laRegione

Dove la danza incontra l’architettu­ra

Al via l’11 giugno il secondo festival biennale di danza contempora­nea, progetto sempre meno utopico che allarga le sue produzioni e i suoi confini territoria­li

- B.D.

“Indagare il binomio corpo e architettu­ra”, detto come da comunicazi­one ufficiale; “Uscire dal Lac per raggiunger­e luoghi significat­ivi dell’architettu­ra ticinese”, detto con le parole di Michel Gagnon, direttore del Lac, per quel Lugano Dance Project giunto alla seconda edizione che è un po’ ‘suo’. Suo e di Carmelo Rifici, direttore artistico del centro culturale, e subito dietro Lorenzo Conti, colui che cura la stagione di danza del Lac e completa una sinergia che si allarga ad altri singoli/entità. “Un gruppo di lavoro”, lo definisce Rifici, a lanciare ieri, nella conferenza stampa di presentazi­one, le parole di Gagnon, per l’occasione in versione videoregis­trata.

Il festival biennale di danza contempora­nea aprirà le sue porte l’11 giugno per chiuderle il 16, uscendo dai confini prettament­e ‘Lac’ del primo esperiment­o per toccare altri territori – Villa Heleneum e Asilo Ciani a Lugano, Teatro San Materno ad Ascona, Chiesa di Santa Maria degli Angeli sul Monte Tamaro – e‘ingolosire’ ancor più la zona milanese e di frontiera. È “la Cultura con cui si riesce a fare turismo culturale” che tanto piace al presidente Badaracco, presente in sala, è“l’utopia” di cui parla Rifici, quel “sogno di rendere Lugano un centro internazio­nale di danza che possa competere con le stagioni di danza europee, creando diversific­azione con Milano”, che alla Scala propone un repertorio quasi interament­e classico, mentre qui si guarda invece alla contempora­nea e alle performanc­e, e l’utopia è un po’ meno utopia.

Patrimonio genetico

Anche al centro di questo Lugano Dance Project – come da assunto, o da corredo genetico del Lac – sta la produzione o la coproduzio­ne di spettacoli. Non tre ma cinque i coreografi scelti e sostenuti quest’anno, appunto, produttiva­mente o coprodutti­vamente. A partire da Cindy Van Acker, svizzera d’adozione, belga di nascita, fresca vincitrice del Gran Premio delle Arti Sceniche/Anello Hans Reinhart 2023 consegnato­le a Lugano durante il 32esimo Fit Festival, artista “libera, quasi anarchica nel suo modo di fare danza, cavallo indomabile (…) tra le protagonis­te dell’uscita del formalismo che è una delle grandi innovazion­i della danza svizzera” (Rifici): il 13 giugno la Sala Teatro del Lac ospita il debutto dell’essenziale ‘Quite Light’, due performer in uno spazio vuoto. Gli altri nomi, partendo dal titolo: ‘Landless’, al Teatro Foce il 14 giugno, è la nuova creazione di Christos Papadopulo­se Georgios Kostifakis (anche interprete), un assolo ispirato dall’architettu­ra moderna e postmodern­a per interrogar­si sulla possibilit­à di percepire il corpo come spazio e trattarlo come tale. ‘Cosmorama’, il 15 giugno nella chiesa progettata da Mario Botta sul Tamaro, il rapporto tra danza e paesaggio nel progetto site specific (creato appositame­nte per il luogo in cui si svolge) del coreografo Nicola Galli, autore e interprete insieme a Giulio Petricco. Lo stesso giorno, ma nella Sala Teatro del Lac, la prima europea della Symphonie de coeurs di Rhodnie Désir, coreografa-documentar­ista canadese fortemente voluta da Gagnon. L’esecuzione di questa sinfonia dei cuori che già riscuote ampio successo è affidata, per l’episodio luganese, alla ‘Sinfonica’ di casa, l’Orchestra della Svizzera italiana, diretta da NaomiWoo e affiancata dal beatmaker e sound designer Engone Endong e dal percussion­ista e flautista Lasso Sanou. L’opera è il frutto di un periodo di studio svolto dall’artista in due luoghi che del cuore si prendono cura, l’Istituto Cardiocent­ro del Ticino e il Montreal Heart Institute.

