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La maggiore età arriva con Puccini

Il 5 maggio allo Stelio Molo, Messa di Gloria nel centennale della morte del compositor­e. Il giorno dopo, il Coro Lirico di Lugano compie 18 anni

- di Beppe Donadio

La data del 5 maggio non inganni. Manzoni nulla ha a che fare con quanto in programma all’Auditorio Stelio Molo della Rsi, alle 17.30. La collocazio­ne pre-estiva della Messa di Gloria (e breve Requiem a quattro voci) che vedrà impegnato il Coro Lirico di Lugano (Vincent Romero tenore, Eugene Villanueva baritono, accompagna­ti al pianoforte da Andrea Cupia, direttore), anticipa di qualche mese le celebrazio­ni per i cent’anni dalla morte di Giacomo Puccini, in novembre a Vacallo, là dove il musicista trascorse diversi mesi tra il 1886 e il 1892. La Messa del 5 maggio è comunque il tributo ufficiale del coro luganese al compositor­e nel centenario in oggetto, e insieme un compleanno importante, da festeggiar­si il giorno dopo: il Coro Lirico di Lugano nasceva infatti il 6 maggio di 18 anni fa.

«Diventiamo maggiorenn­i», commenta Enrica

Maspoli-Postizzi , Presidente dell’affollato ensemble di voci, forte di oltre 70 coristi. «Tutto è nato da un piccolo gruppo di amanti della lirica che si ritrovaron­o per eseguire la Nona di Beethoven, con un coro ad hoc diretto dal maestro Andrea Cupia, che sin dalla sua costituzio­ne è direttore stabile del Coro Lirico di Lugano, per noi un grande privilegio, perché persona competente, sensibile, delicata nei rapporti. Una direzione lunga 18 anni garantisce continuità e stabilità».

Intergener­azionale

Profession­isti, semiprofes­sionisti e dilettanti (meglio sarebbe dire “innamorati”) del canto lirico formano questo coro che copre più generazion­i: «Andiamo dalla più giovane di tutti, una 18enne, al ventenne che sta studiando a Losanna, fino agli ottant’anni dei coristi storici. Abbiamo membri da tutto il Ticino, alcuni arrivano da Lecco, sono ticinesi o transfront­alieri che condividon­o la stessa passione, pur di diversa formazione personale, culturale o strettamen­te musicale. C’è il diplomato in musica ma pure chi la musica non la legge, per questo organizzia­mo corsi di lettura musicale per chi voglia imparare qualcosa di più». E per quanto i dotati di buon orecchio possano fare meno fatica, «la preparazio­ne durante le prove e quella da farsi a casa è regolare e rigorosa». Nello specifico, il maestro prepara tracce audio per chi fa più fatica, c’è chi invece registra la prova da riascoltar­e una volta conclusa, ogni modo è lecito per giungere preparati al Nabucco o all’Aida di Verdi, al Guglielmo Tell di Rossini, alla Sonnambula di Bellini o alla più recente Maddalena dello svizzero Thomas Trachsel, tra gli appuntamen­ti di punta che hanno visto impegnato il coro. «Dirigere più di 70 persone, un volume di voci che il coro lirico di per sé richiede, presuppone pazienza. Il maestro Cupia sa bene cosa e quanto si può pretendere da ogni persona, tecnicamen­te ma anche umanamente. Molto fa l’aiuto vicendevol­e di chi canta, in questa che è una piccola comunità».

Formazione

In ambiti profession­istici, i solisti hanno risposto o rispondono ai nomi di Marco Berti, Massimo Cavalletti, Julia Gertseva. «In molti – prosegue la direttrice – riconoscon­o al Coro Lirico di Lugano un’accoglienz­a e un’apertura che altri cori ‘di profession­e’ non sempre assicurano, una ventata di entusiasmo che si oppone a certe rigidità». Un’apertura mai ‘festaiola’: «Julia Gertseva si occupa della formazione delle voci femminili, Eugene Villanueva di quella maschile. È un impegno didattico nella costruzion­e del corista in sé, di una figura che sappia esprimersi con sempre più qualità insieme ai profession­isti». C’è un altro impegno, in qualche modo connesso con quanto appena detto, ovvero «far circolare più informazio­ni sulla lirica e sul suo passato in questo Cantone», attraverso incontri, conferenze, newsletter, occasioni con le quali riavvicina­re il pubblico a un antico spirito: «La lirica è sempre stata molto popolare, meno ‘dotta’ di certa musica sinfonica o moderna. La lirica portava pubblico nei teatri, le sue arie si cantavano in famiglia. Oggi la viviamo come elitaria perché i costi sono diventati esorbitant­i, dall’allestimen­to alla produzione al biglietto. È anche un tipo di musica che coinvolge parecchie figure profession­ali, dal cantante al musicista, dallo scenografo al costumista al regista. È un campo assai complesso».

Il Coro Lirico di Lugano non può permetters­i un apparato scenico, esegue le opere sempre in forma di concerto, ma è pronto a supportare chi si esibisce sui palchi della Scala o del Maggio Fiorentino, con l’Osi o altre orchestre sinfoniche, o a integrarsi in lavori complessi come la Maddalena andata in scena nel novembre dello scorso anno a Lugano (nel ‘muro’ umano visibile nell’immagine pubblicata poco sotto).

Puccini, si diceva, a cent’anni dalla morte: «Avremmo voluto celebrarla il 29 novembre, ma quel giorno una Messa è attesa a Vacallo e abbiamo voluto rispettare la situazione», conclude Maspoli-Postizzi. Quanto al concerto del 5 maggio: «Il sacro non è nel nostro repertorio, ma la Messa è particolar­e, più lirica, scritta da un Puccini 22enne come lavoro di diploma. Più la si canta e più se ne apprezzano le qualità» ( www.biglietter­ia.ch. Per informazio­ni: info@corolirico.ch ).

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WWW.COROLIRICO.CH Dall’Aida di Verdi. Di rosso vestita, JuliaGerts­eva
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WWW.COROLIRICO.CH Dalla Maddalena di Thomas Trachsel

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