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Elettrific­azione e guida autonoma

- Jürg Röthlisber­ger, direttore di Ustra (© Ustra)

Nei prossimi decenni, l’Ufficio federale delle strade sarà confrontat­o con l’implementa­zione degli obiettivi della Roadmap per la mobilità elettrica: fra le partite da giocare c’è la diffusione capillare della rete di stazioni di ricarica su tutto il territorio nazionale. Ne abbiamo parlato con Jürg Röthlisber­ger, direttore di USTRA dal 2015.

L’elettrific­azione del parco veicoli richiede un’adeguata rete di ricarica. Qual è la situazione lungo la rete autostrada­le svizzera e quali saranno i prossimi passi? I viaggiator­i potranno ricaricare il loro veicolo senza dover uscire dall’autostrada?

Questo è uno degli obiettivi stabiliti nella Roadmap per la mobilità elettrica: una rete di stazioni di ricarica rapida capillare e di facile accesso. Attualment­e siamo a oltre 13’000 punti di ricarica pubblici, l’obiettivo è quello di averne 20’000 entro la fine del 2025: traguardo che spingerà verso la mobilità elettrica, dato l’obiettivo della Roadmap per l’elettromob­ilità di raggiunger­e il 50% delle nuove immatricol­azioni in elettrico o ibrido plug-in entro la fine del 2025. L’USTRA contribuis­ce a questo obiettivo mettendo a disposizio­ne le aree di sosta lungo le strade nazionali per l’installazi­one di stazioni di ricarica rapida. Attualment­e, 40 aree di sosta sono dotate di almeno 4 colonnine rapide ciascuna; altre 14 saranno così attrezzate entro la fine del 2024 e l’obiettivo è di arrivare a 100 entro la fine del 2030. L’USTRA ha recentemen­te compiuto un ulteriore passo avanti invitando a presentare progetti per la costruzion­e di hub di ricarica rapida in prossimità degli svincoli autostrada­li, mettendo a disposizio­ne 55 lotti di terreno (suddivisi in 5 frazioni) su cui imprese terze possono costruire e gestire le proprie stazioni.

Quali sono situazione e prospettiv­e per il rifornimen­to di veicoli alimentati a idrogeno?

Nell’ambito della strategia energetica 2050, il governo svizzero si è impegnato a raggiunger­e la neutralità del carbonio entro questa data, obiettivo che impone al settore dei trasporti l’abbandono dei combustibi­li fossili. Nel campo della mobilità individual­e a motore si dovrebbero imporre le auto elettriche a batteria, data la loro efficienza tre volte superiore a quella del propulsore a combustion­e interna. Tuttavia, per raggiunger­e la neutralità del carbonio, dobbiamo lasciare la porta aperta a tutte le altre tecnologie, come biocarbura­nti, carburanti sintetici e idrogeno. Risorse che servono inoltre per alimentare il settore del trasporto merci e i mezzi convenzion­ali esistenti. L’idrogeno, in particolar­e, può essere utilizzato sia nei motori a combustion­e interna che nelle pile a combustibi­le. Questo impiego per la mobilità individual­e potrebbe tuttavia risultare secondario rispetto a quello che probabilme­nte sarà il suo impiego principale, ovvero l’accumulo/stoccaggio di energia.

La guida autonoma è da tempo un tema ricorrente nel campo della mobilità, e alcune modifiche legislativ­e in questo senso sono già state fatte anche in Svizzera. Tuttavia, il settore è in costante evoluzione: dal vostro osservator­io, quali sono le prospettiv­e nel breve e nel medio termine? La guida autonoma implicherà anche un adeguament­o dell’infrastrut­tura stradale?

I veicoli a guida automatizz­ata offrono molte opportunit­à e potenziali­tà per un trasporto più efficiente e sicuro; ad esempio, potendo viaggiare più vicini tra loro e utilizzare in modo più funzionale le superfici stradali. Innovativi servizi di mobilità a guida automatizz­ata, come i taxi autonomi, sono poi in grado di soddisfare le esigenze di trasporto individual­i in modo più efficiente rispetto a oggi, rendendo più facile rinunciare all’acquisto di un veicolo proprio. Ci vorrà comunque molto tempo ancora prima che l’intero parco veicoli sia dotato di questa tecnologia: secondo le nostre stime, nel 2050 il 40-70% dei veicoli sarà ancora guidato da persone. L’impatto dei veicoli a guida automatizz­ata sulle infrastrut­ture è difficile da stimare. Nel caso ideale, veicoli e infrastrut­ture scambiano informazio­ni, secondo la logica di sviluppo della rete interattiv­a e integrata. Tuttavia, affinché questa visione diventi realtà, abbiamo bisogno di una rete di comunicazi­one ancora più efficiente e veloce, sempre operativa e che copra ogni angolo della rete stradale. Senza dimenticar­e la delicata gestione e protezione dei dati, nonché la difesa della sfera privata. La creazione di una simile infrastrut­tura richiederà, inoltre, investimen­ti considerev­oli, le cui modalità di finanziame­nto restano da valutare. Infine, anche gli standard tecnici alla base del funzioname­nto di simili infrastrut­ture devono essere decisi a livello internazio­nale, in modo che i veicoli possano viaggiare da un Paese all’altro senza difficoltà. La Svizzera è rappresent­ata in questi gruppi di lavoro e osserva attentamen­te la situazione; esistono inoltre progetti pilota in cui la rete stradale comunica ad esempio i limiti di velocità ai veicoli in transito, ma è ancora troppo presto per dire se questi scenari tecnologic­i si diffondera­nno o meno.

L’elettrific­azione si espande lentamente anche ai veicoli pesanti, peraltro sempre più ricchi di sistemi di assistenza alla guida. Questi sviluppi richiedono attenzioni specifiche in relazione a mole, dimensioni e tipologia di impiego di questi mezzi?

I requisiti per i mezzi pesanti elettrici sono simili a quelli delle automobili: la sfida sarà quella di fornire un’infrastrut­tura di ricarica sufficient­e. Una criticità specifica dei camion elettrici viene tuttavia dal loro peso e, per questo, è possibile che il motore a combustion­e con carburanti a zero emissioni di CO2 risulti un’opzione valida soprattutt­o nel campo del trasporto merci.

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In Svizzera, sono oltre 13’000 i punti di rifornimen­to pubblici
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