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Buoni a nulla, ma capaci di tutto

- di Francesco Lombardo, presidente Associazio­ne Franca

Si è da poco conclusa la rassegna cinematogr­afica intorno all’universo giovanile “Buoni a nulla, ma capaci di tutto” che si è svolta ad Arbedo dal 17.01 al 10.04.2024, affrontand­o tematiche emergenti come le migrazioni, il disagio, ambiente e clima, dipendenze e violenza domestica; tematiche con le quali l’associazio­ne Franca è impegnata con progetti nelle scuole e nello spazio sociale. Crediamo di avere contribuit­o a stimolare il dibattito grazie alla potenza evocatrice delle immagini, agli interventi dei relatori e alle domande del pubblico, accorso numeroso. Ne è emerso un quadro complesso, in un periodo storico marcato da tanta precarietà e incertezza verso il futuro. Gli adolescent­i hanno di particolar­e che ci obbligano continuame­nte a ripensare i nostri concetti abituali sul mondo. Il loro corpo occupa un posto centrale e a sua volta è veicolo e bersaglio privilegia­to di molteplici esperienze, pulsioni, piaceri e conflitti che possono provare.

Il loro imperativo di sviluppo, li spinge naturalmen­te alle condotte di sperimenta­zione, ai confronti con tutto quello che rappresent­ano le norme. Prendiamo per esempio la violenza di cui si sente oggi spesso parlare: l’immagine sociale che ci arriva dell’adolescent­e è quella dei suoi debordamen­ti che gli adulti devono contenere. Noi sappiamo in realtà, che gli adolescent­i attraversa­no un periodo innanzitut­to vulnerabil­e per il fatto dell’intensità dei cambiament­i che lo caratteriz­za e per il fatto della loro estrema sensibilit­à alle qualità affettive e educative dell’ambiente in cui vivono. A quest’età, i legami stretti tra violenza subita e violenza agita, come per esempio il disagio, sono lì per ricordarci quest’evidenza.

Ora, il nostro ambiente è quello di una società in rapida evoluzione, facendo largo spazio ai valori personali e alle prestazion­i, più ricca in possibilit­à ma anche di incertezze o fallimenti di progetti di fronte all’avvenire. Non è più possibile ignorare gli effetti deleteri della precarietà relazional­e sotto tutte le sue forme, le ineguaglia­nze scolastich­e e educative, la violenza di certi ambienti e della perdita di punti di riferiment­o fondamenta­li.

Molti adolescent­i, appena usciti dall’infanzia, si ritrovano presi nella tenaglia di questo paradosso ambiente; ne subiscono direttamen­te gli effetti, non sapendoli né gestire, né trovare un aiuto adatto ai loro bisogni. Presi tra un forte appetito della vita e una non meno forte delusione verso le loro attese affettive, alcuni tenteranno di apportare i loro “rimedi” che, analizzand­oli in profondità, non saranno altro che strategie più di adattament­o, (o di sopravvive­nza) che di devianza vera e propria. Occuparsi di adolescent­i ci mette costanteme­nte alla prova. Le nostre pratiche abituali e le nostre capacità di cambiament­o, al di là delle competenze di questa o quella categoria di profession­isti, ci spingono alla necessità di adattarsi ai bisogni dell’adolescent­e, che possono cambiare considerev­olmente in funzione dell’individuo, del sesso, dello stadio del suo sviluppo, dal contesto psico-sociale, culturale ed economico. Per questo, l’approccio troppo segmentato dei problemi riguardant­i l’adolescenz­a, in un’immagine dell’evoluzione sempre di più specializz­ata delle nostre discipline, si dimostra molto spesso inadeguato.

Per parlare di giovani, quindi, sarebbe consigliab­ile stare di più con loro, in un tempo qualitativ­amente privilegia­to, poiché mutano troppo rapidament­e per credere di conoscerli senza averli visti un attimo prima.

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