laRegione

Il sogno sconfitto dal pragmatism­o

- di Andrea Manna e Jacopo Scarinci

Alla luce dell’esito del triplice appuntamen­to con le urne di questi ultimi dodici mesi, vien da domandarsi che cosa porteranno in dote al congresso dell’8 giugno del Partito socialista i due giovani ambiziosi presidenti che si candidano a un ulteriore mandato. Sul piano elettorale assai poco. Ha dichiarato Fabrizio Sirica, timoniere del Ps con Laura Riget, commentand­o a caldo i risultati per i Municipi: “Dove siamo andati da soli abbiamo confermato la tenuta”. Parole che difficilme­nte confortano la base, quando l’alleanza con i Verdi è stata il mantra del fronte progressis­ta in vista dapprima delle Cantonali, poi delle Federali e infine delle Comunali. Il matrimonio tra socialisti ed ecologisti si è rivelato sostanzial­mente un flop alla prova del voto. Tirate le somme, si è tradotto in una perdita di seggi. Lo attesta la magra performanc­e anche per i legislativ­i locali.

E allora cosa hanno prodotto riflession­i e incontri preannunci­ati in casa Ps nelle riunioni di comitato seguite alle deludenti elezioni cantonali dell’aprile 2023? Dove sta andando quel progetto definito dal sognante Yannick Demaria “un gesto di speranza e resistenza di fronte al disorienta­mento e al disagio che nascono da questa società malata basata sui criteri di consumo”? Peccato che la gran parte dei componenti, singoli e famiglie, di questa società si veda eroso il potere d’acquisto, si indebiti, tema per il posto di lavoro. E abbia quindi bisogno di risposte concrete. Insomma, non ci sono solo emergenza climatica e diritti civili. Di fronte all’arretramen­to dell’area rossoverde, la copresiden­za del Ps e i co-coordinato­ri dei Verdi avrebbero dovuto rivedere per tempo le proprie strategie per cercare di invertire la rotta. Invece... Occhio: il congresso socialista per la futura presidenza si avvicina, così come si avvicina una tornata di votazioni popolari molto importante per l’area rossoverde: in particolar­e quella sulla, da lei osteggiata, riforma fiscale. Spira ben altro vento nelle vele della destra, dove Lega e Udc confermano sia il buon momento per l’area, sia il fatto che questo buon momento dipenda dall’apporto democentri­sta. Se la conferma di Michele Foletti a Lugano è una medaglia che i leghisti possono lecitament­e attaccarsi al petto, guardando i Legislativ­i – la stessa Lugano e Mendrisio parlano chiaro – l’Udc di Piero Marchesi mostra che la sua crescita non si sta arrestando. Al netto dei sorrisi forzati e un po’ pinocchi di un Marco Chiesa che non si era candidato per fare il municipale, e invece erediterà l’ufficio sgomberato­gli con prontezza da Tiziano Galeazzi.

Sempre nel centrodest­ra, i sorrisi del presidente del Plr Alessandro Speziali sono giustifica­ti: i liberali radicali sono cresciuti nei Municipi – anche grazie a uno Speziali più presente a fianco delle sezioni e più profilato rispetto a certe timidezze passate –, senza vendere illusioni in un periodo storico in cui invero sarebbe la via più semplice, tra anti-politica imperante e primato assoluto, si diceva, dei diritti a scapito dei doveri. Non era facile, consideran­do la flessione vissuta a livello cantonale. Flessione cui era scampato il Centro di Fiorenzo Dadò, che mantiene il trend: la scelta di argomenti da battaglia pochi ma buoni – imposta di circolazio­ne su tutti – ha pagato anche a livello locale. Ma c’è un fatto che ha segnato in negativo queste Comunali. L’annullamen­to delle elezioni ad Arbedo-Castione per la manipolazi­one di una cinquantin­a di schede, con doverosa segnalazio­ne alla Procura. Ancora una volta deve intervenir­e la magistratu­ra. Segno di una certa politica allo sbando. Davvero preoccupan­te.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland