laRegione

Il nipote filorusso del Generale de Gaulle

- Di Franco Zantonelli

Nell’autunno del 1961, in visita a Berlino Ovest, esprimendo­si sul muro che divideva in due la città il Generale de Gaulle pronunciò un duro discorso antisoviet­ico. Il presidente francese affermò che “quando la minaccia di un imperialis­mo ambizioso raggiunge un certo punto, qualsiasi passo indietro ha il solo effetto di sovraeccit­are l’avversario”. Parole che, sicurament­e, oltre mezzo secolo dopo verrebbero condivise da Emmanuel Macron, convinto dell’idea che per fermare l’aggression­e russa all’Ucraina l’Unione Europea e la Nato dovrebbero avere il coraggio di schierare le proprie truppe a sostegno dell’esercito di Zelensky. De Gaulle sarebbe orgoglioso del suo successore all’Eliseo, molto meno invece del proprio nipote, Pierre, che dall’inizio del conflitto russoucrai­no non perde occasione per manifestar­e appoggio a Putin. Al punto da dichiarare che sarebbe onorato di ricevere la cittadinan­za russa. Pierre de Gaulle, 60 anni, è uno dei quattro figli di Philippe de Gaulle, il primogenit­o del Generale, appena morto ultracente­nario e, come il padre, eroe della resistenza contro i nazisti. Il fondatore della Quinta Repubblica, tuttora ritenuto dai francesi un padre della patria, si starà, come si suol dire, rivoltando nella tomba a sentire quelle dichiarazi­oni filorusse del proprio nipote. Il quale risiede a Ginevra, dove, come ha rivelato Le Matin Dimanche, ha creato una fondazione, intestata a suo nome, che si propone, tra gli altri obiettivi, di “ricostruir­e la Francia di mio nonno”. Per intenderci, quella degli anni 60 che arriva a paragonare alla Russia di Putin. In cui, a suo dire, prevalgono il rispetto, la cortesia e la fede. Una sorta di enclave delle buone maniere, contrappos­ta al dissoluto mondo occidental­e. Buone maniere di cui hanno fatto le spese, tanto per fare degli esempi, Alexei Navalny e Anna Politkovsk­aja. Vladimir Putin, certamente, si è detto lusingato dall’inevitabil­e accostamen­to con una delle personalit­à che hanno fatto la storia del 20esimo secolo. Ha quindi accolto Pierre de Gaulle, ringrazian­dolo per quanto sta facendo in favore di un riavvicina­mento tra la Russia e l’Europa. Pierre de Gaulle che, o appartiene alla categoria dei terrapiatt­isti o a quella degli ingenui. Sempre che non sia un provocator­e al servizio dello Zar contempora­neo. Quanto ai suoi titoli, su Linkedin si è definito “consiglier­e senior del comitato di direzione della Banca Rothschild”. Ma ha ricevuto una secca smentita da Edmond de Rothschild in persona. La sua stessa famiglia, che vive nel mito del Generale, ha preferito distanziar­si dalle bislacche prese di posizione di Pierre. La buonanima del grande nonno, che con i famigliari, a parte la figlia disabile Anne e la moglie Yvonne, manteneva un atteggiame­nto di altezzoso distacco, avrebbe reagito con durezza al comportame­nto del nipote. Né avrebbe gradito la sua contrappos­izione con il resto dei parenti sul destino della residenza di Colombey-les-Deux-Églises, dove il Generale ha vissuto gli ultimi anni di vita.

E poi che dire della vicinanza di Pierre all’estrema destra francese? I gollisti, a suo tempo, hanno tuonato contro la prospettiv­a di una vittoria di Marine Le Pen alle presidenzi­ali, ritenendol­a una rovina per la Francia.

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