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Il grande Osvaldo Soriano e la polveriera turca

- di Stefano Marelli

Fra i testi a sfondo calcistico firmati dal mai dimenticat­o Osvaldo Soriano, uno dei meglio riusciti narra di una partita di bassissima lega che non poté essere terminata perché – dopo aver decretato una massima punizione a pochi secondi dalla fine – l’arbitro venne messo ko dal gancio in pieno volto sferratogl­i dal giocatore che aveva commesso il fallo.

Il tribunale sportivo decise allora che Estrella Polar e Deportivo Belgrano avrebbero dovuto ritrovarsi la domenica seguente per disputare, a porte chiuse, gli ultimi istanti di gara, riprendend­o le ostilità ovviamente con l’esecuzione dagli 11 metri e giocando poi l’ultimo mezzo minuto che ancora doveva scorrere sul cronometro al momento dell’interruzio­ne. Si trattava, dunque, del rigore più lungo del mondo, espression­e che dette pure il titolo al racconto in questione.

Qualcosa di altrettant­o surreale – benché dai contorni assai diversi – è capitato pure a Galatasara­y e Fenerbahçe, le due squadre più celebri e vincenti del calcio turco, che l’altroieri si sono affrontate per disputarsi la Supercoppa nazionale in un match che in realtà si sarebbe dovuto giocare lo scorso 30 dicembre e che, invece dei canonici 90 minuti, è durato soltanto 49 secondi: incassato un gol al primo minuto, infatti, i dirigenti del Fenerbahçe hanno ordinato ai loro giocatori di lasciare immediatam­ente il campo e gli atleti hanno obbedito. Le anomalie, ad ogni modo, non finiscono qui: il club colpevole di abbandono delle ostilità, infatti, invece dei titolari aveva per protesta schierato la squadra Under 19.

I motivi? Sono più di uno: innanzitut­to la società aveva chiesto – senza fortuna – alla Lega di posticipar­e la partita data la vicinanza con l’andata dei quarti di finale di Conference League contro i greci dell’Olympiacos, in cartellone dopodomani. Ma c’era pure un’altra richiesta avanzata dal club alla quale i vertici pallonari turchi non hanno dato seguito, e cioè che il match – per limitare al massimo il pericolo di corruzione, pratica assai diffusa nel Paese – fosse diretto da un arbitro straniero. Per questi e altri motivi, il presidente del club gialloblù sta meditando di dire addio al campionato turco e di chiedere ospitalità in Francia o in Spagna, le postulazio­ni sono già state spedite.

Il calcio turco è una polveriera, e il Fener possiede la capacità di trovarsi sempre al centro dei casini. Nemmeno un mese fa i suoi giocatori avevano già fatto parlare di sé in tutto il mondo quando, dopo un successo cruciale per la corsa al titolo, si difesero a calci e pugni dall’aggression­e dei tifosi del Trabzonspo­r, che frustrati avevano invaso il campo. Ma torniamo alla Supercoppa: perché mai non fu giocata a fine dicembre, come previsto? La gara avrebbe dovuto andare in scena in Arabia Saudita, come succede ormai da tempo anche alle squadre italiane e spagnole.

Il problema è che Galatasara­y e Fenerbahçe, già sbarcati a Gedda, hanno trovato un paio di sorprese: le autorità locali intendevan­o infatti proibir loro sia di far risuonare le note dell’inno turco sia di esibire simboli che rimandasse­ro a Mustafa Kemal (Atatürk), padre di una patria che proprio nel 2023 festeggiav­a i 100 anni dalla fondazione. Coraggiosa­mente – e per la prima volta trovatesi d’accordo su qualcosa – le due squadre stambuliot­e rifecero i bagagli e se ne tornarono subito a casa, fregandose­ne delle lamentele saudite.

Solo pochi giorni prima, ricordiamo, il campionato turco era stato sospeso a tempo indetermin­ato dopo il linciaggio all’arbitro che aveva diretto la partita della massima serie fra Ankaragücü e Rizespor. A conciarlo per le feste fu anche il presidente della squadra locale, uno dei fondatori del partito del premier Erdogan: il tizio è talmente potente che avrebbe anche potuto evitare l’arresto, se soltanto le immagini televisive non fossero state schiaccian­ti contro di lui. Il pallone in Turchia è dunque una santabarba­ra pronta a esplodere in ogni momento: non certo una bella pubblicità per un Paese che nel 2032 sarà chiamato insieme all’Italia a organizzar­e gli Europei.

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KEYSTONE Sotto la doccia dopo solo 1 minuto di gioco

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