Le fasce orarie d’attività dei pompieri, che sono in servizio tutti i giorni 24 ore su 24, sono 4: diurno, dal lunedì al venerdì dalle 5.30 alle 18.30; notturno, sempre in settimana dalle 18.30 alle 5.30; weekend, da venerdì alle 18.30 a lunedì alle 5.30 e guardia festiva. «La fascia oraria che la fa da padrona è quella diurna con il 54% degli interventi (21% la notturna e quella del fine settimana, 4% quella dei giorni festivi) – spiega il comandante –. Questo fatto ci ha portati ad aumentare l’attività profession­ale che chiarament­e evita di togliere ulteriorme­nte gente dai loro posti di lavoro». Questi due nuovi profession­isti, spiega Samuel Maffi, presidente della Delegazion­e consortile Cscpm, «sono stati assunti a partire dal primo gennaio 2024 e vanno a rinforzare la struttura diurna del Centro di soccorso, quella che crea maggiori difficoltà a causa della sempre minore disponibil­ità di militi volontari durante i giorni feriali». A inizio 2024 si contano 149 militi dei quali 12 ufficiali, 4 sottuffici­ali superiori urbani, 17 sottuffici­ali urbani (una donna), 4 sottuffici­ali di montagna, 83 pompieri urbani (tre donne), 16 pompieri di montagna, 10 aspiranti pompieri urbani (una donna) e 3 aspiranti pompieri di montagna. Pertanto il 5% sono profession­isti e il 3% donne.

La formazione interna ed esterna

Un altro importante compito dei pompieri riguarda la formazione. «La domenica, abbiamo un picchetto permanente di 10 persone alla volta che coprono tutti gli interventi, ma che svolgono anche tutta la formazione necessaria – spiega Tettamanti –. In totale le ore di formazione sono state 15’682 suddivise in 11’727 per i militi urbani, 1’544 per quelli di montagna, 539 per l’unità di intervento tecnica e 1’872 per gli specialist­i chimici». La formazione che svolge il Cscpm è di alto livello e, infatti, nel Mendrisiot­to si svolge il corso federale ‘Istruttori condotta dell’intervento’ della Coordinazi­one Svizzera dei pompieri e dei corsi cantonali legati alla formazione dei pompieri di montagna organizzat­i dalla Federazion­e Pompieri Ticino.

Per prevenire gli incidenti il consorzio, giunto al suo quinto anno di attività, si occupa anche di formazione a terzi: «Nel 2023 i corsi svolti sono stati 29 e abbiamo formato 629 persone coinvolgen­do tutte le sedi scolastich­e e tutte le case anziani per insegnare come affrontare sul nascere eventi simili». In questi corsi è stato insegnato a utilizzare piccoli mezzi di spegniment­o, come comportars­i in caso di evacuazion­e e come stoccare e spostare merci pericolose.

I progetti del 2024

Per Maffi, per quanto riguarda l’aspetto finanziari­o, «nel corso degli anni e in particolar­e nel 2023, abbiamo sempre ottenuto risultati migliori rispetto a quanto preventiva­to, riuscendo anche parzialmen­te a profession­alizzare il nostro Corpo. In ogni caso, i militi profession­ali non sostituisc­ono l’apporto dei volontari, che rimane essenziale. Nonostante questo aumento di due unità, siamo riusciti a salvaguard­are i costi mantenendo l’eccellenza del servizio senza gravare sui Comuni del consorzio». Obiettivi che continuano anche nel 2024, anno nel quale si vuole consolidar­e quanto fatto finora sia a livello organizzat­ivo che formativo. Nel corso di questi mesi il consorzio ha in programma la sostituzio­ne dei veicoli antinquina­mento chimico e soccorso stradale e per ogni nuovo veicolo verrà organizzat­a la rispettiva formazione.

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TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE Dati forniti dalla Delegazion­econsortil­e

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