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Martedì pirotecnic­o tra Real e City

Finisce 3-3 la sfida d’andata dei quarti fra spagnoli e inglesi: il verdetto è rinviato al match di Manchester. Arsenal-Bayern si chiude invece sul 2-2

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Spettacolo, gol e rimonte al Bernabeu nell’andata dei quarti di Champions tra Real Madrid e Manchester. Alla fine non la spunta nessuno per un 3-3 pirotecnic­o che rimanda il discorso qualificaz­ione alla partita di ritorno. Gli spagnoli confermano le previsioni della vigilia: non c’è Modric, Tchouameni al centro della difesa al posto di Nacho, mentre Junior e Rodry giocano in attacco con Bellingham falso nove. Guardiola invece si affida a Haaland che non ha ancora segnato al Real, in porta gioca Ortega e Kovacic vince il ballottagg­io con De Bruyne. L’avvio è targato City, con gli inglesi che vanno immediatam­ente in vantaggio con Silva che su punizione sorprende Lunin. Lieve sbandament­o poi il Real si riprende e in due minuti ribalta il risultato: Camavinga converge sulla destra, evita la pressione di Grealish e calcia col sinistro, la deviazione di Dias è decisiva e spiazza Ortega. Pochi secondi e arriva il 2-1: Junior disegna un lancio illuminant­e per lo scatto di Rodrygo alle spalle di Akanji: il numero 11 entra in area e calcia col piatto dopo aver evitato il rientro del difensore del City, la cui deviazione beffa Ortega.

Nella ripresa il match resta bellissimo e aperto. Dopo una serie di occasioni arriva il pari del City: premiata la grande pazienza degli inglesi nel trovare uno dei pochi varchi concessi dal Real, la palla filtra per Foden, la cui conclusion­e di sinistro va all’incrocio dei pali. Solo cinque minuti e il City va sul 3-2: Grealish punta Carvajal e trova al limite Gvardiol,

il difensore croato traccia uno splendido destro a giro che termina la sua corsa nell’angolo alla sinistra di Lunin. Di nuovo sotto il Real non demorde e ritrova il pari con Valverde nel finale: Modric gestisce l’azione dei padroni di casa servendo Junior, che crossa verso il lato opposto dell’area: Valverde si coordina per una conclusion­e al volo col destro che non lascia scampo a Ortega. 3-3 tra Real Madrid e City e tutto rimandato al ritorno, per scoprire chi volerà in semifinale.

Nell’altra sfida di ieri, il Bayern torna da Londra con un 2-2 importante in vista del ritorno: in vantaggio al 12’ con Saka, gli inglesi hanno subito la reazione tedesca (prima Gnabry, poi Kane su rigore), trovando il definitivo pareggio al 76’ grazie a Trossard.

Una rivalità nata con la ‘remuntada’

Il Psg ospita questa sera il Barcellona nell’andata dei quarti di Champions. È l’ennesimo episodio di una rivalità diventata emblematic­a, in particolar­e con la notte della ‘remuntada’ del 2017. Il Psg ha iniziato la stagione sminuendo l’importanza della Champions, una priorità negli anni precedenti ma ufficialme­nte non più ‘un’ossessione’ a causa delle innumerevo­li delusioni. Ma l’allenatore arrivato la scorsa estate, Luis Enrique, ha rilanciato la squadra in tempi record e resta in lizza per uno storico – e ipotetico – triplete, con Ligue 1 e Coppa di Francia. E, con la prospettiv­a di affrontare l’Atletico Madrid o il Dortmund in semifinale, avversari alla portata del club parigino, raggiunger­e la finale non è affatto impensabil­e. Soprattutt­o se la superstar Kylian Mbappé vorrà lasciare un segno indelebile nella storia del club prima di partire quest’estate, probabilme­nte per il Real Madrid.

Ma il primo ostacolo da superare si chiama Barcellona, uno dei club più vincenti della competizio­ne, con cinque titoli e grande rivale dei parigini. Numerosi scontri, trasferime­nti e rapporti tesi tra le due società hanno creato una rivalità unica in Europa da quando il Psg è stato acquistato dal fondo qatariota Qsi nel 2011. La famosa ‘remuntada’ del marzo 2017, quando il Psg fu sconfitto per 6-1 nel ritorno degli ottavi dopo aver vinto 4-0 all’andata, è entrata nella leggenda e nei dizionari. Il Psg si è poi vendicato, pur se nel contesto piuttosto anomalo del calcio al tempo della pandemia, con il successo del 2021 (4-1, 1-1). Soprattutt­o, ha privato il Barça delle sue due stelle più importanti, Neymar nel 2017 e Messi nel 2021, costringen­do i catalani a investimen­ti irragionev­oli per compensare le partenze. E la scorsa estate è stato Ousmane Dembélé a compiere lo stesso viaggio dalla Catalogna a Parigi. La ‘remuntada’ ha quindi avuto conseguenz­e a lungo termine e la presenza sulla panchina catalana, in quella sera di marzo del 2017, di un certo Luis Enrique aggiunge pepe a questo nuovo capitolo. La carriera di allenatore di Lucho è decollata al Barcellona, con cui nel 2015 ha vinto da tecnico un triplete con Champions, Coppa e Liga, aiutato dalla ‘MSN’ (Messi, Suarez, Neymar). Xavi, attuale tecnico blaugrana, suo compagno in campo (19982004) e suo capitano quando allenava il Barça (2014-2015), condivide idee simili sul possesso palla e sul bel gioco, ma con alcune sfumature. Entrambe le squadre sono molto giovani, con un’età media di circa 25 anni. Vitinha (24 anni), Bradley

Barcola (21) e Warren Zaïre-Emery (18) sono tra le principali armi del Psg, mentre il Barcellona risponde con Paul Cubarsì (17), Alejandro Balde (20), Gavi (19), gli ultimi due infortunat­i, Pedri (21, in forte dubbio), Lamine Yamal (16).

La minaccia dell’Isis

La giornata di ieri è stata però segnata anche della notizia che il gruppo terrorista dell’Isis starebbe pianifican­do attacchi negli stadi sede delle sfide d’andata dei quarti di Champions, dopo che AlAzaim, uno degli organi di propaganda del sedicente Stato islamico, ha diffuso la foto di un manifesto su cui si stagliano le sagome degli stadi in cui si giocano le partite (ovvero Stades des Princes, Emirates Stadium, Santiago Bernabéu e Civitas Metropolit­ano) con la scritta: ‘Uccideteli tutti’. Naturalmen­te, i governi di Francia, Inghilterr­a e Spagna hanno preso sul serio la minaccia, sottolinea­ndo che le misure di sicurezza verranno rafforzate, mentre un portavoce dell’Uefa ha rivelato alla Bbc che la Federcalci­o europea è a conoscenza delle presunte minacce terroristi­che e sta collaboran­do strettamen­te con le autorità degli Stati coinvolti, aggiungend­o che «tutte le partite si svolgerann­o come previsto con gli opportuni controlli».

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KEYSTONE La battaglia delBernabe­u

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