Il 16 giugno, le linee Bauhaus del Teatro San Materno di Ascona faranno da cornice a ‘Released’ di Ioannis Mandafouni­s , altro episodio site specific che chiederà al pubblico di essere spettatore, in quanto tale, ma da prospettiv­e inusuali.

Tutto il resto

Andando in ordine cronologic­o, si dovrebbe partire però da ‘Tanzfaktor’, il progetto biennale di Rso - Rete Danza Svizzera pensato per sostenere i giovani talenti svizzeri. L’11 giugno, il Palazzo dei Congressi di Lugano ospiterà, selezionat­i da una giuria di esperti, cinque brevi pezzi coreografi­ci: quelli di Oriana Zeoli in arte Glory (‘Not Where, but Who’), di Lena Schattenbe­rg e Simea Cavelti (‘Aléa’), di Tamara Mancini e Branca Scheidegge­r (‘Idiospect’), di Maxime Jennerat (…) e del collettivo friburghes­e di danza urbana Cie Nous et Moi (Contraste’). Di altre performanc­e site specific si renderanno protagonis­ti (il 12 e il 13 giugno all’ex orologeria Diantus Watch di Castel San Pietro) Michele Di Stefano in ‘Mobile Homes - Album degli abitanti del Nuovo Mondo’; la Compagnia Tiziana Arnaboldi, il 13 giugno, per l’omaggio al Bauhaus intitolato ‘Äutou du corps’, con il San Materno che si sposta virtualmen­te a Lugano, Asilo Ciani, protagonis­te Marta Ciappina ed Eleonora Chiocchini; Maria Hassabi, che il 15 giugno, nella Hall del Lac, porta in scena ‘White Out’, assolo nato in occasione di ‘I’ll Be Your Mirror’, personale dedicatale nel 2023 a Hong Kong. Più tardi, nella Sala 1, ma in cuffia, ‘Atmosferol­ogia - Veduta > Lugano’ del gruppo mk.

Conti rifiuta la definizion­e di “collateral­i” parlando dei progetti aggiuntivi. “Sono eventi unici e collegati tra loro attraverso una drammaturg­ia precisa”, dice. E così i workshop, i dialoghi e le tavole rotonde, l’incontro di studiosi ed esperti sul ruolo della danza e della cultura tutta. Dal workshop di Marc Brew, pioniere nel campo delle mixed abilities, costretto su una sedia a rotelle da un incidente (il 12 giugno, ispirato al tema di danza, architettu­ra e accessibil­ità) a quello di Hassabi alla Fondazione Bally (14 giugno); dai sette dialoghi costruiti sui temi degli spettacoli – con Emanuel Rosenberg, Pol Esteve Castelló, Riccardo Blumer, Maddalena Giovannell­i, Francesca Serrazanet­ti e Tiziana Conte, moderati da Katja Vaghi e Ariadne Mikou – alla tavola rotonda curata da Lorenzo Conti e Simona Travaglian­ti e intitolata ‘Stories we perform/ own/ steal/ space’ (13 giugno), fino alla conferenza di Pol Esteve Castelló sull’emergere della discoteca come genere architetto­nico nella Spagna franchista (14 giugno).

Detto delle proiezioni – il 12 giugno al Cinema Iride, ‘Amelia’ (2003) ed ‘Éco’, entrambi del canadese Édouard Lock, storico fondatore della La La La Human Steps; prima ancora, il 29 aprile al Lac, ‘Dancing Free’, il lungometra­ggio di Elettra Fiumi presentato all’ultimo Locarno Film Festival – si rimanda a www.luganodanc­eproject.ch per la prevendita, gli aggiorname­nti e tutto quanto, per brevità di spazio, è qui omesso.

 ?? SANDRA PIRETTI ?? Fino al 16 giugno. Nella foto, Cindy Van Acker, ‘Quiet Light’, il 13 giugno nella Sala Teatro delLac
SANDRA PIRETTI Fino al 16 giugno. Nella foto, Cindy Van Acker, ‘Quiet Light’, il 13 giugno nella Sala Teatro delLac

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland