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‘Mozione in vista per uscire dal Consiglio d’Europa’

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«Stiamo valutando il lancio di una proposta, attraverso una mozione al Consiglio federale, perché la Svizzera esca dal Consiglio d’Europa». In casa Udc non si stempera un bel niente dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) che ha condannato la Svizzera per le insufficie­nti misure prese a protezione del clima, e il consiglier­e nazionale ticinese Piero Marchesi a ‘laRegione’ torna alla carica sul tema ribadendo la posizione del partito nazionale già espressa ieri: «La Cedu è una componente del Consiglio d’Europa, e un’origine del problema. È stato oltrepassa­to il limite».

Marchesi (Udc): ‘È preminente il diritto svizzero o quello straniero?’

Ma per Marchesi è anche importante ribadire che «serve lanciare un dibattito per capire davvero quale sia il rango preminente nel diritto: se quello svizzero, o quello straniero». E al riguardo, il presidente cantonale e deputato al Nazionale democentri­sta rimarca come «la votazione sull’iniziativa sull’autodeterm­inazione del 2019, bocciata dal popolo, avrebbe invece aiutato. Se non definiamo bene il diritto preminente, che ovviamente per noi è quello svizzero, situazioni così ne avremo sempre». A protestare ieri sono stati anche Plr e Centro, e Marchesi ne ha anche per loro: «Mi fa sorridere vederli indignarsi quando nel 2019 hanno votato in un altro modo. Questa sentenza conferma quanto diciamo da tempo, ed è anche un esempio lampante di quello che ci riserverà il futuro qualora il mandato negoziale con l’Unione europea venisse concretizz­ato con un nuovo Accordo quadro che obbligherà la Svizzera ad adottare automatica­mente il diritto europeo coi giudici stranieri ad avere l’ultima parola: e non è quello che vogliamo, anzi».

‘In Svizzera le decisioni le prendono gli organi democratic­i e il popolo’

Tornando alla sentenza della Cedu, Marchesi ritiene che con questo atto «mira a espandere il proprio raggio d’azione oltre i confini nazionali, interferen­do in questioni che non erano previste al momento della sua fondazione o dell’adesione della Svizzra nel 1963. Nel nostro Paese queste decisioni politiche devono essere prese unicamente da organi legislativ­i eletti democratic­amente e dal popolo, certamente non da Corti internazio­nali».

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TI-PRESS Piero Marchesi, presidente cantonale dell’Udc

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