Clinica Luganese Moncucco: lento ritorno alla normalità
Con Unipress garantiti i più elevati standard di sicurezza e igiene
La Clinica Luganese Moncucco è stata, per diversi mesi, uno dei due centri d'importanza cantonale per il ricovero e la cura dei pazienti colpiti da Covid-19, con un ingente sforzo da parte di tutto il personale medico e paramedico, che ha trascorso diverse settimane di grandi sacrifici per garantire le migliori cure ai pazienti, la maggior parte dei quali sono guariti e sono tornati a casa dopo i ricoveri in reparto o in cure intense. Per fare fronte a questa eccezionale emergenza, la Clinica ha dovuto affrontare diversi cambiamenti strutturali e organizzativi, prestando la massima attenzione al rispetto delle rigide misure di sicurezza e igiene nel campo della prevenzione delle malattie infettive, potenziate e adattate all'emergenza Covid, mantenendo sempre un altissimo livello di guardia per prevenire qualsiasi nuovo contagio. Prezioso e indispensabile è stato il contributo fornito da Unipress, la lavanderia industriale specializzata che ha sede ad Agno, diretta da Claudio Basilico, che ha svolto un servizio essenziale in tutta la fase emergenziale, che è andato oltre il ritiro, lavaggio e riconsegna della biancheria della clinica.
Ester Capochiani è la responsabile dell'area alberghiera della Clinica Luganese Moncucco. Durante l'emergenza sanitaria, quali ulteriori protocolli sono stati adottati in questo settore della clinica?
Nei diversi ambiti dell'area alberghiera le procedure di lavoro sono state adattate alla circostanza straordinaria. I percorsi dei collaboratori e dei materiali sono stati ripensati per garantire la separazione delle "zone Covid" (aree infette o potenzialmente tali) da quelle "non Covid". Per l'area alberghiera (così come per tutte le attività sanitarie e non) questo ha implicato l'organizzazione di corsie e flussi differenziati. Le attività quotidiane hanno sempre garantito la sicurezza di tutti gli operatori e dei pazienti, perciò sono state definite delle regole
precise per il trasporto delle persone e del materiale: per esempio, i carrelli della biancheria pulita sono stati posti in prossimità degli ascensori, per evitare l'accesso del personale dell'area alberghiera nei reparti di cura (le "zone Covid").
La fornitura del necessario materiale di consumo (carta igienica, sapone mani, ecc.), che normalmente avviene tre volte a settimana, durante l'emergenza è stata ridotta ad una consegna, diminuendo il numero dei passaggi nei reparti. Laddove non è stato possibile suddividere le "zone Covid" da quelle "non Covid", si è reso necessario intervenire con la costante e puntuale disinfezione dei locali, che ha comportato un notevole carico di lavoro supplementare. Le pulizie degli spazi comuni (ascensori, vani scale, corridoi, porte e maniglie, ecc.) sono state intensificate con il passaggio di un operatore almeno ogni ora. La necessità di ridurre al minimo le possibilità di contagio e di contaminazione – sia all'interno che all'esterno della Clinica – ha, purtroppo, incrementato il volume dei rifiuti sanitari (in primis mascherine, camici e guanti monouso) e le procedure necessarie al loro smaltimento.
La caffetteria della Clinica, che fino alla fine di febbraio fungeva da luogo di incontro e di socializzazione sia per i pazienti e i loro famigliari sia per i collaboratori della nostra struttura, è tuttora chiusa al pubblico e ai pazienti. Ad oggi, possono accedervi unicamente i dipendenti per consumare un pasto o una bibita nel rigoroso rispetto delle distanze sociali (una sola persona per tavolo).
La biancheria trattata da Unipress vanta una qualità microbiologica certificata, nel rispetto delle prescrizioni della norma internazionale EN14065 ("tessili trattati in lavanderia-sistema di controllo della biocontaminazione"), seguendo le linee guida RABC. Questa modalità di trattamento verrà garantita anche in futuro?
Nulla è stato modificato nel lavaggio della biancheria. Unipress, sin dall'ottenimento della certificazione che risale ad una decina di anni fa, mantiene cicli di lavaggio standard conformi alle linee guida RABC e ha anche stabilito che tutta la biancheria proveniente da strutture sanitarie e case anziani venga sempre processata come fosse infetta, proprio a garanzia del risultato finale. Quello che è cambiato è la modalità di gestirla. Per la raccolta e la movimentazione di questa tipologia di biancheria si utilizzano dei sacchi idrosolubili raccolti a loro volta in sacchi con una simbologia dedicata, in modo tale da allertare il personale sulle precauzioni da prendere. Il reperimento di questi sacchi nel periodo della pandemia è stato davvero difficoltoso, in quanto la capacità produttiva era inferiore alla domanda di mercato. Fortunatamente, però, Unipress è riuscita a garantirci la costanza nella fornitura anche di questi articoli. (E.L.)