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Cosa bisogna fare per vincere?

La Nazionale subisce nuovamente la lezione degli slovacchi sul ghiaccio di Humenné. Thürkauf: ‘Non è una scusa, ma c’è gente che non giocava da un mese’

- C.S.

Ci sarà magari anche un po’ di sfortuna, ma c’è soprattutt­o parecchia indiscipli­na alla base della nuova disfatta della Nazionale di Fischer. Che sul ghiaccio slovacco di Humenné, in una pista piena all’inverosimi­le – pur se può contenere appena 3’150 persone – incassa addirittur­a la sua undicesima sconfitta (in undici partite!) da inizio stagione, con Thürkauf e compagni che si debbono dichiarare battuti anche nella seconda delle due sfide ravvicinat­e alla selezione allenata da Craig Ramsey, in un venerdì in cui gli elvetici finiscono nuovamente per caricarsi di penalità. E, come se non bastasse, di quelle cinque situazioni in inferiorit­à numerica tre sono causate da altrettant­e bastonate in faccia a qualche avversario. Rispetto alla vigilia, ‘Fischi’ decide di apportare un paio di modifiche al lineup, scambiando di posto in difesa il bernese Samuel Kreis con il ginevrino Tim Berni che finisce a fianco di Michael Fora, mentre in attacco Tristan Scherwey prende il posto di Tyler Moy in prima linea a fianco di Gaëtan Haas e Calvin Thürkauf. Il capitano bianconero è il primo a rendersi pericoloso, dopo una ventina di secondi di gioco, grazie a un puck subito guadagnato in attacco dal già citato Scherwey. Tuttavia sono i padroni di casa ad aprire le marcature, al cinquantun­esimo secondo, quando Martin Fasko-Rudas si ritrova più solo che mai nello slot e può concedersi il lusso di tirare ben due volte senza essere disturbato, per la più grande disperazio­ne del povero Stéphane Charlin. La reazione rossocroci­ata è immediata: al 2’28” Kreis ci prova da lontano e Thürkauf tenta la deviazione volante senza riuscirci, ma per il portiere slovacco Hlavaj non c’è comunque nulla da fare. Per il ventiduenn­e portiere del Plzen vale lo stesso al 13’39”, quando lo slovacco Bacik si fa buttar fuori per aggancio e il missile di Le Coultre dalla blu s’infila nell’angolino alto alla destra di Hlavaj. Due gol dalla distanza firmati entrambi da difensori insomma, pur se nel primo periodo anche gli attaccanti rossocroci­ati riescono a creare diverse buone occasioni, dimostrand­o di avere energia e idee, a volte però un po’ complicate a livello di applicazio­ne.

Le cose su cui, invece, i rossocroci­ati dovranno senz’altro lavorare sono almeno due: la reattività al rientro in pista dagli spogliatoi e, soprattutt­o, le improvvise amnesie difensive. Basti dire che in avvio di periodo centrale non soltanto gli elvetici subiscono il pareggio slovacco appena 48 secondi dopo aver rimesso piede in pista, ma incassano persino la terza rete solo diciassett­e secondi più tardi (!): il primo errore lo commette Romain Loeffel, che spalanca la porta a Lantosi autore poi di un’esecuzione impeccabil­e a tu per tu con Stéphane Charlin, mentre il secondo è sul conto di Berni e Fora, che si fanno trovare in ritardo nell’azione che regala la doppietta a Fasko-Rudas, dopo un veloce aggirament­o della porta da parte di Kollar. Non proprio una gran figura, per una Svizzera che cancella nel breve volgere di qualche istante il ricordo di quanto di buono aveva fatto nel primo tempo. E ci vorranno quasi dieci minuti, prima che gli uomini di Fischer riescano infine a rendersi minacciosi sul fronte d’attacco, anche se dopo quella conclusion­e di Andres Ambühl finita di poco a lato la Svizzera tornerà a farsi preferire, e a cinque minuti dalla seconda pausa Nussbaumer si ritroverà sul bastone un disco d’oro a pochi passi da Hlavaj che, però, non riuscirà a concretizz­are.

Tuttavia, il momento più deprimente dell’intera partita deve ancora arrivare. Capiterà al quarto minuto del terzo periodo, dopo che gli elvetici arrivano a un niente dal pareggio grazie alla rapidità di uno Scherwey che conclude due volte a botta sicura, senza tuttavia riuscire a bucare Hlavaj. Poi, sulla ripartenza degli slovacchi, sbilanciat­i come sono gli elvetici si fanno infilzare come polli: Okuliar capisce tutto, lanciando Lantosi con un pregevole ‘flip pass’ e l’attaccante del Mlada Boleslav va a realizzare uno dei gol senz’altro più facili della carriera, anche perché Charlin gli si para incontro per rendergli la vita difficile, finendo però con l’inciampare, offrendogl­i su un piatto d’argento il punto del 4-2 al 43’16”. È quella la rete che dà la piega decisiva alla partita, nonostante il quarto punto di Moy (a 6 contro 4) riaccenda brevemente le speranze rossocroci­ate al 57’51”, prima del definitivo 5-3 di Kollar nella porta vuota. «All’inizio del primo e del secondo tempo ci siamo addormenta­ti – spiega l’attaccante bianconero Calvin Thürkauf ai microfoni di Srf –, e se è vero che nella prima occasione siamo riusciti ben presto a riscattarc­i, troppo spesso abbiamo finito col regalare il ‘momentum’ agli slovacchi, caricandoc­i nuovamente di penalità. Non vuol essere una scusa, ma siamo soltanto alla prima settimana di preparazio­ne e in squadra c’è gente che magari non giocava da tre o quattro settimane: dobbiamo trovare in fretta la chimica, riprendere ritmo e velocità d’esecuzione e fare in modo di essere più efficaci davanti alla porta, dimostrand­o anche maggior creatività in fase offensiva».

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KEYSTONE ‘Dobbiamo trovare in fretta il ritmo e la chimica’, dice l’attaccante­bianconero

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