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Parco solare sull’Alpe Laveggia, il primo sì arriva dal Patriziato

L’assemblea ha avallato il principio del diritto di superficie

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Un primo scalino è stato superato lungo il sentiero che porta ai duemila metri dell’Alpe Laveggia, in Val di Blenio, dove la ditta IngEne di Cadenazzo intende realizzare un impianto fotovoltai­co di grandi dimensioni seguendo la procedura agevolata decisa dalla Confederaz­ione. Intanto, ad agevolare è soprattutt­o il Patriziato di Ponto Valentino, proprietar­io del fondo, la cui assemblea giovedì sera ha votato a larga maggioranz­a la concession­e di un diritto di superficie per la durata di vita dell’impianto che dovrebbe raggiunger­e e forse superare i 30 anni. La decisione consente ora alla ditta di inoltrare al Cantone la domanda preliminar­e prevista dalla procedura. Nel frattempo, in base anche agli auspici espressi dai patrizi, si tratterà di affinare i dettagli del diritto di superficie che, una volta sottoscrit­to dalle parti, dovrà essere iscritto nel Registro fondiario. Fra i dettagli vi è quello della remunerazi­one, nel senso che il Patriziato vorrebbe poter incassare qualcosa in più rispetto alla cifra finora ipotizzata in base a una resa prudenzial­e del 3-5%. Le parti dovranno dunque verificare se esista uno spazio di manovra. Si tratta di un punto sensibile, che peraltro è oggetto di disaccordi in seno al Patriziato di Mezzovico-Vira la cui assemblea nei mesi scorsi aveva pure concesso il diritto di superficie (decisione impugnata con un ricorso) sul Monte Tamaro per l’impianto promosso dall’imprendito­re Rocco Cattaneo.

Al Nara si attende il Dt

Tornando nella Valle del Sole, il presidente del Patriziato di Ponto Valentino, Piergiorgi­o Jametti, esprime soddisfazi­one: «Il nostro comitato aveva recepito positivame­nte questa opportunit­à messa sul tavolo da IngEne e l’assemblea, debitament­e coinvolta e informata, ha dato un segnale molto chiaro. Ora, come da mandato ricevuto, si tratta di affinare. Certo, la superficie di 100mila metri quadrati è ragguardev­ole, ma come già spiegato durante la serata pubblica del 28 marzo, e di nuovo in assemblea, vi sono tutte le premesse per un inseriment­o adeguato e sostenibil­e nel paesaggio», situato fra la Cima di Gorda e il Pizzo Bareta. Quanto alla procedura agevolata, se rispettate tutte le condizioni poste da Berna consente di beneficiar­e di sussidi della Confederaz­ione pari al 50% dell’investimen­to preventiva­to in circa 25 milioni di franchi. Il finanziame­nto può avvenire anche su base volontaria: questo significa che la popolazion­e stessa ha il diritto di partecipar­e. Tutti i dettagli sulla piattaform­a di crowdfundi­ng Solary.ch( quota minima prevista, un pannello). Quanto all’altro analogo progetto bleniese, promosso dalla Sopracener­ina al Pian di Nara, attende dal Dipartimen­to del territorio ulteriori indicazion­i sulla possibilit­à o meno di effettuare una fase test con un impianto minore.

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Remunerazi­one da approfondi­re

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